OGGETTO

definizione: stampa

SOGGETTO

identificazione: CONVERSIONE DI SAULO
titolo parallelo: CONVERSION OF SAUL
titolo: Conversione di Saulo

LOCALIZZAZIONE

Parigi, Bibliothèque nationale de France, Département des Estampes et de la photographie
inv. BC-6 6 H105369 f. 63

PROVENIENZA

DATAZIONE

sec. XVI, primo quarto
1517 ca. - 1520 ante

DATI TECNICI

xilografia; mm 405 x 500
materia del supporto: carta
filigrana: da rilevare

STATO DI CONSERVAZIONE

buono
indicazioni specifiche: La stampa ha ancora la sottile cornice nera nei due lati verticali e in quello superiore, mentre sembra essere rifilata nel lato inferiore. Manca inoltre dell'angolo inferiore sinistro (di chi guarda).

MODALITÀ DI CONSERVAZIONE

RESTAURI

ISCRIZIONI











STEMMI, MARCHI

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Dio padre scende dal cielo per benedire Saulo convertito dopo la visione celeste. La scena è affollata e concitata, i cavalli sono schiacciati nell'urgenza della fuga dei soldati, mentre l'evento miracoloso è reso con una serie di raggi disposti in fasce che occupano tutta la metà superiore del foglio. All'estrema sinistra e destra, come a fare da quinte, due figure maschili –una nuda frontale e stante, l'altra di spalle che corre- stringono un bastone al quale è legato un ricco stendardo svolazzante.
Il primo a citare questa xilografia fu Mariette (VI, 1859-60, p.311) che l'attribuì a Domenico Campagnola (secondo la Faietti ‘l'opinine di Mariette non era priva di acume critico'). Questa attribuzione fu accettata da Galichon e da Dreyer. La stampa fu riferita invece a Tiziano da Tietze-Conrat identificandola con l'opera citata nella lettera di Lampsonio del 1567: lì il fiammingo suggerisce al cadorino di far intagliare a Cornelis Cort varie sue opere, fra cui il Trionfo di Cristo e la Conversione di Saulo. La xilografia, molto originale non solo dal punto di vista iconografico ma anche per la resa tecnica, oscillò tra l'attribuzione a Campagnola e quella a Tiziano, con una preferenza per il primo, fino a quando Konrad Oberhuber, nel 1973, propose di riferirla ad Amico Aspertini. Questa attribuzione è stata accettata dalla Faietti. Intanto la Karpinski, su suggerimento di John Shearman, proponeva che il disegno preparatorio fosse invece di Girolamo Genga e l'intaglio di Francesco Denanto. Faietti concorda con l'ipotesi che lo xilografo sia Francesco Denanto.
Aspertini, durante il secondo decennio, complici anche uno o più viaggi a Venezia, dimostrò nelle sue opere di conoscere ed apprezzare la grafica di Domenico Campagnola che, come è noto, ebbe un'impennata produttiva tra il 1517 e il 1518. È vero quindi che si trovano riferimenti stilistici a Campagnola nelle opere di Aspertini, e questa opera è una conferma della frequentazione fra i due artisti, tanto che possiamo immaginare che sia stata inventata dai due artisti quasi in un lavoro congiunto. È infatti un mix dei personaggi caratteristici sia di Amico che di Domenico: consideriamo come sigla del bolognese il nudo in primo piano (ispirato a una figura in un sarcofago Borghese ora al Louvre) mentre i vecchi dalle barbe aguzze e sfuggenti sono tipici delle opere del veneziano. Aleggia anche Tiziano nel portabandiera sulla destra, che ricorda l'uomo che regge la croce nel Trionfo di Cristo, il celebre fregio xilografico (ALU.0170.1).
È infine soprattutto la tecnica, con i fitti e sapienti segni incrociati a rendere le parti in ombra, che lega a doppio filo la xilografia ai due artisti essendo così tipica dei loro legni, e solo dei loro legni (non quindi di quelli di Francesco Denanto).

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

tipologia: scansione da libro

REPERTORI

Mariette P.J., Abecedario de P. J. Mariette et autres notes inédites de cet amateur sur les arts et les artistes, Paris, 1853-1860, VI, p. 311

BIBLIOGRAFIA

Levenson J.A./ Oberhuber K./ Sheehan J.L., Early Italian Engravings from the National Gallery of Art, Washington, 1973, p. 417, nota 9
Muraro M./ Rosand D., Tiziano e la silografia veneziana del Cinquecento, Vicenza, 1976, n. 17
Faietti M./ Scaglietti Kelescian D., Amico Aspertini, Modena, 1995, pp. 327-328
Joannides P., Titian to 1518 : the assumption of genius, New Haven, 2001, pp. 281-283, nn. III.1, III.2

MOSTRE/ESPOSIZIONI

AUTORE DELLA SCHEDA

Urbini S., 2018
Urbini S., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0395, https://archivi.cini.it/storiaarte/detail/28942/stampa-28942.html, ISBN 978-88-96445-24-2
aggiungi ai preferiti Torna all'esito