OGGETTO

definizione: stampa
identificazione: elemento d'insieme

SOGGETTO

identificazione: MAPPA DELLA GRECIA
titolo parallelo: MAP OF GREECE

PROVENIENZA

DATAZIONE

sec. XVI, prima metà
1545

AUTORE

DATI TECNICI

xilografia; mm 750 x 1050
materia del supporto: carta
filigrana: da rilevare

STATO DI CONSERVAZIONE

buono

MODALITÀ DI CONSERVAZIONE

RESTAURI

ISCRIZIONI

tipologia: di titolazione
lingua: greco e latino
tecnica di scrittura: a stampa
tipo di caratteri: lettere capitali romane
posizione: in basso a destra lungo il bordo
trascrizione: ἉΠÁΣHΣ EΛΛÁΔOΣ ΠEPÍΓPAΦÉ/ TOTIVS GRAECIAE DESCRIPTIO/

tipologia: indicazione di responsabilità
lingua: latino
tecnica di scrittura: a stampa
posizione: in basso a sinistra entro un cartiglio
trascrizione: Ioannes Andreas Vauassorius Lectori. S. [...] [dettagliatissima descrizione dei paesi visibili nella mappa] Venetiis Calendis Marciis M.D. XXXXV









STEMMI, MARCHI

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Xilografia composta di 4 fogli uniti.
Nel cartiglio a sinistra si trova una dettagliata descrizione dei paesi visibili sulla mappa:
“Ioannes Andreas Vauassorius Vadagninus Lectori. Si/
HAbes optime, & eruditissime lecor in hac tabella iste totius Grecie picturam, omnesq/ insulas, & peninsulas, que inea in sunt, diligentissime descriptas, preterea Montes, Flumina/ Lacus, Ciuitates, oppida, Sinus, Promontoria memoratu digna Littoribus ipsis adiacentia, qui/ dem precedant, subsequentur vero noua. Et quoniam ipsa Grecia fuit, (adhuc auttem esse nota/ dicam) maxime insignis prouincia , plurimi & ii quidem prestantissimi viri de ea copiosissime/ scripserunt, & perfectim Dionysius Pomponio Mela, Strabom Dantes, Plinius, Aristoteles, & Liuius, & Diuus Paulus multas epistolas modo adhos Gracie populos, modo ad illos misit,/ (tanta vis fuit Euangelii) ardentissime sequerentur a Virgilius quoque multa de Groecia tra-/didit, presertim vero de Delo insula, que a nostris Sdiles dicitur, Sunt qui de Achaia, Pelopon/neso, Euboea, Euxino, Bithynia, Macedonia, Lycia Galatia, Pamphilia, Tracia, Mysia superiori/ & inferiori, Dacia Illyria, & Creta de qua mira, & e pene incredibilia dicuntur, conscripsere./ Quod cum ita fit, & cum ii, qui hec omnia apud Laudatissimos scriptores audiuere, Sibi ipsis/ satisfacere neque ant, propterea quod nolegere tantum humanu appetit desiderium, Sedo cu/lis ipsis, si fieri posset intueri, & laboribus assequi, curauimus quanta potuimus diligentia: & studio in/ hac tabula totam Greciam describendam, nulla alia profecto impulsi causa misi, vt studiose iu-/ uentuti aliqua in parte satisfaceremus, Quam me hercke rem semper a me actam esse, testes/ ii funt, in quoru manus huius oemodi modo Gallie, moo Hispanie, modo, Germanie, modo/Italie, multarumque aliarum proiunciarum descriptiones peruenire potuerunt./ Venetiis Calendis Marciis. M. D. XXXX V.

