OGGETTO

definizione: carta da gioco

SOGGETTO

identificazione: Bastoni: asso
titolo parallelo: Clubs: One

LOCALIZZAZIONE

inv. LEBER g 1351-2 (XIV)

PROVENIENZA

data uscita: 1838

DATAZIONE

sec. XVI, secondo quarto
1540 ca. - 1550 ca.

AUTORE

  • Anonimo (incisore, inventore)
ambito culturale: ambito veneziano (incisore)
ambito fiorentino (inventore)

DATI TECNICI

xilografia; mm 135 x 70
materia del supporto: carta
filigrana: da rilevare

STATO DI CONSERVAZIONE

buono

MODALITÀ DI CONSERVAZIONE

RESTAURI

ISCRIZIONI

tipologia: didascalica
lingua: volgare
tecnica di scrittura: a penna
posizione: nel cartiglio
trascrizione: ASO/ DE/ BASTONI

tipologia: didascalica
lingua: volgare
tecnica di scrittura: a penna
tipo di caratteri: numeri arabi
posizione: al centro in basso, ai piedi di un putto
trascrizione: 15









STEMMI, MARCHI

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Xilografie dipinte a mano con rifiniture in oro e argento, complete del bordo originale e in buono stato di conservazione. Il mazzo Leber deve il suo nome al proprietario che nel 1838 cedette la propria biblioteca e la collezione di carte da gioco alla città di Rouen. Nel catalogo redatto per l'occasione le carte sono così descritte: “Tarots italiens du XVIe siècle, où sont représentées les quatre grandes monarchies de l'antiquité. 30 pièces fort curieuses, gravées sur bois, et peintes en or, argent et couleur. Ces cartes font partie d'un jeu vénitien aux couleurs épées, bátons, vases et deniers” (Catalogue des Livres Imprimés…, cat. XIV, p.240).

Si tratta di un mazzo non standard di cui sono sopravvissute 30 carte (su 78): 8 onori, 14 carte numerali e 8 trionfi. Le figure dei semi e quelle dei trionfi sono personaggi storici dell'antichità e della mitologia (come nel caso del Mazzo Sola-Busca: si veda Luberti 2003, p.189 e Vitali 2019 per aggiornamento sulla vicenda critica del Mazzo Sola-Busca http://www.associazioneletarot.it/page.aspx?id=807).

I segni dei semi sono quelli standard. I soggetti dei trionfi invece non sono quelli usuali ma è facile individuare la loro corrispondenza con le carte canoniche. Le figure dei semi e quelle dei Trionfi presentano in basso iscrizioni in latino identificative dei personaggi. Ogni trionfo ha il numero arabo corrispondente alla posizione nella sequenza. Il Matto come di consueto non ha numero (in questo caso ha l'iscrizione VELIM FUNDAM DARI MIHI).

Nell'Asso di Bastoni, di Denari, nell'Asso di Spade e nel Fante di Spade è presente uno stemma azzurro con tre gemelle d'argento poste in sbarra. Anche l'Asso di Coppe, che è perduto, presentava uno stemma: lo possiamo dedurre da una riproduzione di quella carta in un mazzo che possedeva Leopoldo Cicognara, citato in seguito nella scheda, in relazione con il mazzo Leber.

Gli 8 onori sono:
Re di Bastoni: NINUS REX ASSIRIORUM
Cavallo di Bastoni: CASTOR AMIGLEUS
Re di Spade: ALEXANDER MAGNUS REX MACEDONICUS
Regina di Spade: THAMIRIS REGINA MASTAGITARUM
Cavallo di Spade: MARCUS CURTIUS ROMANUS
Fante di Spade: ACHILLES ROMANUS
Re di Denari: MIDA REX LIDORUM
Fante di Denari EX HIS QUANTUM LIBET QUILIBET SUMMITO

Le 14 carte numerali sono:
Asso, 6 e 9 di Spade;
Asso e 9 di Denari ;
Asso, 2, 4, 5, 7, 9 di Bastoni;
7, 8, 9 di Coppe

