Il giovane Sultano, ancora senza barba e con un rado baffetto, è rivolto a sinistra: in alto il nome in caratteri arabi e in basso, in latino, l’iscrizione SVLEYMAN IMPERATOR TUR. Il Sultano indossa il turbante, un soprabito, forse un mantello di astrakan, con il bavero rivoltato, e sotto una veste con disegno floreale. La xilografia è incollata nel nono volume delle Historiae senenses di Sigismondo Tizio, il codice vaticano che riporta eventi dal 1520 al 1525, data che possiamo considerare termine ante quem per l’esecuzione della xilografia. Lamberto Donati ritiene che questa xilografia abbia ispirato vari ritratti del sultano eseguiti su diversi supporti: dipinti, medaglie, incisioni ecc.. Forse anche uno dei tre ritratti che, secondo le fonti, avrebbe dipinto Tiziano. Il cadorino potrebbe essere stato anche coinvolto nell’esecuzione del ritratto xilografico di Solimano (ALU.0275.1) dove è esibito il monumentale e preziosissimo elmo opera di un consorzio di gioiellieri veneziani del quale ci ha tramandato la storia Sanudo. Nello stesso volume sono inserite o incollate altre tre xilografie: l'assedio di Rodi (ALU.0278.1), il Monstrum Saxoniae (ALU.0825) e il ritratto del doge Andrea Gritti (ALU.0826).