OGGETTO

definizione: stampa

SOGGETTO

identificazione: GIOCHI DI PUTTI
titolo parallelo: Putti Playing
titolo: Putti che giocano

LOCALIZZAZIONE

Boston, Museum of Fine Arts, Prints and Drawings

PROVENIENZA

DATAZIONE

XVI, secondo quarto
1544

AUTORE

ambito culturale: ambito bolognese e francese (incisore)
altre attribuzioni: Luca Penni (inventore)

DATI TECNICI

chiaroscuro; mm 287 x 400
materia del supporto: carta

STATO DI CONSERVAZIONE

buono

MODALITÀ DI CONSERVAZIONE

RESTAURI

ISCRIZIONI

tipologia: indicazione di responsabilità
lingua: latino
tecnica di scrittura: a caratteri mobili
tipo di caratteri: capitale
posizione: in basso a destra
trascrizione: RA. VRB. INVEN.










STEMMI, MARCHI

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Chiaroscuro a tre legni, marrone scuro e marrone rossiccio. In basso a sinistra è presente la firma “ND B”; in basso a destra l’iscrizione “RA. VRB. INVEN.”; al centro, all’interno di una tavoletta sostenuta da un putto in volo, la data 1544.



Il presente chiaroscuro raffigura numerosi gruppi di putti colti in diversi atteggiamenti, ispirati a uno dei quadri descritti da Filostrato nelle sue Eikones (I, 6). Immersi in un giardino dall’erba tenera e dagli alberi carichi di pomi, i putti si dedicano ai loro giochi, raccolgono i frutti, danzano allegri oppure dormono. In primo piano, due coppie di amorini seguono letteralmente l’ekphrasis di Filostrato, nella quale si narra di quattro erotes in disparte rispetto agli altri: due di essi sono arcieri che, senza ostilità, si scagliano frecce e si offrono il petto a vicenda, mentre poco lontano l’altra coppia gioca a lanciarsi pomi (Gnann 2013; Marinovic 2015, pp.24-25). Il Monogrammista ND B (per le notizie sull’intagliatore si veda ALU.1103.1) è anche l’autore del chiaroscuro Putti che giocano con mele (ALU.1105.1) che, pur non recando la data 1544 e l’invenit di Raffaello, si presenta stilisticamente e tematicamente affine, tanto da essere considerato il pendant del presente foglio: anche qui i due erotes che si azzuffano, sulla destra, e il gruppo impegnato nella caccia alla lepre, sulla sinistra, costituiscono un riferimento puntuale alle Eikones (Marinovic 2015, p.24).



Benché si conoscano una serie di disegni accostabili a Putti che giocano (Louvre, inv. 4334r.) e Putti che giocano con mele (British Museum, inv. 1895,0915.670; Albertina, inv. 525r.; Louvre, inv.3887r.), nessuno è attribuibile alla mano di Raffaello. L’unico foglio raffaellesco che presenta analogie con i chiaroscuri è uno studio a penna e inchiostro marrone per dei Giochi di putti (Albertina, inv. 246r.); alcune figure di questo foglio sono state riprese e sviluppate ulteriormente nelle stampe, ma tali corrispondenze non costituiscono una prova dell’effettivo coinvolgimento dell’artista urbinate nell’elaborazione del modello utilizzato dal Monogrammista ND B (Marinovic 2015, p.25).



I due chiaroscuri, inoltre, sono stati messi in relazione con la perduta serie di venti arazzi raffiguranti Giochi di putti, commissionata da Leone X per la Sala di Costantino, il cui aspetto è stato ricostruito grazie a quattro bulini del Maestro del Dado (B XV.208.32-35), e a una serie di otto arazzi seicenteschi, copia di quelli vaticani (Campbell 2002, p. 230; Quednau 1984, p.357). I disegni preparatori per gli arazzi con Giochi di putti furono realizzati da Tommaso Vincidor, al quale probabilmente spettò la realizzazione dei modelli per i cartoni a partire dai bozzetti di Giovanni da Udine (Campbell 2002, p. 230). I modelli e gli arazzi si presentano nella sostanza molto diversi dalle scene delle stampe: l’ambientazione del giardino viene abbandonata in favore di una disposizione a fregio, in cui gli amorini svolgono i loro giochi tra gli opulenti festoni. Nonostante le notevoli differenze, i modelli di Vincidor riprendono quasi letteralmente alcuni elementi di Putti che giocano (Campbell 2002, p.230; Gnann 2013; Marinovic 2015, p. 25), come la posa dell’amorino in volo al centro (British Museum, inv. 1957,0413.5), quella del putto che, sempre in volo, sta raccogliendo una mela sull’albero più a destra (Albertina, inv. 37), oppure quella del putto che, seduto di spalle, si gira verso lo spettatore con una farfalla in mano (Musée du Louvre, inv. 11140r). Sulla base di tali analogie con il chiaroscuro Campbell (Campbell 2002, pp.230-231) ha ipotizzato il coinvolgimento dello stesso Raffaello nella concezione del disegno degli arazzi: le scene raffigurate nelle stampe costituirebbero l’idea iniziale del maestro, poi abbandonata per la disposizione a fregio. Jenkins (Jenkins 2017, vol. III, p.292), invece, nota come i chiaroscuri siano affini alle scene di putti entro ovali, affrescate dagli allievi di Raffaello sui soffitti della Loggia di Villa Madama, e alla serie di arazzi con Puttini intessuta per Federico II ed Ercole Gonzaga su disegno di Giulio Romano.



