OGGETTO

definizione: carta da gioco
identificazione: elemento d'insieme

SOGGETTO

identificazione: L'AMORE
titolo parallelo: LOVE

LOCALIZZAZIONE

inv. 11294

PROVENIENZA

DATAZIONE

sec. XVI, metà
1543 ca. - 1557 ca.

AUTORE

  • Anonimo (inventore, incisore)
ambito culturale: ambito emiliano-veneto (inventore/ incisore)

DATI TECNICI

materia del supporto: carta
filigrana: da rilevare

STATO DI CONSERVAZIONE

buono
indicazioni specifiche: lacuna in basso a destra

MODALITÀ DI CONSERVAZIONE

RESTAURI

ISCRIZIONI

tipologia: didascalica
tecnica di scrittura: a stampa
tipo di caratteri: numeri romani
posizione: a destra
trascrizione: VIII










STEMMI, MARCHI

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Questa carta da gioco colorata in viola, arancione e verde è un trionfo e rappresenta l'amore. È numerata VIII e presenta una composizione articolata: due musicisti suonano in primo piano, dietro di loro due innamorati si baciano, in alto vola Cupido nell'atto di scoccare una freccia e di fianco a lui è collocato un altro personaggio di difficile identificazione. La scena è stata anche interpretata come il banchetto nuziale tra Ruggiero e Bradamante, i due guerrieri che diedero origine alla casata d'Este.
Si è conservato anche il dorso, una xilografia più grande ripiegata lungo i bordi della carta da gioco che raffigura Cupido (ALU.0791.1).

La xilografia appartiene a un gruppo di dieci carte da gioco reso noto da Vittoriano Facco e in seguito studiato da Michael Dummett, Stuart R. Kaplan e Giordano Berti.
Le carte appartengono a due mazzi diversi: nove, tra cui questa, presentano lo stesso dorso con Cupido che suona la viola, una invece ha come dorso un paesaggio con due palme e dimensioni leggermente maggiori. Il mazzo di nove carte comprende quattro trionfi (l'amore, l'impiccato, la stella e il sole; ALU.0782 - ALU.0785) e cinque carte numerali (sette di spade, otto e nove di coppe, sette e otto di bastoni; ALU.0786 - ALU.0790). La carta che ha il dorso con il paesaggio è un sette di spade, xilografia diversa ma molto simile all'altro sette di spade della raccolta (ALU.0792). Le dieci carte sono state con ogni probabilità prodotte tutte nella stessa bottega, lo fanno intuire anche le caratteristiche stilistiche affini dei dorsi (si vedano ALU.0791.1 e ALU.0793) e la coloritura simile.

Se le carte numerali sono molto essenziali e non presentano decorazioni, i quattro trionfi sono piuttosto raffinati per questo genere di produzione e hanno un'iconografia particolare. Infatti, ad eccezione dell'impiccato, presentano riferimenti all'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Il trionfo XVI (ALU.0784, probabilmente la stella) vede un uomo vestito e uno nudo impegnati in una lotta su un ponte, mentre sullo sfondo si erge un mausoleo. Kaplan interpreta la scena come il combattimento tra Orlando in preda alla follia e Rodomonte e l'edificio sullo sfondo come la tomba eretta da Rodomonte per Isabella (Orlando Furioso, canto XXIX). Il trionfo XVIIII (ALU.0785, probabilmente il sole) vede un uomo nudo sradicare un albero in prossimità di una fontana. Secondo Kaplan si tratta di Orlando impazzito che sradica alberi dopo aver saputo dell'amore che lega Angelica a Medoro (Orlando Furioso, canto XXIII), nella fontana vede un riferimento alla fontana dell'odio e quella dell'amore dell'Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo, riferimento labile che Dummett lascia cadere. Il trionfo XVIII raffigura l'amore e vede una coppia baciarsi mentre due musicisti suonano e Cupido scocca frecce (ALU.0782), potrebbe trattarsi del matrimonio tra Ruggiero e Bradamante, in questo caso il riferimento al poema è meno stringente rispetto ai due trionfi precedenti (Ariosto, canto XLVI).

Gli studiosi hanno riferito il mazzo di tarocchi ad ambito veneziano o più probabilmente ferrarese (Kaplan, Dummett e Berti) sia per la particolare iconografia ariostesca (proposta da Kaplan e accettata da Berti e Dummett), che per la sua tipologia (ordine di tipo B). Il paesaggio con le palme raffigurato sul dorso di una delle carte va identificato come l'emblema del marchese Ermes Stampa di Soncino, che lo adotta a partire dal 1543 e muore nel 1557 (cfr. ALU.0793). Questa circostanza porta ad essere cauti rispetto al luogo di produzione del gruppo di carte, forse veneto, e consente di precisarne la datazione intorno alla metà del XVI secolo.

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

tipologia: fotografia digitale
ente proprietario: Roma, Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia - Gabinetto delle Stampe ©

REPERTORI

BIBLIOGRAFIA

Kaplan Stuart R., The Encyclopedia of Tarot, New York, 1985-1986, v. II, p. 287, v. II, p. 288
, Le carte di corte. I tarocchi. Gioco e magia alla corte degli Estensi, Padova, 1987, p. 92, n. 21 (G. Berti)
Dummett M., Il mondo e l'angelo. I tarocchi e la loro storia, Napoli, 1993, pp. 209-213, pp. 208a, 210
Luberti R., "Dai trionfi miniati del XV secolo ai tarocchi stampati del XVI", in Ludica, 2003, pp. 178-193, p. 190, n. 58, fig. 4

MOSTRE/ESPOSIZIONI

Le carte di corte. I tarocchi. Gioco e magia alla corte degli Estensi Ferrara, Castello Estense, Casa di Stella dell'Assassino, 1987-88 settembre-gennaio

AUTORE DELLA SCHEDA

Piazzi M.L., 2018
Piazzi M.L., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0782, https://archivi.cini.it/storiaarte/detail/29941/carta-gioco-29941.html, ISBN 978-88-96445-24-2
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