Xilografia in tre stati. Nel primo stato, in basso a destra la firma dell’inventor svolta quasi per esteso: DOMINCUS CAMP (Firenze Uffizi, Stampe sciolte, n. 9). Nel secondo stato, sempre nella stessa posizione, solo il nome DOMINCUS ( versione molto diffusa: Berlino inv. 128-1881, Boston MFA inv. P19093, New York Metropolitan ALU.0259.2, New York Public Library inv. 70616, Brema Kunsthalle inv. 33035, Parigi Louvre 4044 LR, Amburgo Kunsthalle, Cleveland Dudley P. Allen Fund 1952.271, Venezia coll. Benvenuti). Nel terzo stato è rimosso il disegno della nuvola (Ubicazione sconosciuta ALU. 0259.3). Al British Museum (ALU. 0259.4) è conservata una controprova dove ‘la figura di san Girolamo si vede appena e i leoni sono scomparsi del tutto’ (Muraro e Rosand 1976, p.106). Forse Campagnola si è ispirato al San Girolamo con tre leoni di Tiziano (ALU.0189.1), dove parimenti la figura del santo è miniaturizzata e sovrastata dal paesaggio. Differisce sensibilmente, nelle due raffigurazioni del santo, il pathos religioso del quale è investita la figura dell’eremita: coinvolto e compreso nella sua esperienza estatica nella versione di Tiziano; quasi un semplice spettatore della scena di lotta degli animali nella stampa di Domenico. La xilografia di Campagnola dovrebbe appartenere alla sua produzione paesaggistica degli anni Trenta, quando nelle figure esprime reminiscenze da Salviati (Landau 1983). Fra i suoi disegni, dimostrano particolari attinenze con quest’opera il Paesaggio con il drago dell’Albertina e Cristo che cammina sulle acque di Chatsworth (Landau 1983).