La stampa appartiene a un ciclo di cinque episodi della vita di Cristo intagliati e firmati da Francesco Denanto su disegno di Girolamo da Treviso il Giovane, ciclo che comprende Cristo e la samaritana al pozzo, Cristo guarisce il paralitico di Cafarnao, Entrata di Cristo a Gerusalemme, Resurrezione, e Apparizione di Cristo risorto a santa Maria Maddalena (ALU.0295.1, ALU.0296.1, ALU.0297.1, ALU.0298.1, ALU.0299.1). L’Apparizione di Cristo risorto a Santa Maria Maddalena è firmata da Girolamo da Treviso e l’uniformità stilistica delle xilografie consente di riferirle tutte con sicurezza a sue invenzioni. La bibliografia precedente ha considerato queste xilografie appartenenti alla medesima serie delle Storie della passione di Cristo firmate da Denanto (ALU.0300.1, ALU.0351.1, ALU.0352.1, ALU.0401.1) e ad altre tre xilografie con episodi della vita di Cristo (ALU.0290.1, ALU.0291.1, ALU.0292.1), tutte riferibili a Girolamo da Treviso o al suo ambito (l’unica firmata anche da lui è ALU.0295.1). Tuttavia la significativa differenza di dimensioni fa scartare questa ipotesi: le quattro xilografie sulla passione di Cristo hanno infatti un formato maggiore (circa 55x37 cm), rispetto a quello più ridotto di queste cinque (circa 45x32 cm). L’Annunciazione e l’Adorazione dei magi (ALU.0290.1, ALU.0291.1) hanno dimensioni solo leggermente minori, tuttavia presentano un’impostazione spaziale più semplice e proporzioni diverse da quelle del ciclo in esame con figure in scala decisamente minore. L’invenzione dell’Adorazione dei pastori (ALU.0292.1) non può essere riferita a Girolamo da Treviso il Giovane per qualità troppo bassa, ma va considerata piuttosto come un collage di suoi elementi (cfr. scheda).
Quattro disegni preparatori per xilografie appartenenti a serie diverse vennero impiegati come modelli nelle tarsie lignee di Gian Michele Pantaleoni della cattedrale di San Lorenzo a Genova (l’Adorazione dei Magi, Cristo e la samaritana al pozzo, Cristo guarisce il paralitico di Cafarnao e Cristo lava i piedi degli apostoli, corrispondenti a ALU.0291.1, ALU.0295.1, ALU.0296.1, ALU.0300.1. Le tarsie sono databili al 1529 circa, si veda Ervas 2014, n. 25, pp. 97-98). Questa circostanza non ci sembra ragione sufficiente per considerare tutte le xilografie parte di un unico ciclo, tanto più che nelle tarsie le dimensioni delle figure appaiono opportunamente regolate per essere coerenti nelle varie scene, fatta eccezione per l’Adorazione dei Magi in cui restano sottodimensionate (cfr. ALU.0290.1).
Questo ciclo di Storie della vita di Cristo si presenta coerente: tutte le xilografie hanno caratteristiche stilistiche e di montaggio comuni. Ad eccezione della Resurrezione, in cui un piccolo promontorio dietro la figura di Cristo la isola facendola risaltare, in tutte le scene ricorre in secondo piano a sinistra un borgo con una torre rotonda, in primo piano a destra un albero o un’architettura fa da quinta. In tutte la firma di Denanto è scolpita su una roccia collocata in basso, sempre con l’eccezione della Resurrezione.
Incisore di origine savoiarda, Francesco Denanto fu attivo prevalentemente tra l’Emilia e Venezia tra il secondo e il quarto decennio del Cinquecento. Collaborò sicuramente con Girolamo da Treviso il giovane e con Amico Aspertini, che fornirono disegni per i suoi intagli. Le scarne notizie sul suo catalogo ci sono fornite dalle firme su alcune opere e uno dei pochi punti fermi ai quali possiamo ancorare la sua produzione è relativo all’edizione ferrarese dell’Orlando Furioso (Francesco Rosso da Valenza) del 1532, dove incide il suo nome nella cornice del ritratto di Ludovico Ariosto che chiude il volume (ritratto invece intagliato da Francesco Marcolini su disegno di Tiziano). Oltre alle opere schedate in questo database, per le quali si vedano le schede e la bibliografia relativa, ad oggi non sono state rintracciate altre su opere firmate o a lui attribuite citate negli inventari della collezione di stampe di Ferdinand Columbus. Ad esempio, la serie di xilografie raffiguranti gli Apostoli e Cristo Salvatore (Mark. P. McDonald: nn. inv. 1642-6, 1648, 1650-1657, 1910, 2153, 2216, 2296, 2316, 2322, 2336), che doveva forse evocare la nota serie raffaellesca incisa a bulino da Marcantonio Raimondi e di cui esiste anche la versione xilografica (ALU.0838.1 - ALU.0850.1); o anche Il trasporto della Santa Casa di Loreto (Mark. P. McDonald n. inv. 2591) simile alla matrice modenese ALU.0408 e ALU.0408-M.
Questa xilografia è un'impressione antica di una matrice conservata presso le Gallerie Estensi di Modena (ALU.0297-M). Nel recto dello stesso legno è intagliata un'altra composizione, Cristo guarisce il paralitico di Cafarnao (si vedano ALU.0296.1 e ALU.0296-M). La matrice appartiene al fondo Soliani e ne sono note anche alcune impressioni moderne. Venne impressa infatti nel catalogo Incisioni in legno esistenti nella Reale Tipografia degli Eredi Soliani del 1828 (conservato presso la Biblioteca Civica Poletti di Modena); nel catalogo della vendita Soliani del 1864, (di cui sono noti tre esemplari, uno presso la Biblioteca Estense Universitaria, uno presso i Musei Civici di Modena, uno presso le Gallerie Estensi in cui è stampata a p. 57); infine nel cosiddetto "Catalogo Bariola", pubblicato in dieci esemplari nel 1913 circa (p. 37 dell’esemplare numerato delle Gallerie Estensi di Modena). Un ulteriore esemplare si conserva a Milano, Biblioteca Ambrosiana (inv. 19779).