NOTIZIE STORICO-CRITICHE
La Battaglia è ambientata in un paesaggio roccioso scandito da due caverne e, in alto a destra, da un arco naturale di roccia. L'esercito degli attaccanti è composto da uomini nudi armati di lance, bastoni e scudi oblunghi. Un gruppo di satiri cornuti e con zampe caprine difende i propri insediamenti con armi rozze, mazze e scudi formati da carapaci e teschi di animali. Le parti belligeranti portano i propri vessilli sul campo: gli uomini un'asta sormontata da una torcia recante su una targa l'iscrizione “Q. R. F. E. V.” e una ornata da una mezzaluna. Il rustico vessillo dei satiri è costituito da una pelle di montone legata per le zampe e da un fascio di fieno e ramoscelli.
Circa al centro della stampa, lungo il margine inferiore, siede un vecchio dalla lunga barba che parrebbe avere l'autoritas del comandante. Alle sue spalle, quattro uomini nudi suonano lunghe trombe, le classiche tubae. Il comandante si volta verso un guerriero che ha portato al suo cospetto Cupido, tenendolo per un'ala e obbligandolo ad inginocchiarsi. A terra, davanti a Cupido, sono appoggiati il suo arco, la faretra e un sacco aperto. Sulla sinistra, da un grande cesto, fuoriescono teste di fanciulli.
La battaglia infuria intorno a questo gruppo centrale. In primo piano, a destra, satiri e uomini si affrontano con pugni e mazze in un violento corpo a corpo; cadaveri di entrambe le fazioni giacciono sul campo. In secondo piano gli uomini attaccano i satiri rifugiati su una costruzione in legno sopraelevata. Alcuni di loro –con il tamburo e i flauti– incitano i compagni alla battaglia, altri ritirano le scale che hanno usato per salire sul tetto, altri ancora cercano rifugio più in alto, sugli alberi. A destra, l'esercito dei satiri in rotta viene spinto dagli uomini lungo uno stretto passaggio che sale verso l'ingresso di una grotta. Un uomo in piedi davanti all'ingresso tira pietre sulla colonna di prigionieri. In lontananza, si scorgono alcuni tetti di paglia, uno dei quali è in fiamme. La stampa descrive quindi, partendo da destra, la battaglia tra uomini e satiri e la vittoria dei primi sui secondi. La xilografia che fa da pendant a questa illustra il terzo momento dell'epopea, il trionfo degli uomini sui satiri.
La Battaglia fra gli uomini e i satiri è stata concepita come pendant del Trionfo degli uomini sui satiri, xilografia con cui condivide il soggetto ma non il formato (ALU.0096).
La Battaglia fra gli uomini e i satiri e il lungo fregio con il Trionfo rivestono una grande importanza nella storia della xilografia del Rinascimento e il loro impatto dovette essere straordinario. Per la prima volta si stampavano xilografie di grandi dimensioni –per il Trionfo sono state utilizzate tre matrici-, che ambivano a competere con il medium pittorico. La xilografia fino a queste date –ci troviamo intorno al 1496-, era stata destinata alla raffigurazione di temi devozionali, e qui per la prima volta il soggetto è destinato a un puro godimento estetico e anzi aggiornato ai migliori esiti della cultura umanistica e antiquaria. Jacopo, a quanto ci è dato sapere, è inoltre il primo artista di una certa levatura a prestare il suo lavoro agli xilografi al di fuori del contesto dell'illustrazione libraria. Questi fogli dimostrarono lo straordinario potenziale della xilografia -tecnica che ebbe la sua definitiva consacrazione nella Veduta di Venezia (ALU.0100.1 ALU.0100.2, ALU.0100.3) sempre disegnata da Jacopo-, ed inaugurarono in Laguna una breve ma ricchissima stagione di composizioni xilografiche su grande scala alle quali si dedicarono i migliori artisti del tempo, Tiziano in primis.
L'attribuzione di queste xilografie a Jacopo de' Barbari è condivisa dalla critica mentre gli studiosi sono meno concordi circa la loro datazione. L'ipotesi a nostro parere più plausibile -sostenuta in particolare da David Landau e Simone Ferrari-, ne propone un'esecuzione subito precedente alla grande impresa della Veduta di Venezia, alla quale Jacopo lavorò dal 1497 al 1500 (ALU.0100.1. ALU.0100.2, ALU.0100.3). Citando solo qualche relazione fra queste due xilografie ed altre incisioni di Jacopo, si considerino ad esempio: la più avanzata (in primo piano) delle tre creature marine che trascinano il carro di trionfo ricorda le Due Vittorie quanto ad acconciatura, profilo e anatomia; la terza sirena è direttamente comparabile al nudo sulla destra di quella incisione; il barbuto trionfatore ha lo stesso volto del San Girolamo, ecc. Sono particolarmente significative le somiglianze tra la Battaglia, il Trionfo e la Veduta di Venezia. Nettuno ad esempio è simile a uno dei nudi del Trionfo, la figura che appoggia il suo stendardo, alla sinistra dei tamburini. La definizione dei muscoli lungo le costole delle due figure è affine, con il contorno delineato da una serie di corti tratteggi. Anche il paesaggio sullo sfondo, con la sua catena di ripide montagne, ricorda le Alpi che attraversano la parte superiore della Veduta e l'ombreggiatura orizzontale del cielo e le nuvole sono molto simili nelle due xilografie. Le figure nella Battaglia e nel Trionfo sono più rigide degli dei rappresentati nella Veduta e non hanno la stessa convincente tridimensionalità, il che probabilmente le rende di poco precedenti. Le maggiori differenze si devono tuttavia all'intaglio dei blocchi di legno più che allo stile delle figure. (Levenson 1978, p.271).
Jacopo de' Barbari in queste stampe dimostra inoltre di conoscere un capolavoro della grafica di primo Rinascimento come la Battaglia degli uomini nudi di Pollaiolo e, soprattutto, le opere padovane e mantovane di Andrea Mantegna, dalle quali riprende spunti iconografici, posture dei personaggi e, più in generale, lo spirito e i temi.
Altri esemplari:
Londra, British Museum (ALU.0095.1)
Berlino, Kupferstichkabinett (inv. 964-21, ALU.0095.2).
Vienna, Albertina (inv. 1952/458 e 1952/459, rispettivamente ALU.0095.3 e ALU.0095.4).
Roma, Biblioteca Vaticana (solo il foglio di destra 380x273; inv. V. 84, 112, stato di conservazione buono, segni di sottili fratture verticali nella matrice).
Boston, Museum of Fine Arts (inv. 1975.475):
https://collections.mfa.org/objects/173329/combat-of-satyrs-and-naked-men
Boston, Museum of Fine Arts (inv. 29.1924):
https://collections.mfa.org/objects/80965/combat-of-satyrs-and-naked-men
Oxford, Ashmolean Museum, University of Oxford (inv. WA1863.1611):
http://collections.ashmolean.org/collection/browse-9148/object/99913