Istituto di Storia dell'Arte


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Luca Massimo Barbero


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La consultazione è possibile su appuntamento.

Atlanti

Gli Atlanti sono dedicati a temi oggetto di specifici progetti e attività di ricerca curati dall'Istituto di Storia dell'Arte e sono costituiti da veri e propri cataloghi e raccolte fotografiche consultabili online. Le immagini allegate alla schede provengono sia dalle collezioni fotografiche dell'Istituto di Storia dell'Arte che dagli archivi di altre istituzioni, in base ad accordi stipulati nell'ambito dei singoli progetti. 

Istituto di Storia dell'Arte

Atlante delle Xilografie italiane del Rinascimento

L'Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento è frutto di un progetto di ricerca inteso a studiare e catalogare il materiale grafico xilografico e le matrici lignee realizzati in Italia dai primi esemplari noti fino al 1550 circa. Vengono prese in esame le stampe sciolte e le matrici conservate nelle collezioni pubbliche e private e nei luoghi d'origine che ancora ne conservano, come le chiese e i conventi. L'archivio digitale è consultabile attraverso diverse chiavi di ricerca, corredato da immagini e schede in costante aggiornamento, e in collegamento con i maggiori database internazionali del settore.
Scopo del progetto e dell'Archivio digitale è anche quello di essere punto di riferimento per lo studio della xilografia italiana, creando un network attivo e in aggiornamento che coinvolga gli storici dell'arte, gli studiosi della materia e le istituzioni che possiedono i materiali censiti. Invitiamo a contattarci via mail a italianwoodcuts.census@cini.it per segnalarci nuovi esemplari da catalogare, per integrare e correggere le informazioni che forniamo nelle schede, approfondire insieme argomenti, comunicarci l'uscita di nuove pubblicazioni.

Nel 2021 il progetto ha beneficiato di un prestigioso riconoscimento da parte della Getty Foundation di Los Angeles nell'ambito del programma The Paper Project: Prints and Drawings Curatorship in the 21st Century, che sovvenziona progetti di formazione, curatela, catalogazione di materiali grafici. Nel 2022 l'Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento ha ricevuto inoltre un finanziamento dall'International Fine Prints Dealers Association (IFPDA) a supporto dell'attività di ricerca e catalogazione.

I materiali schedati

La xilografia, sia su fogli sciolti che all'interno di libri, è la 'Cenerentola' degli studi sull'incisione, disciplina che in Italia del resto ha beneficiato di studi molto importanti ma discontinui. Il primo e più evidente risultato di questo Archivio è quello di recuperare opere d'arte sconosciute o poco note, disperse nei luoghi più disparati. La rarità e la fragilità di questi materiali rende auspicabile questo recupero anche ai fini della tutela di tali opere. Questi fogli fino ad ora 'invisibili' - e svariati sono peraltro sconosciuti anche ai repertori - contengono patrimoni preziosi di informazioni che arricchiscono la conoscenza dell'arte rinascimentale. Innanzitutto dal punto di vista della storia e dell'evoluzione dello stile: è noto infatti che durante il primo Rinascimento nelle botteghe vigeva il principio di unità delle arti e i grandi maestri operavano contemporaneamente nell'ambito di differenti pratiche artistiche, fornendo disegni anche per la nuova arte dell'incisione, in tutte le sue declinazioni. Un atlante di immagini confrontabili, inoltre, permette di costruire delle filiere figurative e raggruppare famiglie stilistiche creando nuove identità artistiche o arricchendo il catalogo di maestri e di monogrammisti già noti. La riscoperta e lo studio di queste xilografie contribuisce anche alla conoscenza del costume religioso e laico e più in generale alla storia della cultura rinascimentale: visti gli intrecci tra cultura alta e popolare, la frequente presenza di testi, la varietà e l'originalità dei soggetti protagonisti dei fogli (Vangeli ufficiali e apocrifi, vite dei santi, eventi storici, medicina, magia, gioco, satira, geografia, ritrattistica).

Indicazioni per la consultazione

Ad ogni xilografia è assegnato un codice che costituisce il numero identificativo del censimento preceduto dal prefisso 'ALU.', acronimo di Aldovini-Landau-Urbini: ad esempio ALU.0700. Nel caso di matrici lignee il numero è seguito da '-M': ad esempio ALU.0290-M. Nel caso di più esemplari di una stessa stampa il numero è seguito da '.1, .2, .3…': ad esempio ALU.0290.1, ALU.0290.2.
La formula per la citazione bibliografica della scheda è: Nome dell'autore della scheda, Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, sigla ALU con relativo numero, permalink. Ad esempio: L. Aldovini, Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0001.1, permalink, ISBN 978-88-96445-24-2.

italianrenaissancewoodcuts.com

 

Atlante della statuaria veneta da giardino

L'ornamentazione scultorea da giardino rappresenta nel Veneto un fenomeno artistico tra i più diffusi, dal punto di vista cronologico e da quello geografico, eppure solo marginalmente trattato dalla letteratura storico artistica, come pure da quella specialistica sui giardini storici. Il fatto appare privo di giustificazioni tanto più se si considera come la statuaria da giardino, molto spesso opera di artisti di primo piano, costituisca un momento connotante e rappresentativo degli spazi in cui è inserita, rispecchiandone il grado di civiltà e di cultura che li ha concepiti. La valorizzazione, lo studio e la documentazione fotografica di queste preziose testimonianze risultano necessari e doverosi in considerazione della stessa natura e collocazione delle opere, inevitabilmente sottoposte all'ingiuria del tempo quando non alla colpevole incuria dell'uomo.

