STATO DI CONSERVAZIONE
buono
indicazioni specifiche: macchie di umidità, lacune lungo i bordi, grande lacuna risarcita nell'angolo superiore destro
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
La xilografia rappresenta una testa virile grottesca di derivazione leonardesca, rivolta verso sinistra. L'iscrizione "ABAIN DI FRAC(...)/ DA POVEIA./ IVRIS CONSULTO." conferma l'intento satirico della stampa che appartiene a una serie di tre (ALU.0548, ALU.0549, ALU.0550).
Le teste grottesche furono uno dei soggetti prediletti di Leonardo da Vinci che ne abbozzò moltissime nei suoi manoscritti (in particolare si vedano Gombrich 1986 e Caroli 1991). Questi schizzi furono da subito oggetto di attenzione e collezionismo, nonché di copie e imitazioni spesso spacciate per opera dello stesso Leonardo. Le teste, generalmente ritratte di profilo, conobbero un notevole successo durante il XVI secolo e furono tradotte in varie serie incise, tra cui questa probabilmente un tempo più ampia.
Non è possibile instaurare un confronto stringente tra questa xilografia e alcuno dei disegni di Leonardo noti, ma è possibile avvicinarla a un bulino attribuito ad Ambrogio Brambilla conservato presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi. Nella stampa di Brambilla sono rappresentati due personaggi maschili di derivazione leonardesca, quello di sinistra, dall'atteggiamento particolarmente superbo, presenta le stesse fattezze di Abain. I vestiti e il copricapo sono differenti, benché sontuosi in entrambi i casi, ma rimane il ciuffo di capelli capriccioso che esce dal cappello. È dunque probabile che la stampa degli Uffizi sia stata modello di questa, o che abbiano avuto un modello comune. Le altre due teste di questa serie riprendono gli stessi modelli figurativi di alcune stampe attribuite a Battista Franco (ALU.0548 e ALU.0550).
Questa xilografia e le altre due della serie con ogni probabilità rappresentano personaggi di una commedia messa in scena in ambito veneto e potrebbero aver avuto funzione di locandine (Urbini 2019). Che l'ambito sia veneto lo confermano le iscrizioni che precisano la provenienza dei tre personaggi: la vicina Comacchio, l'isola di Poveglia, mentre il nome “Nicoloto” allude alla parrocchia di san Nicolò a Venezia (Urbini 2019).