Istituto di Storia dell'Arte / Atlante delle Xilografie italiane del Rinascimento

OGGETTO

definizione: stampa
identificazione: elemento d'insieme

SOGGETTO

titolo parallelo: THE DOGE FRANCESCO DONATO PRESENTED TO THE VIRGIN

LOCALIZZAZIONE

Bassano del Grappa, Museo Civico, Collezione Remondini

ACQUISIZIONE NELLA RACCOLTA

tipo acquisizione: donazione
Bassano, 1849

PROVENIENZA

Bassano del Grappa, Collezione Remondini
data ingresso: sec. XVIII (ultimo quarto)
data uscita: 1849

DATAZIONE

sec. XVI, seconda metà
1545 ca. - 1553 ca.

AUTORE

  • Anonimo (incisore, inventore)
ambito culturale: ambito veneziano (incisore)
ambito veneziano (inventore)
altre attribuzioni: Boldrini Nicolò (incisore)

DATI TECNICI

xilografia; mm 423 x 765
materia del supporto: carta
filigrana: da rilevare

STATO DI CONSERVAZIONE

buono

MODALITÀ DI CONSERVAZIONE

RESTAURI

ISCRIZIONI

tipologia: indicazione di responsabilità
lingua: latino
tecnica di scrittura: a stampa
tipo di caratteri: lettere capitali romane
posizione: a sinistra, sulla colonna dietro il doge
trascrizione: FRANCISCVS/ DONATO/ DUX VE/ NETI/ AR[UM]

tipologia: documentaria
lingua: italiano
tecnica di scrittura: a penna
tipo di caratteri: corsivo
posizione: su cartone di supporto
trascrizione: Il Doge Donà inginocchiato davanti a N.D./ N. Boldrini inc.









STEMMI, MARCHI

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Xilografia in due blocchi.
L'anonimo ideatore di questa xilografia ha creato una sintesi tra due diverse opere legate a Palazzo Ducale di Venezia: il dipinto votivo offerto dal doge Andrea Gritti, eseguito da Tiziano nel 1531 e destinato alla Sala del Collegio, distrutto nell'incendio del 1574 (sostituito con un'opera di Tintoretto); il Matrimonio mistico di Santa Caterina con il Doge Francesco Donato, che un documento del 1563 cita (pur non menzionando l'autore) fra i dipinti presenti nella Sala del Maggior Consiglio. Andò anch'esso distrutto nell'incendio del 1574 e fu sostituito da un'opera con lo stesso soggetto della bottega di Tintoretto. The J. Paul Getty Museum di Los Angeles possiede un disegno di Andrea Schiavone, piuttosto diverso rispetto all'opera di Tintoretto, che potrebbe rappresentare l'idea preparatoria per il dipinto perduto. Non abbiamo però certezze sul fatto che Schiavone abbia effettivamente eseguito questo quadro.
Nel dipinto di Tiziano, che conosciamo nel dettaglio grazie a un descrizione di Marin Sanudo, erano presenti gli stessi santi che ritroviamo nella xilografia oggetto di questa scheda: santa Marina alle spalle della Vergine con la palma del martirio; san Bernardino a destra e dietro di lui sant'Alvise (così era chiamato a Venezia il santo vescovo Ludovico di Tolosa); san Marco, con gli attributi del libro e del leone, in piedi di fianco al doge. Il doge raffigurato non è però Andrea Gritti, come nel dipinto di Tiziano, ma Francesco Donato (doge dal 1545 al 1553), come ricaviamo dall'iscrizione. Nel disegno di Schiavone, Donato è inginocchiato come nella xilografia, san Marco è atteggiato in modo simile, e ritorna in ambedue le opere anche l'idea dell'incoronazione del leone da parte dell'angelo.
Altri esemplari:

New York, Metropolitan Museum of Art: (n. inv. 22.73.3-115):
http://www.metmuseum.org/art/collection/search/376787 (Muraro e Rosand 1976, Washington, n.71).

Boston, Museum of Fine Arts: (n. inv. 52.1085, ALU.0361.1)
http://www.mfa.org/collections/object/doge-francesco-donato-adoring-the-virgin-159785

Zurigo, Graphische Sammlung ETH Zürich, (nn. inv. D 20.1, D 20.2)
https://www.graphikportal.org/document/gpo00218213; https://www.graphikportal.org/document/gpo00218024

Questa xilografia apparteneva alla collezione privata della famiglia Remondini, che comprende 8522 stampe, donate da Giovanni Battista Remondini al Museo Civico di Bassano nel 1849. Come ricostruito da Fernando Rigon la collezione risultava già completa in un inventario manoscritto del 1827, divisa in 79 cartelle per scuola ed epoca, nell'ordine mantenuto fino ad oggi. Rigon riferisce che "trae origine nell'ultimo trentennio del sec. XVIII dal concorso di due distinte raccolte: ad un primo nucleo comprendente incisioni italiane, fiamminghe, francesi, che poco prima del 1777 il conte Antonio Remondini aveva acquistato da un non meglio identificato "celebre uomo di gusto fino e sicuro" si venne ad aggiungere, verso il 1794, la collezione di esemplari italiani e stranieri messa insieme a Venezia dal pittore e incisore don Bernardo Ziliotti. Questi già cospicui gruppi furono poi incrementati e spesso completati per settori e scuole di quanto gli stessi Remondini, favoriti dalla loro attività calcografica, erano andati e andavano raccogliendo per scambi e acquisti" (Rigon in Nicolaes Berchem, incisore e inventore 1620 – 1683. Stampe dalla Collezione Remondini 1981, p. 7). Quasi tutte le stampe sono rifilate lungo i bordi e incollate a grandi fogli di cartoncino grigio-azzurro (76x54 cm ca.), in questo caso la metà destra è sciolta (probabilmente si era incollata per il bordo sinistro al cartone di quella sinistra.

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

tipologia: fotografia digitale
autore: Silvia Urbini
ente proprietario: Bassano del Grappa, Museo Civico ©

tipologia: fotografia digitale
autore: Silvia Urbini
ente proprietario: Bassano del Grappa, Museo Civico ©

REPERTORI

BIBLIOGRAFIA

Muraro M./ Rosand D., Tiziano e la silografia veneziana del Cinquecento, Vicenza, 1976, pp. 135-136, n. 77

MOSTRE/ESPOSIZIONI

AUTORE DELLA SCHEDA

Urbini S., 2018
Urbini S., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0361.2, https://archivi.cini.it/storiaarte/detail/24707/stampa-24707.html, ISBN 978-88-96445-24-2
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