• Anonimo (inventore)
• Franco Giovanni Battista (1510/ 1561), attr. (incisore)

  vedi scheda autore

Il foglio volante reca una xilografia che rappresenta un soggetto particolare noto come "Trionfo dell'eroe cristiano" o "Trionfo del cavaliere cristiano", circondata da testi in volgare tratti dal Vangelo. Si tratta di un raro e prezioso esempio di foglio volante, produzione di largo consumo in gran parte distrutta dall'utilizzo nella vita quotidiana.

È noto il disegno preparatorio, attribuito a Battista Franco detto il Samolei e conservato alla Morgan Library (n. inv. 1982.39, http://corsair.morganlibrary.org/vwebv/holdingsInfo?searchId=60&recCount=50&recPointer=15&bibId=141752). L’autografia di questo disegno è confermata un’ulteriore stampa che lo traduce: un chiaroscuro a due legni di Andrea Andreani, datato 1590 (ne sono noti vari esemplari, uno si conserva presso il British Museum, n. inv. 1860,0414.115, https://www.britishmuseum.org/research/collection_online/collection_object_details.aspx?objectId=1521243&partId=1&). Andreani nella dedica a Ludovico Gonzaga nella parte inferiore del chiaroscuro precisa infatti: "Essendo longo tempo stato come sepolto nelle mie mani questo nobile dissegno del Semoleo, & parendomi di far torto alla professione donatami di Dio, mi so finalmente rissolto farlo vscire in luce in questo intaglio, & in questa nuoua forma di stampare in legno".

Il foglio volante oggetto di questa scheda è tagliato lungo i bordi e all’iscrizione “Stam[pato]. C[on]. G[razia] E. P[rivilegio]. D[el]. l.Il[lustrissimo]. Sen[ato]. Ven[eto]. MDLV.” non segue il nome dell’editore, probabilmente decurtato. Koshikawa pubblica un documento dell’Archivio di Stato di Venezia (Senato Deliberazioni Terra, Registro 37, fols. 152r-152v) in cui il 2 giugno 1551 si concede all’editore Michele Tramezzino il privilegio per pubblicare “il disegno titolato Via, Verità, et Vita, et per il disegno di Christo resuscitante, con le sue dechiarationi”. Come precisa Koshikawa si tratta con ogni probabilità dell’invenzione di Franco per il Trionfo dell'eroe cristiano, Franco all’epoca era attivo a Roma dove era forse in contatto con Francesco Tramezzino, fratello di Michele (Koshikawa 2016, pp. 107-108, 113). Koshikawa, riprendendo Varick Lauder, riconosce uno schizzo preparatorio per questa composizione in un foglio del Samolei conservato al Louvre che ospita anche un disegno preparatorio per gli affreschi della Cappella Gabrielli di Santa Maria Sopra Minerva (1550 circa); circostanza che lo porta a ipotizzare che già nel 1550-1551 Franco avesse iniziato a lavorare a questo soggetto (inv. 4932, Recto http://arts-graphiques.louvre.fr/detail/oeuvres/1/7251-Etude-pour-La-Resurrection-du-Christ-et-scene-de-meurtre-max).

Riteniamo che Franco in questa composizione rielabori un tema che aveva già trattato in precedenza e che conosciamo attraverso un’altra xilografia. Si tratta di una poco nota Allegoria della lotta tra Bene e Male che gli si è attribuita in questa sede e di cui si conserva anche la matrice xilografica, nonché vari disegni preparatori (si vedano ALU.0430.1 e ALU.0430-M). Nel Trionfo dell’eroe cristiano Franco mantiene alcuni elementi iconografici dell’Allegoria e aggiunge nella parte superiore l’incoronazione del cavaliere.

Koshikawa avanza l’ipotesi che la commissione del foglio vada riferita a Giovanni Grimani, patriarca di Aquileia, come risposta alle accuse di eterodossia. El Greco, che ebbe contatti coi Grimani durante il suo soggiorno a Venezia, rielabora questa composizione nel Trittico di Modena (Koshikawa 2016, p. 110 e Koshikawa 2019; un’altra fonte figurativa del Trittico di Modena è ALU.1136.1). Marías pubblica una versione ulteriore di questo foglio che presenta le iscrizioni in latino (già pubblicata da Schleier; riferisce che sia nella BNF, ma non localizzabile). Lo studioso riflette sui testi presenti sia nella versione in volgare che in quella in latino (sono tratti dal Vangelo di Matteo, dalle lettere di Paolo ai Colossesi, agli Efesini, a Timoteo e ai Romani e dall’Apocalisse; Marías p. 39). Nota inoltre che anche nella versione in latino non sia presente l’indicazione dell’editore (forse decurtata), che il privilegio sia riportato in maniera inconsueta e che non sia precisato alcun beneficiario. Queste circostanze lo portano a ipotizzare una vicinanza all’ambiente protestante che ritrova anche in un altro foglio volante pubblicato da Giovanni Ostaus (ALU.0270.2; Marías pp. 39-41).