Matrice in legno di pero, intagliata e incisa, suddivisa in sei parti composte da vari ‘masselli' tagliati di filo, di forma rettangolare (irregolare), incollati fra loro e legati da giunture a farfalla.
Si riportano di seguito le misure delle singole parti, secondo i criteri adottati nel catalogo della mostra A volo d’uccello. Jacopo de’ Barbari e le rappresentazioni di città nell’Europa del Rinascimento (Venezia 1999). Ogni parte della matrice è composta da due settori: quello intagliato e inciso (denominato 'piatto') e quello liscio sul verso (denominato 'blocco'). Ciascuna parte è indicata con una lettera dell'alfabeto, iniziando dalla prima in alto a sinistra (A) per terminare con l'ultima in basso a destra (F):
A- piatto:683x909x14; blocco:695x930x15
B- p:682x995x17; b:698x1013x15
C- p:685x913x17; b:696x928x14
D- p:683x912x15; b: 698x928x14
E- p: 684x995x17; b699x1012x22
F- p:682x908x14; b:695x 925x15
La matrice originale della veduta di Venezia a volo d’uccello di Jacopo de’ Barbari sopravvive, dopo cinquecento anni dalla sua esecuzione, in discreto stato conservazione. La stampa ha avuto ripetute tirature, riconoscibili dalle differenti filigrane dei fogli e dalle varianti figurative che riguardano in particolar modo la presenza o meno della data MD e l’architettura della cuspide del campanile di San Marco. Il restauro coincidente con la mostra del 1999 è stato occasione di uno studio approfondito delle matrici e ha permesso di individuare e consolidare i tasselli inseriti nei legni durante le fasi di aggiornamento della stampa. Gli interventi corrispondenti al terzo e ultimo stato della stampa, che non si possono datare con precisione ma che furono certamente molto posteriori al 1500, furono volti a ripristinare la condizione originale dei legni: sono però di qualità molto inferiore (come è evidente nell’esemplare conservato alla Biblioteca Nazionale Marciana) rispetto alla raffinata esecuzione dei primi xilografi. Non conosciamo né il nome dell’inventore-disegnatore della mappa né quello degli intagliatori dei legni: infatti l’editore di Norimberga ma residente in Laguna Anton Kolb, nella supplica presentata al Senato veneziano nell’ottobre del 1500 per ottenere l’esenzione dal dazio per la vendita della mappa e l’esclusiva della stampa, non li nomina. Se per quanto riguarda l’ideazione e l’esecuzione dei disegni preparatori dell’opera la critica è concorde nell’attribuzione a Jacopo de’ Barbari (per cui si vedano schede ALU.0100.1, ALU.0100.2, ALU.0100.3), per quanto riguarda gli xilografi non si può andare oltre le congetture. Forse Kolb chiamò degli intagliatori da Norimberga, e del resto stupisce che non sia stato coinvolto lo xilografo più celebre in quegli anni a Venezia, Jacopo da Strasburgo, di cui sono note le collaborazioni con Benedetto Bordon (Landau, p.117).