NOTIZIE STORICO-CRITICHE
Raffaele con un'aureola doppia cammina verso destra. Tiene nella mano sinistra un recipiente coperto (contiene le viscere del pesce che guariranno il padre di Tobia dalla cecità) e con la mano destra stringe quella di Tobia. Egli guarda fiducioso l'angelo che lo ha salvato dal morso del pesce. Come nel celebre dipinto di Andrea del Verrocchio (e bottega) della National Gallery di Londra, il ragazzo regge con un filo il pesce e il cartiglio che conteneva una commissione affidatagli dal padre. Sia nel dipinto che nella xilografia è inoltre presente il cagnolino.
Si tratta di un'iconografia molto frequente a Firenze nel Rinascimento perché associata alla protezione dei giovani mercanti che partivano per i viaggi. Esisteva anche una confraternita dedicata all'Arcangelo Raffaele.
In alcune parti della xilografia, soprattutto in riferimento alla resa del terreno e del cagnolino, l'anonimo intagliatore ha utilizzato la tecnica del disegno bianco in rilievo su fondo nero (in questo caso, marrone), frequente nella xilografia fiorentina.
Nel bordo superiore della xilografia è presente un nota manoscritta in inchiostro marrone posteriore all'esecuzione dalla stampa con la data 1562 e altri riferimenti cronologici. Si tratta della stessa mano che scrive le date, nella stessa posizione, in ALU.0397.1 - ALU.0397.2 e ALU.0465. Evidentemente si tratta del possessore cinquecentesco dei tre fogli.
Delaborde riferisce Tobia e l'angelo all'ambito di Botticelli che ritiene responsabile anche di una serie di illustrazioni librarie fiorentine (Delaborde 1883, p.214). Secondo Schreiber questa xilografia è da mettere in relazione con il San Girolamo nel deserto della collezione Rothschild al Louvre, il già citato ALU.0397.1.
In occasione di questo censimento è stato rinvenuto un altro esemplare del San Girolamo alla BNF (ALU.0397.2). Si tratta sicuramente di stampe fiorentine uscite dalla stessa bottega, come dimostra la simile tecnica di trattamento del paesaggio. Il San Girolamo è però di qualità leggermente superiore ed è sicuramente dello stesso autore della Santa Verdiana, ALU.0465.