OGGETTO

definizione: carta da gioco
identificazione: frammento

SOGGETTO

identificazione: Due di denari
titolo parallelo: Two of Diamonds

ACQUISIZIONE NELLA RACCOLTA

tipo acquisizione: ritrovamento
Castello Sforzesco di Milano, 1906

PROVENIENZA

DATAZIONE

sec. XV, fine
1499

AUTORE

  • Anonimo (inventore, incisore)
ambito culturale: ambito milanese (inventore)
ambito milanese (incisore)

EDITORI/STAMPATORI

Da Castelletto Paolino, Attivo Milano 1494-1513
, 1499

DATI TECNICI

materia del supporto: carta
filigrana: da rilevare

STATO DI CONSERVAZIONE

discreto
indicazioni specifiche: lacune lungo i bordi

MODALITÀ DI CONSERVAZIONE

RESTAURI

ISCRIZIONI

tipologia: indicazione di responsabilità
lingua: latino
tecnica di scrittura: a stampa
tipo di caratteri: lettere capitali
posizione: nel cartiglio
trascrizione: PAVLINVS [DE] CASTELETO. FECIT 1499










STEMMI, MARCHI

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

La carta da gioco rappresenta un due di denari colorato a mano, con fiori iscritti all'interno delle due monete, un cartiglio con un’iscrizione e un motivo decorativo con fiorellini. L'iscrizione reca il nome del fabbricante, Paolino da Castelletto, e la data 1499, secondo la consuetudine già diffusa in Francia e Italia di inserire l'indicazione dello stampatore nel due di denari (Novati 1908, p. 18). Francesco Novati tra 1908 e 1910 pubblica tre documenti notarili su Paolino da Castelletto, che ne attestano l’attività come stampatore e pittore di carte da gioco tra 1494 e 1513 (Per la fabbricazione delle carte da gioco in Milano sugli inizi del sec. XVI, in «Archivio Storico Lombardo», vol. 9, anno 35, pp. 434-437; Ancora di Mastro Paolino di Castelletto, fabbricante di carte da gioco del sec. XV, in «Archivio Storico Lombardo», vol. 16, anno 37, p. 281; i documenti sono stati ripubblicati, tradotti dal latino all’italiano, in Leonardo e l'incisione 1984, pp. 176-177). Si tratta di una delle 59 carte da gioco ritrovate nel 1906 dentro a cisterne e pozzi del Castello Sforzesco durante i lavori di restauro eseguiti sotto la direzione dell'architetto Luca Beltrami. Oggi sono conservate nella Raccolta Bertarelli: 25 sono xilografiche e databili tra la fine XV e la prima metà del XVI secolo (ALU.0751.1 - ALU.0781.1). Queste 25 carte appartengono ad alcuni mazzi diversi, sulla loro divisione la critica non è però concorde. Tra esse non sono presenti trionfi e dunque non è possibile stabilire se si trattasse di mazzi normali o di mazzi di tarocchi, poiché entrambe le tipologie si rifacevano agli stessi modelli (Dummett, p. 334). Un nucleo appare sicuro, grazie alla presenza dei dorsi originali, e comprende 19 carte (di buona parte si conservano solo frammenti; si tratta di due esemplari di cinque di spade, tre esemplari di sette di spade, uno di otto di spade, due di nove di spade, uno di quattro di coppe, uno di cinque di coppe, uno di nove di coppe, uno di dieci di coppe, uno di cavallo di coppe, uno di dieci di denari, uno di tre di bastoni, uno di re di bastoni e tre frammenti di fanti diversi tra loro di cui non è possibile identificare il seme con certezza; ALU.0758.1 - ALU.0772.1). Sui dorsi sono rappresentate divinità classiche (un esemplare di Saturno, due esemplari di Marte, tre di Verità, uno di Ercole, quattro di Proserpina, due di Plutone, quattro di Giove, uno di Mercurio e uno di Venere; ALU.0773.1 - ALU.0781.1). Le restanti sei carte da gioco sono: un due di denari firmato da Paolino da Castelletto e datato 1499 (ALU.0751.1); un frammento di un re di coppe di cui si è conservato anche il dorso a quadretti (ALU.0755.1 - ALU.0756.1); un frammento di un quattro di coppe (ALU.0757.1); un cinque di coppe (ALU.0752.1), un cinque di bastoni (ALU.0753.1) e un cavallo di cui non è possibile identificare il seme (ALU.0754.1). Secondo la ricostruzione di Stuart Kaplan il due di denari, il re di coppe e il quattro di coppe appartengono a tre mazzi distinti, mentre il cinque di coppe, il cinque di bastoni e il cavallo fanno parte dello stesso mazzo. Secondo Alberto Milano invece il cinque di coppe appartiene allo stesso mazzo del due di denari di Paolino da Castelletto, ricostruzione che per le dimensioni affini e il semplice motivo decorativo con fiorellini appare la più plausibile (e viene accettata da Clelia Alberici in Leonardo e l'incisione, 1984). Il cinque di bastoni ha una decorazione con lo stesso tipo di fiorellini a quattro petali, ma presenta un più sofisticato tratteggio all’interno dei motivi fitomorfi, oltre ad essere più largo rispetto al due di denari e al cinque di coppe.


DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

tipologia: fotografia digitale
ente proprietario: Milano, Raccolta A. Bertarelli ©

REPERTORI

BIBLIOGRAFIA

Vandi L., "Playing with Destiny: Three Late Fifteenth-Century Uncut Playing-Card Sheets from Florence and Urbino", Multiplied and Modified. The Reception of the Printed Image in the Fifteenth and Sixteenth Centuries, 2021, pp. 48-62
Novati F., "Carte da Gioco dei secoli XV, XVI e XVII rinvenute nel Castello Sforzesco", in Bullettino dei Civici Musei Artistico ed Archeologico di Milano, 1908, 17-20, 17-20, tav. IV 
https://www.bdl.servizirl.it/bdl/bookreader/index.html?path=fe&cdOggetto=3416#page/82/mode/2up
Novati F., "Per la storia della carte da giuoco in Italia", in Il libro e la stampa, 1908, 54-69, 65-69, tav. II 
http://www.internetculturale.it/jmms/iccuviewer/iccu.jsp?id=oai%3Abid.braidense.it%3A7%3AMI0185%3AEVA_199_A276340&mode=all&teca=Braidense
Milano A., Carte da gioco milanesi dal XV al XX Sec. Storia, fabbricanti, curiosità, Milano, 1980, p. 10, fig. 3
Kaplan Stuart R., The Encyclopedia of Tarot, New York, 1985-1986, v. II, p. 289, v. II, p. 289
Dummett M., Il mondo e l'angelo. I tarocchi e la loro storia, Napoli, 1993, pp. 332-339, p. 241

MOSTRE/ESPOSIZIONI

Luca Beltrami (1854-1933). Storia, arte e architettura a Milano Milano, Castello Sforzesco, Sale Viscontee, 2014 marzo-giugno

AUTORE DELLA SCHEDA

Piazzi M.L., 2018
Piazzi M.L., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0751.1, https://archivi.cini.it/storiaarte/detail/27940/carta-gioco-27940.html, ISBN 978-88-96445-24-2