Gli 8 trionfi (escluso il Matto), sono:
16 INCLITUM SYDUS Venere Stella
14 PERDITORUM RAPTOR Plutone Diavolo
11 RERUM EDAX Saturno Eremita
10 OMNIUM DOMINATRIX Fortuna
7 VICTORIAE PREMIUM Carro
5 PONTIFEX PONTIFICUM Papa
IMPERATOR ASSIRIORUM Imperatore (il numero non è leggibile, può essere, essendo l'Imperatore della sequenza dei Trionfi, un 3 oppure un 4)

Gli studiosi del gioco dei tarocchi hanno stabilito che, vista la sequenza dei numeri nei trionfi, il mazzo rientra nella tipologia di tarocchi B/ferrarese.

Il rovescio mostra una donna che sorregge un arco con la mano destra e una freccia con la sinistra. Alla sua destra un amorino sembra sottrarsi alle attenzioni di un drago ai piedi della cacciatrice. Nel cielo vi è un carro trainato da due coppie di amorini, per metà nascosti dalle nuvole, sul quale un uomo serra tra le braccia una donna nuda (https://tarocchisolabusca.it/i-tarocchi-leber/).

Novati (Novati, 1908, p. 19, nota 1) ha riconosciuto nel disegno a puntini del dorso una costante delle carte stampate a Venezia: “le xilografie che adornano il rovescio delle carte, come dall'ornamentazione tipica del piccolo fregio a puntini che serve per tenere congiunto il dritto col rovescio d'ogni carta: quest'impressione a puntini minutissimi si riscontra in carte certamente veneziane fatte conoscere dal D'Allemagne”. Questo dorso appartiene in effetti a una tipologia molto diffusa che vede divinità circondate da un bordo con motivo decorativo a quadretti o puntini, come in questo caso. In genere il bordo veniva ripiegato sulla parte anteriore della carta da gioco che era rinforzata all'interno da un cartoncino. Sono noti vari dorsi di questa tipologia: quelli del gruppo conservato presso la Raccolta Bertarelli (raffigurano Saturno, Marte, Verità, Ercole, Proserpina, Plutone, Giove, Mercurio e Venere; ALU.0773.1 - ALU.0781.1); il Cupido del mazzo conservato presso il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma (ALU.0791.1); Marte, Venere e Cupido impiegati in una coperta di libro conservata al British Museum (ALU.0794.1). In tutti i casi si tratta di composizioni più semplici rispetto al dorso Leber.

Leopoldo Cicognara (Cicognara 1831, pp.64-65, tavola XIV) cita e riproduce delle carte di sua proprietà intagliate in rame parzialmente in relazione, dal punto di vista iconografico, con il mazzo Leber. Egli dichiara di possedere un mazzo completo di 78 carte, 56 semi e 22 tarocchi (non se ne conosce la collocazione attuale).
Asso di Denari, corrispondente a Leber ma in controparte.
Asso di Spade, corrispondente a Leber ma in controparte.
Asso di Bastoni, parzialmente corrispondente a Leber (alla base Cicognara ha due cinghiali, Leber invece quattro putti nudi).
Asso di Coppe, mancante in Leber.
Hind, (Hind 1938 vol. I, pp. 241-243) le attribuisce a Nicoletto da Modena. Cicognara, forse in modo più appropriato, ad inventore toscano e incisore veneziano, attribuzione che riteniamo attendibile anche per il mazzo Leber.

A differenza del cosiddetto mazzo di Matteo Maria Boiardo (ALU.0583 – ALU.0599) che fu ideato a fini di intrattenimento, il mazzo Leber (e quello Sola-Busca) è costituito da veri e propri tarocchi utilizzati per giocare, fermo restando il carattere morale comune a tutti questi mazzi. L' “anomalia” consiste nella particolare rappresentazione iconografica dei convenzionali soggetti dei tarocchi: la presenza dei Viris Illustribus come decorazione delle carte è già comunque attestata in un mazzo xilografico di probabile provenienza napoletana della seconda metà del Quattrocento conservato al Louvre (ALU.0685, ALU.0686, ALU.0687, ALU.0688, ALU.0689, ALU.0690, ALU.0691).

