Questa Adorazione dei Magi è intagliata e firmata da Francesco Denanto su disegno di Girolamo da Treviso il Giovane e va messa in relazione all’Annunciazione (ALU.0290.1). La bibliografia precedente ha considerato queste xilografie appartenenti alla medesima serie di altre xilografie firmate da Francesco Denanto: le Storie della passione di Cristo (ALU.0300.1, ALU.0351.1, ALU.0352.1, ALU.0401.1), quelle della vita di Cristo (ALU.0295.1, ALU.0296.1, ALU.0297.1, ALU.0298.1, ALU.0299.1) e un’Adorazione dei Magi (ALU.0292.1). Tuttavia l’ipotesi va scartata per varie ragioni, tra cui la significativa differenza di dimensioni: le quattro xilografie sulla passione di Cristo hanno infatti un formato maggiore (circa 55x37 cm), rispetto a quello più ridotto delle altre (43-46x32 cm). L’Annunciazione e l’Adorazione dei magi hanno dimensioni solo leggermente minori rispetto la serie della vita di Cristo (46x32 cm), tuttavia presentano un’impostazione spaziale più semplice e proporzioni diverse con figure in scala decisamente minore. L’invenzione dell’Adorazione dei pastori (ALU.0292.1), infine, non può essere riferita a Girolamo da Treviso il Giovane per qualità troppo bassa, ma va considerata piuttosto come un collage di suoi elementi (cfr. scheda).
Quattro disegni preparatori per xilografie appartenenti a serie diverse vennero impiegati come modelli nelle tarsie lignee di Gian Michele Pantaleoni della cattedrale di San Lorenzo a Genova (l’Adorazione dei Magi, Cristo e la samaritana al pozzo, Cristo guarisce il paralitico di Cafarnao e Cristo lava i piedi degli apostoli, corrispondenti a ALU.0291.1, ALU.0295.1, ALU.0296.1, ALU.0300.1. Le tarsie sono databili al 1529 circa, si veda Ervas 2014, n. 25, pp. 97-98). Questa circostanza non ci sembra ragione sufficiente per considerare tutte le xilografie parte di un unico ciclo, tanto più che nelle tarsie le dimensioni delle figure appaiono opportunamente regolate per essere coerenti nelle varie scene, fatta eccezione per l’Adorazione dei Magi in cui restano sottodimensionate.
Incisore di origine savoiarda, Francesco Denanto fu attivo prevalentemente tra l’Emilia e Venezia tra il secondo e il quarto decennio del Cinquecento. Collaborò sicuramente con Girolamo da Treviso il giovane e con Amico Aspertini, che fornirono disegni per i suoi intagli. Le scarne notizie sul suo catalogo ci sono fornite dalle firme su alcune opere e uno dei pochi punti fermi ai quali possiamo ancorare la sua produzione è relativo all’edizione ferrarese dell’Orlando Furioso (Francesco Rosso da Valenza) del 1532, dove incide il suo nome nella cornice del ritratto di Ludovico Ariosto che chiude il volume (ritratto invece intagliato da Francesco Marcolini su disegno di Tiziano).
Oltre alle opere schedate in questo database, per le quali si vedano le schede e la bibliografia relativa, ad oggi non sono state rintracciate altre su opere firmate o a lui attribuite citate negli inventari della collezione di stampe di Ferdinand Columbus. Ad esempio, la serie di xilografie raffiguranti gli Apostoli e Cristo Salvatore (Mark. P. McDonald: nn. inv. 1642-6, 1648, 1650-1657, 1910, 2153, 2216, 2296, 2316, 2322, 2336), che doveva forse evocare la nota serie raffaellesca incisa a bulino da Marcantonio Raimondi e di cui esiste anche la versione xilografica (ALU.0838.1 - ALU.0850.1); o anche Il trasporto della Santa Casa di Loreto (Mark. P. McDonald n. inv. 2591) simile alla matrice modenese ALU.0408 e ALU.0408-M.
Questa xilografia è un'impressione antica di una matrice conservata presso le Gallerie Estensi di Modena (ALU.0290-M). Nel recto dello stesso legno è intagliata un'altra composizione, l'Annunciazione (si vedano ALU.0290.1 e ALU.0290-M). La matrice appartiene al fondo Soliani e ne sono note anche alcune impressioni moderne. Venne impressa infatti nel catalogo Incisioni in legno esistenti nella Reale Tipografia degli Eredi Soliani del 1828 (conservato presso la Biblioteca Civica Poletti di Modena); nel catalogo della vendita Soliani del 1864, (di cui sono noti tre esemplari, uno presso la Biblioteca Estense Universitaria, uno presso i Musei Civici di Modena, uno presso le Gallerie Estensi in cui è stampata a p. 51); infine nel cosiddetto "Catalogo Bariola", pubblicato in dieci esemplari nel 1913 circa (p. 32 dell’esemplare numerato delle Gallerie Estensi di Modena).