ISCRIZIONI
tipologia: sacra
lingua: latino
tecnica di scrittura: intagliata
tipo di caratteri: caratteri romani maiuscoli
trascrizione: nel cartiglio in mano a San Giovanni Battista: Ecce Agnus DEI nella cornice tonda intorno al santo: QUI BAPTISATUS FUERIT ET CRED...DALU ERIT CON DANA...
tipologia: sacra
lingua: latino
tecnica di scrittura: intagliata
tipo di caratteri: gotico minuscolo
posizione: riquadro in basso
autore: Francesco De Nanto
trascrizione: Inter natos mulierum non furrexit maior Johanne batista. Fuit homo missus a Deo, cui nomen erat Iohannes. Præsta quæsumus omnípotens Deus ut família tua per viam salútis incédat et beáti Ioánnis præcursóris christi hortaménta sectándo ad eum quem prædíxit secúra pervéniat Dóminum nostrum Iesum Christum filium tuum qui tecum vixit et regnat deus per omnia secula seculorum amen. Francesco denanto.
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
San Giovanni Battista, aureolato, è raffigurato a mezzo busto, con la tunica di pelli e un mantello che gli copre la spalla sinistra. La mano destra è benedicente mentre con la sinistra regge un filasterio con la scritta Ecce agnus dei e una sottile croce si appoggia alla sua spalla. L'immagine è racchiusa in un tondo, a sua volta inserito in una elegante cornice rettangolare a candelabre, fiori, tralci e arabeschi.
La rara bibliografia relativa all'opera (Kristeller, Dillon) attribuisce correttamente la sua invenzione (o comunque l'idea figurativa che ne sta all'origine) a Francesco Francia. Non sappiamo se si tratta della copia di un quadro esistente o di un disegno esistente. Il San Giovanni ricorda opere di Francia intorno al 1510, come il san Giovanni Battista del Palazzo Comunale a San Giovanni in Persiceto (e soprattutto il disegno sottostante fotografato durante il restauro). Kristeller nella voce dedicata all'artista nel Thieme-Becker propone che una xilografia che intitola 'Cristo davanti alle porte degli Inferi', sempre conservata alla Bibliothéque nationale di Parigi (ALU.0698), sia pendant del san Giovanni, e quindi sempre di Denanto. Ambedue le stampe, che si credevano perdute, sono state da noi fortuitamente rintracciate durante un sopralluogo nella biblioteca francese nel settembre 2018.
Il testo scritto da Francesco Denanto nel riquadro della cornice inferiore della xilografia faceva parte della Liturgia di San Giovanni Battista: veniva letto la vigilia della festa di San Giovanni, che cade il 24 giungo, durante la messa vespertina. A Bologna, dal Trecento, esiste l'importante complesso di chiesa e convento di San Giovanni Battista dei Celestini (il convento ora è sede dell'Archivio di Stato). La stampa potrebbe ad esempio essere stata commissionata dai Celestini in occasione della festa del santo.
Si noti l'affinità fra questo san Giovanni Battista e quello nel Giudizio Universale (ALU.0008.1), da noi parimenti attribuito ad ambito emiliano.
Una riproduzione del San Giovanni Battista fu presentata al Department of Prints and Drawings del British Museum da F. Lippmann nel 1897: il facsimile è ora il n. inv. 1897-3-I-I.
Ferdinand Columbus, come ricaviamo dall'inventario della sua collezione di stampe, possedeva un esemplare con il testo in lingua francese (Mc Donald II, cat. 1649, fig.193. Nel catalogo è riprodotto il facsimile del British Museum).
Questa xilografia e il suo pendant sono particolarmente significativi perché potrebbero essere le uniche opere superstiti relative alla produzione del secondo decennio di Denanto. Infatti il san Giovanni, insieme ad altre opere firmate del savoiardo ma perdute, è menzionato in uno degli inventari della collezione di stampe di Ferdinand Columbus che fu redatto intorno al 1520: le xilografie quindi furono acquistate in data precedente (McDonald, I, p. 153).
Incisore di origine savoiarda, Francesco Denanto fu attivo prevalentemente tra l'Emilia e Venezia tra il secondo e il quarto decennio del Cinquecento. Collaborò sicuramente con Girolamo da Treviso il giovane e con Amico Aspertini, che fornirono disegni per i suoi intagli. Le scarne notizie sul suo catalogo ci sono fornite dalle firme su alcune opere e uno dei pochi punti fermi ai quali possiamo ancorare la sua produzione è relativo all'edizione ferrarese dell'Orlando Furioso (Francesco Rosso da Valenza) del 1532, dove incide il suo nome nella cornice del ritratto di Ludovico Ariosto che chiude il volume (ritratto invece intagliato da Francesco Marcolini su disegno di Tiziano).
Oltre alle opere schedate in questo database, per le quali si vedano le schede e la bibliografia relativa, ad oggi non sono state rintracciate altre su opere firmate o a lui attribuite citate negli inventari della collezione di stampe di Ferdinand Columbus. Ad esempio, la serie di xilografie raffiguranti gli Apostoli e Cristo Salvatore (Mark. P. McDonald: nn. inv. 1642-6, 1648, 1650-1657, 1910, 2153, 2216, 2296, 2316, 2322, 2336), che doveva forse evocare la nota serie raffaellesca incisa a bulino da Marcantonio Raimondi e di cui esiste anche la versione xilografica (ALU.0838-ALU.0850); o anche Il trasporto della Santa Casa di Loreto (Mark. P. McDonald n. inv. 2591) simile alla matrice modenese ALU.0408 e ALU.0408-M.
BIBLIOGRAFIA
McDonald M. P.,
The Print Collection of Ferdinand Columbus (1488-1539). A Renaissance Collector in Seville, London, 2004, II, cat. 1649, fig. 193
Depaulis T., "From Savoy to Rome: Francesco de Nanto, a Neglected Printmaker of the Early Sixteenth Century", in
Print Quarterly, 2020, v. XXXVII, pp. 123-139