NOTIZIE STORICO-CRITICHE
L'opera in questione è una delle xilografie con cui Jacopo Rubieri - impiegato forense di origini parmensi, nato intorno al 1430 e morto dopo il 1487, a lungo residente tra il Veneto, l'Istria e la Dalmazia- decorava i codici sui quali ricopiava i testi giuridici e i processi oggetto del suo lavoro. Parte dei suoi libri furono acquistati all'inizio del Settecento sul mercato antiquario da Pietro Canneti, fondatore della Biblioteca Classense di Ravenna: si tratta degli attuali codici 98, 374, 450, 485 (IV e V) all'interno dei quali sono state rintracciate in tutto 48 incisioni, fra le più antiche xilografie italiane pervenuteci. La xilografia in questione era incollata nel codice 485.
Il foglio è incorniciato da un bordo a festoni giustapposti di foglie di alloro, integro solo nella parte inferiore. E' probabile che fosse il frontespizio del libro della confraternita di cui i Santi al centro del foglio dovevano essere i protettori.
Si tratta di Santa Caterina d'Alessandria, con i consueti attributi (la palma del martirio nella mano sinistra e la ruota dentata sul fianco destro) e di un santo vescovo da identificarsi forse, come suggerito da Schizzerotto (Schizzerotto 1971, n. 32, tav. VIII), con Atanasio d'Alessandria, il cui corpo fu trasferito a Venezia da Costantinopoli nel 1454-55. Il vescovo veste la mitria gemmata e reca sull'abito episcopale il motivo della doppia croce orientale. Le mani dei due santi libere da attributi si incontrano sull'asta della croce processionale al centro del foglio, quella di Atanasio poco più in alto di quella di Caterina, accentuando così la simmetria della composizione, in cui spicca per contrasto il tratto “naturalistico” del gonfalone mosso dal vento, dove è replicata l'intera scena.
Il motivo del pavimento tratteggiato a linee parallele ricorre anche nelle ALU.0074.1 (Santo Stefano), ALU.0072 (San Filippo Benizi), ALU.0049 (Sant'Agostino consegna la regola all'ordine dei frati predicatori).
Come da indicazioni di Kristeller e Essling, il foglio si considera prodotto in ambito veneto intorno agli anni 70 del Quattrocento. Sulla base di una serie di evidenze stilistiche, tra le quali “le silhouettes bilanciate, le stupefatte espressioni rafforzate dai curiosissimi occhi “a palla” (…)”, Bellini ipotizza la mano di Dario da Treviso, pittore vagabondo formatosi a Padova nella bottega di Francesco Squarcione e attivo anche a Venezia, dove fu influenzato da Antonio Vivarini (Bellini 1987, pag. 106).
Tracce di verde, giallo, rosa, bruno, fondo opaco (Schizzerotto n. 32).
BIBLIOGRAFIA
Lehrs M., "Una nuova incisione in rame del maestro delle banderuole in Ravenna", in
Archivio Storico dell'Arte, 1888, I, pp. 444-446, p. 446, n. 7
Kristeller P., "Ein venezianisches Blockbuch in Königlichen Kupferstichkabinett zu Berlin", in
Jahrbuch der Preußischen Kunstsammlungen Preußische Kunstsammlungen, 1901, III, 22, pp. 132-154, p. 141
Essling V., Massena, Prince d',
Les livres a figures venitiens de la fin du XVe siecle et du commencement du XVIe, Firenze-Paris, 1907-1914, III, p. 43
Kristeller P., "Holzschnitte des Meisters des Abendmahls in Ravenna",
Festschrift für Max J. Friedländer zum 60. Geburtstage, Leipzig, 1927, pp. 3-13, p. 4
Schreiber W.L., "Einzel-Formschnitte des fünfzehnten Jahrhunderts in der Biblioteca Classense Ravenna",
Einblättdrucke des XV. Jahrhunderts, Strassburg, 1929, n. 10
Schizzerotto G.,
Le incisioni quattrocentesche della Classense, Ravenna, 1971, n. 32, tav. VIII
, Xilografie italiane del Quattrocento da Ravenna e da altri luoghi, Ravenna, 1987, p. 106 n. 35