Per questa xilografia esiste una richiesta di privilegio dell’editore Giovanni Ostaus datata 30 giugno 1556: “Disegno del Crucificxo de Joseph Salviati con alcune scritte intorno”. Questo esemplare porta il privilegio di Ostaus e la data 1557, con testi in latino e firma IOSEPHE SALVIATI in basso a destra nella xilografia. Muraro e Rosand citano un ulteriore esemplare della stampa corredato da un testo in tedesco, pubblicato sempre nel 1557 da Sigismondo Feierabend. Nel privilegio richiesto da Ostaus, è citato anche un “libretto di disegni et recami”, ovvero La vera perfettione del disegno di varie sorti di ricami…, in cui compare la Lucrezia da cui fu tratta un’altra xilografia (ALU.0269). Sia la Lucrezia che questa Crocifissione sono trasposizioni a stampa di opere perdute di Giuseppe Porta: in questo caso di un dipinto che Ridolfi ricorda in Palazzo Ducale (Ridolfi, I, p.246).
Altri esemplari di questa stampa sono conservati a: Pargi, BnF (Cote BC-6-H104775); Firenze, Biblioteca Marucelliana (Stampe, vol. LXX, n.15); New York, Metropolitan Museum of Art (ALU.0270.1); Berlino, Staatliche Museen (ALU.0270.3); Roma, Istituto Centrale per la Grafica (FC 86591). L'invenzione del Salviati conobbe una notevole fortuna; si conoscono almeno cinque xilografie che riprendono questo moedello figurativo: oltre alla xilografia conservata alla Kunsthalle di Brema (ALU.1180); se ne conoscono altre quattro di cui si conservano le matrici xilografiche (Modena, Galleria Estense, nn. invv. 4299, 4368, 4298, 4367; cfr. Goldoni in I legni incisi della Galleria Estense, p. 104).