L’opera in questione è una delle xilografie con cui Jacopo Rubieri - impiegato forense di origini parmensi, nato intorno al 1430 e morto dopo il 1487, a lungo residente tra il Veneto, l’Istria e la Dalmazia- decorava i codici sui quali ricopiava i testi giuridici e i processi oggetto del suo lavoro. Parte dei suoi libri furono acquistati all’inizio del Settecento sul mercato antiquario da Pietro Canneti, fondatore della Biblioteca Classense di Ravenna: si tratta degli attuali codici 98, 374, 450, 485 (IV e V) all’interno dei quali sono state rintracciate in tutto 48 incisioni, fra le più antiche xilografie italiane pervenuteci. La xilografia in questione era incollata nel codice 485/IV.
Al British Museum è conservato un altro esemplare di questa xilografia (inv. 1872,0608.339): le due opere, londinese e ravennate, non provengono però dalla stessa matrice. Come ha notato Schreiber che segnalò questi fogli, considerando alcune discrepanze soprattutto sul fronte stilistico, la versione posseduta da Rubieri è una copia italiana della xilografia originale, che dovette essere incisa a Norimberga intorno al 1475.
Cristo Giudice, vestito solo di un ampio mantello, siede su un arcobaleno e appoggia i piedi sul globo disegnato secondo l’iconografia medievale: ha le braccia aperte, con la mano destra in segno di benedizione, e mostra i palmi sanguinanti. Dalla bocca fuoriescono un giglio e la spada che corrispondono ai beati e ai dannati rappresentati nella parte inferiore della stampa. E’ fiancheggiato da due angeli che suonano le trombe del Giudizio, dalla Madonna (a destra) e da San Giovanni (a sinistra) inginocchiati. Sotto il globo, su un terreno pianeggiante, stanno uscendo dai sarcofagi, ridestati dal suono delle trombe del Giudizio, tre personaggi di cui uno tonsurato. A destra in basso, San Pietro sulle soglie della porta del Paradiso, con la chiave in mano, accoglie i salvati: una donna inginocchiata, un vescovo, un papa, e altri cinque beati fra i quali uno voltato a guardare la scena dei dannati inghiottiti dalla Bestia. Sulla destra cinque diavoli fantasiosamente resi (uno ha un volto disegnato sul petto) trascinano i dannati, in numero corrispondente ai beati, nelle fauci dentate del Diavolo. Secondo Schizzerotto la xilografia è stampata col tampone in grigio scuro e reca tracce di colore giallo, rosso minio, verde, marrone rossiccio, grigio chiaro, bruno scuro.