OBJECT

definition: stampa
identification: elemento d'insieme

SUBJECT

identification: MAPPA DI COSTANTINOPOLI
: MAP OF CONSTANTINOPLE

ACQUISIZIONE NELLA RACCOLTA

type of acquisition: acquisto

PROVENIENZA

DATE

sec. XVI, prima metà
1520 ca.

AUTHOR

TECHNICAL DATA

xilografia; mm 438 x 585
medium material: carta
watermark: ancora entro cerchio e croce sottostante

CONSERVATION

discreto

MODALITÀ DI CONSERVAZIONE

RESTORATIONS

INSCRIPTIONS

type of material: di titolazione
language of the material: latino
writing technique: a stampa
fonts: lettere capitali romane
position: in alto al centro entro un cartiglio
transcription: BVSANTIVM SI/VE COSTAN/TINEOPOLIS

type of material: indicazione di responsabilità
language of the material: volgare
writing technique: a stampa
position: in basso a destra, nell'angolo, in un cartiglio
transcription: OPERA DI GIOVANNI/ ANDREA VAVASSORI/ DETTO VADAGNINO









STEMMI, MARCHI

HISTORICAL INFORMATION

Mappa di Costantinopoli in prospettiva. Iscrizioni principali: in alto al centro “BYZANTIVM SI/VE CŌSTAN/TINEOPOLIS”, in basso a destra “OPERA DI GIOVANNI/ ANDREA VAVASSORI/ DETTO VADAGNINO”; porte: “Porta del/ Chastello”, “Porta costantina” , “porta del fiume”, “porta del chinico”, “porta de/la farina”, “Porta de S Antonio”, “porta comego”, “porta liona de le pescarie”, “porta S. chiara”, “porta de le bonbarde”, “porta de lisole”, “portaliona de la riua”, “Lauulacha” (Langa) ”, “Schala doue se/ paganoligripi/ chevanoiverbursia” (approdo per Bursa); sistema difensivo: “Bonbarde dpera”, “Loco doue sta la ma/gior parte de le galee”, ”Qui fano la guardia/li Turchi per li pas/segieri”, “stalla de caualli” e “Case de Ianiceri”; fonti di approvvigionamento: pozi de aqua/dolce, Vigne/di pera, el mazarde/formenti; luoghi di culto: “S. Lazaro”, “S. Andrea”, “S. helena”, “S. Cateri/na”, “S. Luca Euangelista”, “S. Pietro”, “S. Todaldo”, “S. bastiano”, ”S. Sophia”, “S. demitri”, “S. galatani”, “S. Veneranda”, “Patriar/chato”, “Moschea”, “Alma/ratro” (imaret), “sepulture de giudei”, “sepulture/ deturchi”; palazzi istituzionali: “Castel Nouo do/ue sta el tesoro/ del gran Turcho”, “ Elseraglio nouo doue habita Elgran Turcho”, “seraglio uechio”; attività produttive: “Arsenale”, “Case de pes/catori”; vestigia: “Piaza Colona”, “Colona Ser/pentina”, “Palatio di Cos/tantino”, “Teatro”, “tempio”, “Colona Istoriata” (colonna di Teodosio), “Coliseode Spiriti” (Myrelaion [in seguito moschea di Bodrum] e rotonda), “monte di Costātino”; toponimi: “PERA”, “Turchia”, “Isole chiamate principe/le quale sono abitate/ da Turchi” .



