OGGETTO
identificazione: frammento
SOGGETTO
titolo parallelo: FOUR OF CUPS
ACQUISIZIONE NELLA RACCOLTA
tipo acquisizione: ritrovamento
Castello Sforzesco di Milano, 1906
PROVENIENZA
DATAZIONE
sec. XVI, prima metà
1500 ca. - 1550 ca.
AUTORE
-
Anonimo (inventore, incisore)
ambito culturale:
ambito milanese (inventore)
ambito milanese (incisore)
DATI TECNICI
materia del supporto: carta
filigrana: da rilevare
STATO DI CONSERVAZIONE
mediocre
indicazioni specifiche: parte superiore mancante
MODALITÀ DI CONSERVAZIONE
RESTAURI
STEMMI, MARCHI
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
Questo frammento di carta da gioco rappresenta un quattro di coppe con tracce di colore giallo e viola. Restano solo le due coppe inferiori, ragione che ha portato Alberici a ritenere che si trattasse di un due o tre di coppe, mentre Kaplan e Dummett, grazie al confronto coi tarocchi di Marsiglia, concordano sul fatto che si tratti di un quattro. La carta non presenta un dorso.
Si tratta di una delle 59 carte da gioco ritrovate nel 1906 dentro a cisterne e pozzi del Castello Sforzesco durante i lavori di restauro eseguiti sotto la direzione dell'architetto Luca Beltrami. Oggi sono conservate nella Raccolta Bertarelli e 25 sono xilografiche e databili tra la fine XV e la prima metà del XVI secolo (ALU.0751.1 - ALU.0781.1).
Queste 25 carte appartengono ad alcuni mazzi diversi, sulla loro divisione la critica non è però concorde. Tra esse non sono presenti trionfi e dunque non è possibile stabilire se si trattasse di mazzi normali o di mazzi di tarocchi, poiché entrambe le tipologie si rifacevano agli stessi modelli (Dummett, p. 334).
Un nucleo appare sicuro, grazie alla presenza dei dorsi originali, e comprende 19 carte (di buona parte si conservano solo frammenti; si tratta di due esemplari di cinque di spade, tre esemplari di sette di spade, uno di otto di spade, due di nove di spade, uno di quattro di coppe, uno di cinque di coppe, uno di nove di coppe, uno di dieci di coppe, uno di cavallo di coppe, uno di dieci di denari, uno di tre di bastoni, uno di re di bastoni e tre frammenti di fanti diversi tra loro di cui non è possibile identificare il seme con certezza; ALU.0758.1 - ALU.0772.1). Sui dorsi sono rappresentate divinità classiche (un esemplare di Saturno, due esemplari di Marte, tre di Verità, uno di Ercole, quattro di Proserpina, due di Plutone, quattro di Giove, uno di Mercurio e uno di Venere; ALU.0773.1 - ALU.0781.1).
Le restanti sei carte da gioco sono: un due di denari firmato da Paolino da Castelletto e datato 1499 (ALU.0751.1); un frammento di un re di coppe di cui si è conservato anche il dorso a quadretti (ALU.0755.1-ALU.0756.1); un frammento di un quattro di coppe (ALU.0757.1); un cinque di coppe (ALU.0752.1), un cinque di bastoni (ALU.0753.1) e un cavallo di cui non è possibile identificare il seme (ALU.0754.1).
Gli studiosi sono concordi nel ritenere questo quattro di coppe l'unica carta superstite di un mazzo perduto e non vedono relazioni con nessuna delle altre conservate.
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
tipologia: fotografia digitale
ente proprietario: Milano, Raccolta A. Bertarelli ©
REPERTORI
BIBLIOGRAFIA
, Leonardo e l'incisione: stampe derivate da Leonardo e Bramante dal XV al XIX secolo, Milano, 1984, pp. 175-177, 185, n. 285, n. 285, p. 185
Kaplan Stuart R.,
The Encyclopedia of Tarot, New York, 1985-1986, v. II, p. 296, v. II, p. 296
Dummett M.,
Il mondo e l'angelo. I tarocchi e la loro storia, Napoli, 1993, pp. 332-339
AUTORE DELLA SCHEDA
Piazzi M.L., 2018
Piazzi M.L., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0757.1, https://archivi.cini.it/storiaarte/detail/28270/carta-gioco-28270.html