OGGETTO

SOGGETTO

titolo parallelo: PORTRAIT OF DOGE ANDREA GRITTI

PROVENIENZA

DATAZIONE

sec. XVI, primo quarto
1523 post - 1525 ante

AUTORE

  • Anonimo (inventore, incisore)
ambito culturale: ambito senese (inventore/ incisore)

DATI TECNICI

materia del supporto: carta
filigrana: da rilevare

STATO DI CONSERVAZIONE

discreto
indicazioni specifiche: Varie macchie di inchiostro, macchie di umidità

MODALITÀ DI CONSERVAZIONE

RESTAURI

ISCRIZIONI

tipologia: di titolazione
lingua: latino
tecnica di scrittura: a penna e inchiostro bruno
tipo di caratteri: corsivo
posizione: in alto a destra
trascrizione: Andreas Grittus [...... ....]

tipologia: documentaria
tecnica di scrittura: a penna e inchiostro bruno
tipo di caratteri: numeri romani
posizione: in alto al centro
trascrizione: MDXXIII









STEMMI, MARCHI

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Il doge Andrea Gritti è presentato a figura intera di profilo, rivolto verso sinistra. L'intagliatore dedica molta attenzione ai dettagli suntuosi dell'abbigliamento, come il tessuto damascato della veste o la pelliccia d'ermellino. La stampa è colorata con giallo ocra e rosso, colori che corrispondono a quelli effettivamente indossati da Gritti. Un accenno di rosa è dato sulla gota. Il ritratto è identificato da una scritta vergata a mano da Sigismondo Tizio, autore del manoscritto su cui è stampato, e coincide con ritrattistica ufficiale di Andrea Gritti, eletto doge il 20 maggio 1523.

La xilografia propone un'effige del doge molto affine al ritratto di Vincenzo Catena conservato alla National Gallery di Londra (n. inv. NG5751; https://www.nationalgallery.org.uk/paintings/vincenzo-catena-portrait-of-the-doge-andrea-gritti) in cui è però rappresentato a mezzo busto, col capo leggermente ruotato e le braccia in una diversa postura. A figura intera e con una simile postura (in entrambi i casi si sta sfilando un sacchetto di monete dalla cintura) è il dipinto ad olio seicentesco di David Frumerie, conservato al National Museum di Stoccolma (n. inv. NMGrh 576; http://emp-web-84.zetcom.ch/eMP/eMuseumPlus?service=ExternalInterface&module=collection&objectId=15246&viewType=detailView). Questo dipinto, che mostra il volto molto ingentilito rispetto al ritratto di Catena e alla xilografia, probabilmente deriva da questa stessa xilografia stessa o da un modello comune.

La xilografia fa parte del nono volume delle Historiae senenses di Sigismondo Tizio, codice vaticano che riporta eventi dal 1520 al 1525, data che possiamo considerare termine ante quem per la sua esecuzione. Non è incollata nel volume, ma ne costituisce una pagina la cui carta presenta le stesse caratteristiche delle altre che compongono il volume. Questa circostanza porta a ritenere che sia stata stampata direttamente sul volume già assemblato e che quindi l'ambito di produzione sia senese.

Nello stesso volume sono inserite o incollate altre tre xilografie: l'assedio di Rodi (ALU.278.1), il ritratto di Solimano il Magnifico (ALU.0277) e il Monstrum Saxoniae (ALU.0825).


DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

MOSTRE/ESPOSIZIONI

AUTORE DELLA SCHEDA

Piazzi M.L., 2019
Piazzi M.L., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0826, https://archivi.cini.it/storiaarte/detail/35470/stampa-inserita-volume-35470.html, ISBN 978-88-96445-24-2
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