La statuaria da giardino presente nelle ville venete costituisce ovviamente il percorso obbligato e privilegiato d'indagine - soprattutto a partire dal Seicento - per lo straordinario numero di opere, per presenze artistiche di rilievo, per la varietà e l'originalità dei soggetti che comprendono non soltanto divinità mitologiche o figure allegoriche, ma anche personaggi di 'carattere' e maschere della commedia dell'arte. Di non minore rilievo è pure la diffusione della statuaria veneta da giardino nelle altre regioni d'Italia e all'estero, i cui casi esemplari sono costituiti dalle sculture direttamente commissionate ad artisti veneti nel corso del Settecento per la decorazione del giardino Bonaccorsi a Potenza Picena presso Macerata (lavori di Orazio Marinali e Giacomo Cassetti), per il giardino di Nymphenburg presso Monaco di Baviera (di Giovanni Marchiori), per il Grosser Garten di Dresda (di Antonio Corradini) o ancora per il Giardino d'Estate di Pietroburgo e per i parchi delle residenze imperiali russe. A questi vanno poi affiancati altri cicli di sculture, originariamente destinati alla decorazione di giardini in terra veneta che, tra Otto e Novecento, sono 'emigrati' in altre aree d'Italia o all'estero.

Dal censimento delle opere, da apposite campagne fotografiche nonché dall'attività di ricerca e catalogazione scientifica nasce quindi l'Atlante della statuaria veneta da giardino. Consultabile online, l'Atlante fornisce per ogni singola scultura da giardino oltre ad un'ampia documentazione fotografica - costituita dalle immagini realizzate nel corso delle campagne fotografiche e, in taluni casi, dalle foto 'storiche' che è stato possibile reperire - anche la relativa scheda di catalogo, alla quale sono talvolta associate ulteriori schede di approfondimento relative ad eventuali opere collegate (disegno o bozzetto preparatorio, repliche o copie, ecc.). L'Atlante consente in tal modo non solo di 'registrare' le testimonianze giunteci della statuaria veneta da giardino ma, al tempo stesso, diviene utile strumento per approfondirne la conoscenza e lo studio.

Nella rivista Arte Veneta vengono periodicamente rese note, attraverso una specifica rubrica, le principali novità emerse nel corso della ricerca.

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Opere di Tullio Lombardo

L'Atlante dedicato alle opere scultoree ed architettoniche di Tullio Lombardo e della bottega famigliare intende mettere a disposizione online per ciascuna di queste opere quante più possibili riproduzioni fotografiche della medesima statua, del bassorilievo, del pezzo ornamentale, del palazzo o dello spazio ecclesiale, accompagnate da una scheda comprendente una descrizione sintetica che includa i dati fisici fondamentali, la collocazione, le principali coordinate storiche.

Caratteristica dell'Atlante è, infatti, quella di includere più immagini dello stesso soggetto, a partire dalle riproduzioni pittoriche, dai disegni, dalle incisioni, dai calchi anteriori alla scoperta del mezzo fotografico, fino ad arrivare a campagne digitali appositamente eseguite per l'attuale occasione; questa scelta è stata fatta non solo per ovviare, almeno in parte, l'inevitabile relativismo e la carica interpretativa che qualsiasi riproduzione bidimensionale perpetuano nei confronti di un'opera plastica, tridimensionale, e ancor più di uno spazio architettonico, ma anche per tentare di seriare questi materiali ricognitivi in una sequenza storica che restituisca la storia della fruizione del pezzo, la sua tradizione iconografica, e - non meno importante - la storia del suo stato conservativo almeno nel secolo e mezzo che ci separa dall'invenzione e dalla messa in circolazione del mezzo fotografico. Nella convinzione, insomma, che solo un'ampia pluralità delle riproduzioni può, infatti, suggerire la unicità irripetibile dell'originale.

Oltre alle immagini già conservate presso l'archivio fotografico della Fondazione Giorgio Cini, e che sono state il nocciolo originario di questa schedatura, il presente Atlante raccoglie anche riproduzioni di diversi archivi fotografici locali, ma anche nazionali ed internazionali, comprese le Soprintendenze, i Musei Civici, le Università. Gli archivi che fino ad oggi hanno supportato l'operazione sono: Archivio Böhm, Save Venice e le Soprintendenze di Venezia. E' stato acquisito inoltre copia dell'archivio fotografico di Anne Markham Schulz e Mario Polesel (Fotoflash).

Da segnalare, infine, la campagna fotografica degli studenti del corso FSE tenuto da Alessandra Chemollo presso lo IUAV di Venezia durante l'anno accademico 2006-2007 su opere di Tullio Lombardo.

L'auspicio della Fondazione Cini, patrona ed ospite del comitato lombardesco, è che la messa a disposizione della massa di informazioni contenute in un tale archivio fotografico sia di stimolo alla ripresa di studi e segni l'accrescimento di un generale interesse intorno all'opera dei grandi scultori veneziani.

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