Per quanto riguarda l'attribuzione del disegno e la data di esecuzione del mazzo Leber, si propone di assegnare gli esemplari migliori delle carte (che sono a volte un po' grossolanamente dipinte e quindi non è facile decifrare il disegno sottostante) ad un artista manierista di formazione toscana che le avrebbe eseguite nel quarto decennio del Cinquecento: forse un artista attivo in Laguna, magari un cartaio affiliato agli illustratori attivi per Francesco Marcolini.
Le carte numerali di bastoni (2, 4, 5, 7, 9) derivano in modo piuttosto puntuale dalle corrispondenti eseguite da Francesco di Domenico detto il Padovano firmate e datate 1547 conservate al Musée du Petit Palais di Parigi. Le carte di bastoni del Padovano corrispondenti a quelle del mazzo Leber sono gli ALU.0666, ALU.0668, ALU.0669, ALU.0671, ALU.0673. Del mazzo del Padovano ci mancano gli assi e gli onori, e ci si chiede se il creatore del mazzo Leber non abbia magari copiato da quello del Padovano quei soggetti, dei quali così avremmo testimonianza indiretta.


DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

tipologia: fotografia digitale
ente proprietario: Rouen, Bibliotèques municipales ©
note: Creative Commons

REPERTORI

BIBLIOGRAFIA

, Catalogue des livres imprimés, manuscrits, estampes, dessins et cartes à jouer, composant la bibliothèque de m. C. Leber, Paris, 1839, p. 240, n. XIV, 
https://books.google.fr/books?id=IM0DZpv0WVQC&pg=PA240&dq=catalogue+leber+XIV+tarots+italiens&hl=fr&sa=X&ved=0ahUKEwjNoMa02pLeAhVD3RoKHXLrAeEQ6AEIKDAA#v=onepage&q=catalogue%20leber%20XIV%20tarots%20italiens&f=false
Molmenti P., La storia di Venezia nella vita privata dalle origini alla caduta della repubblica. Lo splendore, Bergamo, 1906, v. II, p. 525
Novati F., "Carte da Gioco dei secoli XV, XVI e XVII rinvenute nel Castello Sforzesco", in Bullettino dei Civici Musei Artistico ed Archeologico di Milano, 1908, 17-20, p. 19, nota 1. 
https://www.bdl.servizirl.it/bdl/bookreader/index.html?path=fe&cdOggetto=3416#page/82/mode/2up
Detlev H., Die Welt der Spielkarte. Eine Kulturgeschichte, Leipzig, 1972, fig.23
Dummett M., The Game of Tarot: from Ferrara to Salt Lake City, London, 1980, p. 86, p. 392 n.25, p. 406
Depaulis T., Tarot, jeu et magie, Paris, 1984, pp. 49-50, n. 12
Kaplan Stuart R., The Encyclopedia of Tarot, New York, 1985-1986, vol. I, p. 133
Berti G./ Vitali A., I Tarocchi: le carte di corte. Gioco e magia alla corte degli Estensi, Bologna, 1987, pp. 90-91, n.20
Dummett M., Il mondo e l'angelo. I tarocchi e la loro storia, Napoli, 1993, pp. 206-209
Luberti R., "Dai trionfi miniati del XV secolo ai tarocchi stampati del XVI", in Ludica, 2003, pp. 178-193, pp. 188-189, n. 51

MOSTRE/ESPOSIZIONI

AUTORE DELLA SCHEDA

Urbini S./ Piazzi M.L., 2020
Urbini S./ Piazzi M.L., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0903, https://archivi.cini.it/storiaarte/detail/42926/carta-gioco-42926.html, ISBN 978-88-96445-24-2
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