OGGETTO

definizione: stampa

SOGGETTO

identificazione: FUGA IN EGITTO
titolo parallelo: FLIGHT TO EGYPT

LOCALIZZAZIONE

Parigi, Bibliothèque nationale de France, Département des Estampes et de la photographie
inv. Eb 6a Reserve

PROVENIENZA

DATAZIONE

sec. XVI, secondo quarto
1530 ca. - 1535 ca.

AUTORE

ambito culturale: padano (incisore)
altre attribuzioni: Boldrini Nicolò (incisore)

DATI TECNICI

xilografia; mm 310 x 220 ca.,
materia del supporto: carta

STATO DI CONSERVAZIONE

buono

MODALITÀ DI CONSERVAZIONE

RESTAURI

ISCRIZIONI











STEMMI, MARCHI

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

La Fuga in Egitto protagonista di questa scheda fu eseguita mediante diverse tecniche grafiche – disegno, xilografia, chiaroscuro, bulino, versioni che presentano elementi differenti l’una dall’altra- e impropriamente attribuita all’invenzione di Raffaello (la presente scheda riassume Urbini 2022). Il soggetto rappresentato è il cosiddetto miracolo della palma piegata, raccontato nel XX capitolo del Vangelo dello Pseudo-Matteo, uno dei Vangeli Apocrifi dell’infanzia di Gesù. Durante la fuga in Egitto per sfuggire alle persecuzioni di Erode, Gesù ordinò a una palma di ristorare la madre con i suoi frutti, e la palma si piegò in modo che fosse possibile coglierli. L’unica versione firmata è quella a bulino, che sul bordo esterno del ponticello porta il monogramma RV (Bartsch XV.16.4), e per questo motivo la critica ha ritenuto che l’opera derivasse da un disegno perduto di Raffaello. Da segnalare che Passavant commenta così la presenza del monogramma RV nella Fuga in Egitto: “La composition ne rappelle cependant point le style de Raphaël”. Inoltre, l’anonimo xilografo, se avesse saputo della paternità raffaellesca o conosciuto la versione a bulino con il monogramma, non si sarebbe certo lasciato sfuggire l’occasione di nobilitare la propria stampa – e aumentarne le vendite – inserendo un inventor di tale prestigio. A differenza di quanto avviene per la versione xilografica (e a chiaroscuro) dell’opera, che è molto rara, del bulino sopravvivono parecchi esemplari. La versione calcografica è citata da Giorgio Vasari nella Vita di Giulio Romano: egli ritiene sia stata eseguita a partire da un suo disegno dal collaboratore Giovanni Battista Mantovano. Il disegno conservato agli Uffizi e attribuito erroneamente a Timoteo Viti, è eseguito a penna, acquarellature brune e lumeggiatura bianche. Vasari non menziona il monogramma nell’incisione né fa alcun riferimento a Raffaello. L’attribuzione dell’invenzione a Giulio Romano da parte dell’aretino –che è da ritenere valida, come argomentato da chi scrive (Urbini 2022) -, non ha avuto credito fra gli studiosi, che si sono concentrati soprattutto nell’individuazione dell’identità dell’incisore. L’incisione a bulino è stata attribuita a Coriolano da Zani e a Bonasone dalla Massari. La Ciryllo Archer la espunge dal catalogo di Bonasone e la attribuisce allo stesso anonimo maestro che ha inciso l’Adorazione dei pastori (Bartsch XV.14.2) dove è presente il monogramma RV, uguale a quello nella Fuga in Egitto. Passavant attribuisce l’invenzione di quest’ultima incisione a Giulio Romano. Quindi, due bulini, una Fuga in Egitto e un’Adorazione dei pastori che presentano il monogramma RV, sono stati incisi dallo stesso artista e derivano da invenzioni perdute di Giulio Romano. Oltre al bulino, della Fuga in Egitto esiste anche la versione da matrice xilografica. Si tratta di un chiaroscuro a due legni, il cosiddetto camaïeu, ovvero una stampa dove dal primo legno con il soggetto disegnato si può ricavare una stampa autosufficiente. Dei pochissimi esemplari finora rintracciati, due sono tirature del solo key block (Parigi, Bibliothèque nationale ALU.0940.1; Roma, Istituto Centrale per la Grafica ALU.0940.2) e tre del chiaroscuro completo del secondo legno con i mezzi toni (Londra, British Museum ALU.0940.3; Vienna, Albertina ALU.0940.4: Amburgo, Kunsthalle ALU.0940.5). La produzione dei chiaroscuri della Fuga in Egitto deve essere messa in relazione, per affinità tecnica e stilistica, con altre stampe da matrice lignea su disegno di Giulio Romano, quelle derivate dal ciclo delle Storie della Vergine nella volta dell’abside del Duomo di Verona, commissionato a Giulio Romano dal vescovo Matteo Giberti nel 1534. Giulio realizzò i disegni e i cartoni ma, essendo assorbito dalle commissioni gonzaghesche, demandò l’esecuzione degli affreschi al pittore veronese Francesco Torbido. Il ciclo comprende nella volta la Nascita della Vergine e la Presentazione della Vergine al Tempio, inframmezzate da Tre angeli in volo che portano una corona; nella lunetta l’Annunciazione e nel catino absidale l’Assunzione della Vergine. Dei primi tre soggetti esistono le trasposizioni in chiaroscuro, ALU.1058.1, ALU.1060, ALU.1059. Nella stessa bottega dove furono intagliati la Fuga in Egitto e i chiaroscuri che riproducono gli affreschi di Verona, venne probabilmente eseguito anche quello raffigurante Persefone e Dioniso ALU.1061 che riproduce il soggetto presente in uno dei riquadri del soffitto della Camera degli Stucchi di Palazzo Te.


DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

REPERTORI

BIBLIOGRAFIA

Massari S., Giulio Bonasone, Roma, 1983
, Raphael invenit. Stampe da Raffaello nelle collezioni dell'Istituto Nazionale per la Grafica, Roma, 1985
Marini G., "Raffaello moltiplicato: uso delle stampe e ‘stampe d'uso' all'inizio dell'età moderna", Raffaello. Il sole delle arti, Milano, 2015, pp. 70-79
Urbini S., "Una Fuga in Egitto e altre incisioni da Giulio Romano in Valpadana", in Ricerche di Storia dell'Arte, Roma, 2022, 37-52

MOSTRE/ESPOSIZIONI

AUTORE DELLA SCHEDA

Urbini S., 2022
Urbini S., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0940.1, https://archivi.cini.it/storiaarte/detail/53007/stampa-53007.html, ISBN 978-88-96445-24-2
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