La xilografia riproduce l'omonima Totius Graeciae Descriptio di Nikolaos Sophianos, concepita come un compendio geografico dell'antichità greca per un pubblico ristretto di grecisti e antiquari.
La mappa è approntata sulle tavole tolemaiche antiche e moderne e sui portolani contemporanei, considerati allora le più accurate riproduzioni cartografiche. Tuttavia, questi modelli sono reinterpretati liberamente per rispondere a precise esigenze editoriali. Unendo le Tabulae Europae VI, IX e X alla Tabula Asiae I, Sophianos ampia la rappresentazione cartografica alle regioni circostanti, includendo la penisola balcanica fino al corso del Danubio, le coste dell'Asia minore e dell'Italia meridionale. Questa scelta già operata nella Mappa X della Geographia di de Lapis (Bologna, 1477), nella Tabula moderna Bossine, Servie, Graeciae et Sclavoniae della Geographia di Martin Waldseemüller (Strasburgo, 1513) e nella seconda edizione del Polyhistor di Solinus (Basilea, 1538), permette di definire i confini fisici e temporali della grecità.
Gli oltre duemila toponimi riportati in lingua greca sono ricavati dai testi di Erodoto, Tucidide, Tolomeo, Strabone e Pausania. La mappa stessa richiama volutamente il titolo della Perigesi della Grecia, la cui traduzione in latino è Pausaniae Greciae Descriptio.
Essa era dotata fin dalla prima edizione dalla Nomina antiqua et recentia, una tavola che permetteva di stabilire, sulla base di una corrispondenza numerica, il corrispettivo moderno, latino o medioevale del nome antico. La toponomastica risponde a un preciso arco cronologico che ha i suoi estremi nella guerra di Troia e nella fondazione di Costantinopoli. Per questo motivo i nomi di matrice bizantina, franca e araba sono volutamente esclusi, ad eccezione di Byzantion-Costantinopoli. Così come per i nomi delle città e delle regioni, delle montagne, dei fiumi, dei laghi e dei mari sono quelli antichi.
La mappa fu accolta con grande entusiasmo dagli studiosi, divenendo uno dei bestseller del Cinquecento. Il progetto editoriale costituiva una prima risposta alla necessità di scoprire la corretta posizione delle antiche località scomparse o dei luoghi il cui nome si era andato modificando nel tempo. La questione già sollevata da Petrarca era rimasta irrisolta in seguito all'invasione ottomana, che per gli umanisti europei ne rendeva ancora meno agevole l'identificazione e lo studio.
Secondo Tolias è possibile che Sophianos, allora a Venezia, possa aver collaborato col Guadagnino all'elaborazione del foglio.
La didascalia ripropone con alcune variazioni il contenuto dell'originale romano, di cui Vavassore mantiene il bilinguismo delle didascalie, scritte in greco e latino. Accanto al cartiglio è indicata in stadia e miglia italiane la scala utilizzata nella mappa. Il coinvolgimento di Sophianos indurrebbe a credere che la xilografia derivi dalla prima edizione della mappa, andata perduta.
Come l'originale romano, la copia del Guadagnino era indirizzata ad un pubblico ristretto di grecisti e antiquari.
Ebbe molta fortuna anche al di fuori dell'Italia e continuò ad essere riprodotta fino alla fine del XVI secolo. Una delle derivazioni più importanti è contenuta nel Parergon dell'Ortelius (1579).

Vavassore firmò un'altra mappa della Grecia, antecedente, conservata sempre a Vienna (vedi ALU. 0618).

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

tipologia: fotografia digitale
ente proprietario: Osterreischische Nationalbibliothek ©
note: Creative Commons

REPERTORI

BIBLIOGRAFIA

Almagià R., Il mappamondo di G. A. Vavassore, Firenze, 1920
Bagrow L., Giovanni Andreas di Vavassore, a Venetian cartographer of the 16th Century, a descriptive list of his maps, 1939, n. 5 
http://cul.worldcat.org/title/giovanni-andreas-di-vavassore-a-venetian-cartographer-of-the-16th-century-a-discriptive-list-of-his-maps/oclc/4458231
Schulz A. M., "Giovanni Andrea Vavassore and His Family in Four Unpublished Testaments", in Artes Atque Humaniora. Studia Stanislao Mossakowski Sexagenario dicata., Varsavia, 1998, pp. 117-125, pp.117-125

MOSTRE/ESPOSIZIONI

AUTORE DELLA SCHEDA

Fiore L. Urbini S., 2018
Fiore L. Urbini S., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0617, https://archivi.cini.it/storiaarte/detail/25928/stampa-25928.html, ISBN 978-88-96445-24-2
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