Questa stampa, di cui è nota la matrice (Galleria Estense di Modena, ALU.0405-M, n. inv. 6407), raffigura la presa di Tunisi da parte di Carlo V, che nel 1535 sottrasse la città all’Impero ottomano, dopo la vittoria a Goletta. La città era stata conquistata nel 1534 da Khayr al-Din, detto il Barbarossa, feroce condottiero che viene ritratto in un’altra matrice modenese (ALU.0279-M, ALU.0279.1 n. inv. 6411).
Il Nagler è il primo a studiare questa xilografia e la definisce una carta geografica a volo d’uccello nella quale l’intagliatore non si cura delle proporzioni. Le stampe commemorative di successi in battaglia non avevano in effetti lo scopo di restituire fedelmente il teatro dello scontro, quanto quello di fornire dettagli sulla strategia e sul susseguirsi degli eventi (si noti il particolare con Barbarossa in fuga a cavallo da Tunisi) ed ebbero una certa diffusione nel XVI secolo (Nodari, p. 143).
Per quello che riguarda il monogramma intagliato in basso a sinistra, “AZ/ F”, Nagler propone di riferirlo al pittore veneziano Antonio Zonca, o all’editore Antonio Giunta o Zonta. Entrambe le ipotesi sono respinte da Francesca Nodari che vi riconosce correttamente una marca tipografica che scioglie in “Alvise Zio e fratelli”. Alvise Zio, o Luigi Giglio è un editore attivo a Pesaro e Venezia di cui è nota un’altra marca che reca il medesimo monogramma.
Questa xilografia è un esemplare antico conservato presso il Kupferstichkabinett di Berlino. La matrice attualmente è molto rovinata, come si può evincere dai due esemplari ottocenteschi noti. Entrambi furono tirati da Pietro Barelli che stampò diversi legni di sua proprietà con l’intento di vendere le stampe spacciandole per antiche (Alberto Milano data questa operazione intorno al 1870, p. 83). Napoleone Barelli, figlio di Pietro, vendette ad Achille Bertarelli le stampe che aveva ereditato dal padre entro il 1909, dopo che nel 1887 aveva venduto ad Adolfo Venturi i legni, oggi conservati presso Galleria Estense di Modena. Le stampe vennero donate da Bertarelli al Comune di Milano nel 1925. Un esemplare si trova dunque presso la raccolta (inv. cart. m. 1-4), un altro è conservato presso la Biblioteca Civica Attilio Hortis di Trieste, donazione dello stesso Achille Bertarelli del 1919 (n. inv. S 745).
È nota un’altra xilografia antica di questa mappa da matrice diversa, attribuita a Vavassore e conservata presso la Newberry Library di Chicago. Con ogni probabilità essa servì come modello a questa, che la copia fedelmente (ALU.0432.1).