Questa Adorazione dei pastori, intagliata e firmata da Francesco Denanto, è stata finora riferita dalla critica a Girolamo da Treviso il Giovane. Questa attribuzione non può tuttavia essere accettata per la qualità decisamente più bassa dell’invenzione, rispetto quella delle altre xilografie di Denanto che gli vanno riferite con sicurezza (ALU.0290.1, ALU.0291.2, ALU.0295.1, ALU.0296.1, ALU.0297.1, ALU.0298.1, ALU.0299.1, ALU.0300.1, ALU.0351.1, ALU.352.1, ALU.0400.1). Alcune delle figure e la soluzione architettonica sono in effetti vicine a opere del pittore trevigiano. In particolare si notano debiti verso la tela col medesimo soggetto conservata al Christ Church Museum di Oxford: san Giuseppe è seduto in una postura molto simile ed è ripreso in maniera letterale il pastore che si tiene il cappuccio fermo in testa mentre si inginocchia. La presenza della struttura architettonica con un arco nello sfondo ritorna in varie opere dell’artista trevigiano, compresa questa di Oxford, che Ervas data al 1528-29 (Ervas 2014, n. 24, pp. 96-97).
Incisore di origine savoiarda, Francesco Denanto fu attivo prevalentemente tra l’Emilia e Venezia tra il secondo e il quarto decennio del Cinquecento. Collaborò sicuramente con Girolamo da Treviso il giovane e con Amico Aspertini, che fornirono disegni per i suoi intagli. Le scarne notizie sul suo catalogo ci sono fornite dalle firme su alcune opere e uno dei pochi punti fermi ai quali possiamo ancorare la sua produzione è relativo all’edizione ferrarese dell’Orlando Furioso (Francesco Rosso da Valenza) del 1532, dove incide il suo nome nella cornice del ritratto di Ludovico Ariosto che chiude il volume (ritratto invece intagliato da Francesco Marcolini su disegno di Tiziano).
Oltre alle opere schedate in questo database, per le quali si vedano le schede e la bibliografia relativa, ad oggi non sono state rintracciate altre su opere firmate o a lui attribuite citate negli inventari della collezione di stampe di Ferdinand Columbus. Ad esempio, la serie di xilografie raffiguranti gli Apostoli e Cristo Salvatore (Mark. P. McDonald: nn. inv. 1642-6, 1648, 1650-1657, 1910, 2153, 2216, 2296, 2316, 2322, 2336), che doveva forse evocare la nota serie raffaellesca incisa a bulino da Marcantonio Raimondi e di cui esiste anche la versione xilografica (ALU.0838.1 - ALU.0850.1); o anche Il trasporto della Santa Casa di Loreto (Mark. P. McDonald n. inv. 2591) simile alla matrice modenese ALU.0408 e ALU.0408-M.
Questa xilografia è un'impressione antica di una matrice conservata presso le Gallerie Estensi di Modena (ALU.0292-M). Nel verso dello stesso legno è intagliata un'altra composizione, Cristo e la samaritana al pozzo (si vedano ALU.0295.1 e ALU.0295-M). La matrice appartiene al fondo Soliani e ne sono note anche alcune impressioni moderne. Venne impressa infatti nel catalogo Incisioni in legno esistenti nella Reale Tipografia degli Eredi Soliani del 1828 (conservato presso la Biblioteca Civica Poletti di Modena); nel catalogo della vendita Soliani del 1864, (di cui sono noti tre esemplari, uno presso la Biblioteca Estense Universitaria, uno presso i Musei Civici di Modena, uno presso le Gallerie Estensi in cui è stampata a p. 49); infine nel cosiddetto "Catalogo Bariola", pubblicato in dieci esemplari nel 1913 circa (p. 31 dell’esemplare numerato delle Gallerie Estensi di Modena). Un altro esemplare è conservato a Milano, Biblioteca Ambrosiana (inv. 19781)