Di questa stampa esistono tre stati. Il primo, senza iscrizione (ALU.0271.1); il secondo, con l’iscrizione “TITIANUS VECELLIUS INVENTOR LINEAVIT”, con bordi intatti ma il legno tarlato (ALU.0271.2); il terzo, senza iscrizione, con un numero maggiore di tarli e rotture nei bordi (il presente esemplare). Alla Bibliothèque nationale de France (BC 5, f. 104) è conservata una copia xilografica di questa stampa.
Il Matrimonio mistico di Santa Caterina corrisponde a una stampa citata in una lettera a Tiziano di Domenico Lampsonio del 13 marzo 1567. Secondo Ridolfi (I, p.203), la xilografia deriva da una lunetta – perduta – dipinta da Tiziano a chiaroscuro sopra la tomba di Luigi Trevisano in San Giovanni e Paolo. Dalla descrizione di Mariette del dipinto perduto, deduciamo che presentava alcune varianti rispetto alla xilografia: erano raffigurati due frati domenicani, eliminati nella stampa, dove sono stati aggiunti due angeli e san Giuseppe. Zarnowski ha segnalato possibili relazioni fra questa stampa con opere di Raffaello e soprattutto con una lunetta di Giulio Romano a Palazzo Te. L’esecuzione è stilisticamente discontinua. Alcune parti, in particolare quelle periferiche, che non erano presenti nel dipinto di Tiziano – gli angeli, il san Giuseppe – sono intagliate con grande maestria. La parte centrale è statica e in alcuni particolari – come le mani dei personaggi – rozza. Appunto a causa di queste differenze interne, che non sono solo qualitative ma anche stilistiche, non si deve probabilmente dar credito all’iscrizione nel secondo stato secondo la quale Tiziano sarebbe il responsabile del disegno dell’opera. Probabilmente l’incisore, forse Nicolò Boldrini, fece un montaggio di diversi disegni di Tiziano.
Altri esemplari: Roma, Istituto Centrale per la Grafica (FN 40384); Philadelphia Museum of Art (1985-52-1703; https://philamuseum.org/collection/object/24716); Praga, National Gallery (inv. DR 1779)