ISCRIZIONI
tipologia: didascalica
lingua: latino
tecnica di scrittura: a stampa
tipo di caratteri: caratteri gotici
posizione: sul volume aperto in mano al santo
trascrizione: Ante / omnia fra / tres cari / ssimi deli // gatur / deus de / inde proxi / mus
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
La stampa presenta Sant'Agostino visto frontalmente, in abiti episcopali, con mitria gemmata e aureola doppia, seduto su uno scranno gotico, mentre regge nella mano destra un libro aperto che presenta le parole riconosciute da Schizzerotto come l'incipit della Regola agostiniana, e nella sinistra il modello di una chiesa. In alto al centro una testa raggiata raffigura il sole, secondo un motivo che L. Donati assocerebbe a Sant'Agostino (cfr. in "Il Comune di Ravenna", 1935, fasc.II, pp. 8-9). Simmetricamente lo affiancano, in alto, angeli su nubi raggiate, in basso monaci tonsurati e suore velate. Secondo Schizzerotto (1971), i monaci sarebbero dell'ordine degli eremitani, cui il Santo fondatore consegnerebbe la regola. Secondo Saffrey invece (1982), si tratterebbe di frati predicatori che seguono la stessa Regola: non indosserebbero infatti gli abiti degli agostiniani (saio nero con cintura di cuoio e cappuccio nero), ma dei domenicani (tunica bianca, scapolare e cappa nera con cappuccio), come peraltro aveva già indicato Schreiber (1929). Il colore degli abiti non è oggi percepibile, a causa del restauro del 1938 che ha cancellato la coloritura apposta probabilmente dallo stesso Rubieri e visibile nelle immagini antecedenti all'intervento conservativo: una foto anteriore e quindi ancora con i mantelli neri è visibile in Schreiber 1929, tav. 32.
Si vedano anche altre stampe con personaggi analogamente vestiti, ad esempio quella raffigurante Sant'Agostino che benedice Santa Monica e San Nicola da Tolentino (ALU.0076) e quella con San Domenico con San Pietro Martire e Santa Caterina da Siena (ALU.0077).
La stampa presenta anche una coloritura a mano in verde, rosa, grigio chiaro, giallo, marrone rossiccio.
L'opera fa parte del gruppo di stampe riunite dall'impiegato forense Jacopo Rubieri da Parma, per la cui vicenda si rimanda alla scheda ALU.0013 e al gruppo di opere conservate per la maggior parte a Ravenna, ma anche a Pesaro.
Questa stampa venne attribuita da Schizzerotto ad un artista dell'Italia settentrionale, verso il 1475. F. Bellini (1987) la ritiene di un ventennio antecedente.
A nostro parere i responsabili della xilografia dovevano essere a conoscenza delle opere di Cristoforo Cortese.
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
tipologia: fotografia digitale
ente proprietario: Ravenna, Istituzione Biblioteca Classense ©
BIBLIOGRAFIA
Lehrs M., "Una nuova incisione in rame del maestro delle banderuole in Ravenna", in
Archivio Storico dell'Arte, 1888, I, pp. 444-446, p. 446 n. 16
Schreiber W.L., "Einzel-Formschnitte des fünfzehnten Jahrhunderts in der Biblioteca Classense Ravenna",
Einblättdrucke des XV. Jahrhunderts, Strassburg, 1929, n. 32
Donati L., "Una nuova xilografia del XV secolo nella Biblioteca Classense", in
Il Comune di Ravenna, Ravenna, 1935, pp. 6-17, pp. 8-9, 11
Musper H.Th.,
Der Holzschnitt in fünf Jahrhunderten, Stüttgart, 1944, p. 36
Schizzerotto G.,
Le incisioni quattrocentesche della Classense, Ravenna, 1971, n. 35, tav. XXX nr. 35
Saffrey H. D., "Les images populaires de Saints Dominicains à Venise au XVe siècle et l'édition par Alde Manuce des "Epistole" de Sainte Catherine de Sienne", in
Italia Medioevale e Umanistica, 1982, pp. 241-312, p. 291, tav. XX/1
, Xilografie italiane del Quattrocento da Ravenna e da altri luoghi, Ravenna, 1987, n. 22, p. 81