Si tratta della prima rappresentazione a pianta prospettica prodotta in Occidente che restituisce nel dettaglio la città, registrandone la trasformazione da bizantina in ottomana. Molto spazio è dedicato ai nuovi edifici realizzati dai turchi, in particolar modo a quelli costruiti durante il regno di Maometto II. La loro presenza, lungi dall’avere una funzione meramente documentaria, serve anche a qualificare visivamente la nuova capitale dell’impero turco. Cionostante sono raffigurate numerose chiese e le principali vestigia dell’antico passato pagano e cristiano della città, tracce indelebili del suo antico splendore e della profonda eredità culturale e ideale che l’univa a Venezia. Come nelle vedute urbane del primo rinascimento italiano la pianta prospettica è stata costruita facendo confluire in un’unica immagine, vista da un punto di osservazione fittizio (collocato idealmente sopra la città di Scutari), luoghi colti da punti di vista differenti. In questo modo si veniva a creare un’immagine geometricamente imprecisa, ma di grande efficacia espressiva. Secondo Cyril Mango il panorama di Vavassore è di origine veneziana e da datarsi presumibilmente alla fine del XV secolo sulla base di due elementi: la presenza delle mura del Topkapi successive al 1478-79 e l’identificazione della Nea Ekklesia di Basilio I al livello inferiore dell’Ippodromo con quella di “S. Luca Euangelista”. In questo caso il terminus ante quem sarebbe il 1490, dal momento che proprio in quell’anno fu distrutta da un fulmine, dopo essere stata convertita in polveriera. È stato, inoltre, ipotizzato che si tratti della derivazione da un dipinto o un disegno di Gentile Bellini realizzato dall’artista in occasione del soggiorno ad Istanbul (Iuliano 2008). Questa tesi sarebbe avvalorata dalla sicurezza con cui è tracciato l’impianto prospettico, che sottolinea le evidenze urbanistiche interne all’incisione e dalla lunga permanenza dell’artista  in quella città (dal settembre del 1489 al gennaio del 1491), durante la quale avrebbe potuto avere accesso a documenti cartografici della corte ottomana.  È stata suggerita anche la possibilità che la mappa derivi da quella di Costantinopoli del fiorentino Francesco Rosselli, menzionata nell'inventario della bottega risalente al 1525.



La xilografia di Vavassore a sua volta ha costituito un importante archetipo per le successive vedute della città elaborate nella seconda metà del XVI secolo (tra queste si ricordano: la Cosmographia di Sebastian Münster (1550), Giovan Francesco Camocio (1566), Domenico Zenoi (1569), Claudio Duchetti (1570), Civitates Orbis Terrarum di Braun e Hogenberg (1572)); inoltre alcune denominazioni saranno riportate da Melchior Lorck nel suo straordinario panorama conservato a Leida. Oltre all'esemplare citato da Bagrow (Bagrow 1939, n. 16) che è a Norimberga, Germanisches Nationalmuseum, altri conservati a: Harvard, Harvard University, Houghton Library (oggetto di questa scheda); Fullerton University Library, Fullerton, US Bamberga, Staatsbibliothek; Lione, Bibliothèque Municipal


PHOTOGRAPHS

type of material: fotografia digitale
ente proprietario: Harvard University Library ©
notes: Creative Commons

type of material: fotografia digitale
author: Silvia Urbini

type of material: fotografia digitale
author: Silvia Urbini
ente proprietario: Houghton Library ©

type of material: fotografia digitale
author: Silvia Urbini
ente proprietario: Houghton Library ©

type of material: fotografia digitale
author: Silvia Urbini
ente proprietario: Houghton Library ©

type of material: fotografia digitale
author: Silvia Urbini
ente proprietario: Houghton Library ©

type of material: fotografia digitale
author: Silvia Urbini
ente proprietario: Houghton Library ©

BIBLIOGRAPHY

BIBLIOGRAPHY

Almagià R., Il mappamondo di G. A. Vavassore, Firenze, 1920
Bagrow L., Giovanni Andreas di Vavassore, a Venetian cartographer of the 16th Century, a descriptive list of his maps, 1939, n. 16 
http://cul.worldcat.org/title/giovanni-andreas-di-vavassore-a-venetian-cartographer-of-the-16th-century-a-discriptive-list-of-his-maps/oclc/4458231
Schulz A. M., "Giovanni Andrea Vavassore and His Family in Four Unpublished Testaments", in Artes Atque Humaniora. Studia Stanislao Mossakowski Sexagenario dicata., Varsavia, 1998, pp. 117-125, cat. n. 1, pp.14-15
Iuliano, M., "Venezia e la pianta di Costantinopoli: Gentile Bellini e Giovanni Andrea Vavassore, 1479-1520", Le città dei cartografi, Napoli, 2008

MOSTRE/ESPOSIZIONI

ENTRY'S AUTHOR

Fiore L. Urbini S. Urbini S., 2018 2022
Fiore L. Urbini S. Urbini S., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0625, https://archivi.cini.it/storiaarte/detail/27067/stampa-27067.html, ISBN 978-88-96445-24-2
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