Il ciclo delle Storie della Vergine nella volta dell’abside del Duomo di Verona fu commissionato a Giulio Romano dal vescovo Matteo Giberti nel 1534. Giulio realizzò i disegni e i cartoni ma, essendo assorbito dalle commissioni gonzaghesche, demandò l’esecuzione degli affreschi al pittore veronese Francesco Torbido. Il ciclo comprende nella volta la Nascita della Vergine e la Presentazione della Vergine al Tempio, inframmezzate da Tre angeli in volo che portano una corona; nella lunetta l’Annunciazione e nel catino absidale l’Assunzione della Vergine. Dei primi tre soggetti esistono le trasposizioni in chiaroscuro: ALU.1058.1, ALU.1060, ALU.1059. Si tratta di stampe pregevoli, di ragguardevoli dimensioni, ammirate da Bartsch, pubblicate in facsimile da Servolini. I tre chiaroscuri in questione (la Nascita della Vergine e la Presentazione al Tempio a due legni, i Tre angeli in volo a tre legni), sono – comme il faut – nello stesso verso degli affreschi. I primi due presentano alcuni particolari risolti in modo differente rispetto agli affreschi, entrambi nelle parti superiori di destra (per chi guarda): nella Nascita della Vergine manca la finestra, nella Presentazione al Tempio c’è un angelo che versa dell’acqua da una brocca per spegnere il candelabro a sette braccia. Dei Tre angeli in volo che portano una corona rimane il disegno preparatorio, al Louvre, che coincide sia con l’affresco che con il chiaroscuro. È difficile che un particolare bello come l’angelo che spegne il candelabro nella Presentazione al Tempio sia stato inventato dallo xilografo: egli dovette quindi avere a disposizione – oltre al disegno dei Tre angeli in volo –, anche quelli delle altre due composizioni, ma in una versione non esattamente identica alle versioni affrescate. Solo della Nascita della Vergine esiste la traduzione a bulino (Massari 1993, n. 177): è di qualità mediocre, in controparte rispetto all’affresco, con la poco credibile aggiunta di alte fiamme che salgono dal braciere: evidentemente in questo caso, la versione su legno precede quella su metallo. Achim Gnann (2013) ha attribuito l'intaglio di questo gruppo di chiaroscuri a Nicolò Boldrini, del quale però non sono noti contatti mantovani e giulieschi. Saremmo propensi ad attribuire questo gruppo di chiaroscuri mantovani al Monogrammista yhs con la croce, autore di stampe derivate da brani delle Stanze vaticane di Raffaello (ALU.1055.1, ALU.1057.1, ALU.1056.1, ALU.1236). Si veda in particolare ALU.1236 per la discussione di questa attribuzione.
Della Nascita della Vergine si segnala un altro esemplare a Parigi, Bibliothèque nationale, RESERVE EA-26 (6)-BOITE FOL https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b532502271.r=gravure%20sur%20bois?rk=7789738;0
Un altro esemplare è conservato alla Biblioteca Palatina di Parma (ALU.0158.2).