I due chiaroscuri, come le altre stampe del Monogrammista ND B, provengono da Fontainebleau: molti degli esemplari di Putti che giocano sono stati stampati su fogli con una filigrana raffigurante un piccolo scudo irregolare contenente le lettere PS (Briquet, 9666), mentre i fogli di Putti che giocano con mele recano una mano che sporge da una manica arricciata (Briquet, 11408; Jenkins 2013, pp. 134-135). Inoltre, l’iscrizione di Putti che giocano, stampata con la stessa tecnica utilizzata per l'impressione dei titoli dei libri, suggerisce una connessione con la legatoria stabilitasi nella corte francese nel 1544 (Jenkins 2017, vol. I, p. 39).



La critica è concorde nel reputare questa coppia di stampe l’apice della produzione dell'intagliatore. Secondo Marinovic (Marinovic 2019, pp. 126-127), che vede nell’evoluzione stilistica del monogrammista un progressivo avvicinamento agli effetti dell’acquaforte, tecnica in voga a Fontainebleau, i due chiaroscuri – così come la Strage degli innocenti (ALU.1103.1) – sarebbero ascrivibili alla piena maturità dell’intagliatore: i rispettivi sfondi, caratterizzati da un paesaggio ricco di colline, rovine e arbusti dalle numerose e minute foglie, mostrano un’attenzione al dettaglio tale da poter essere paragonata a quella riscontrabile nelle incisioni all’acquaforte. Per Jenkins (Jenkins 2017, vol. I, pp. 39-41 e vol. III, p. 292) tale ricercatezza sarebbe dovuta alla collaborazione con Luca Penni, artista che potrebbe aver fornito i disegni per le stampe; per Gnann (Gnann 2013), invece, le caratteristiche appena delineate indicherebbero un orientamento dell’intagliatore verso i chiaroscuri di ambito tedesco – ad esempio quelli di Lucas Cranach, Hans Burgkmair e Hans Wechtlin.



Disegni messi in relazione con Putti che giocano e Putti che giocano con mele:



Parigi, Musée du Louvre, 4334r https://collections.louvre.fr/ark:/53355/cl020101576



Parigi, Musée du Louvre, 3887r https://collections.louvre.fr/ark:/53355/cl020101117



Londra, British Museum, 1895,0915.670 https://www.britishmuseum.org/collection/object/P_1895-0915-670



Vienna, Albertina, 525 https://sammlungenonline.albertina.at/?query=search=/record/objectnumbersearch=[525]&showtype=record



Modelli di Tommaso Vincidor per gli arazzi



Londra, British Museum, 1957,0413.5 https://www.britishmuseum.org/collection/object/P_1957-0413-5 (putto che vola)



Parigi, Musée du Louvre, 11140 Recto https://collections.louvre.fr/ark:/53355/cl020201181 (putto di spalle)



Vienna, Albertina, 371 https://sammlungenonline.albertina.at/?query=search=/record/objectnumbersearch=[371]&showtype=record (putto sull’albero a sinistra, in controparte)



Altri esemplari



Boston, Museum of Fine Arts, 21.10821 https://collections.mfa.org/objects/240480/cupids-playing



Londra, British Museum, 1868,0612.14 https://www.britishmuseum.org/collection/object/P_1868-0612-14; 1860,0414.108 https://www.britishmuseum.org/collection/object/P_1860-0414-108



Vienna, Albertina, DG2002/310 https://sammlungenonline.albertina.at/?query=search=/record/objectnumbersearch=[DG2002/310]&showtype=record



Windsor, Royal Collection, 851921 https://www.rct.uk/collection/search#/1/collection/851921/cupids-at-play



Roma, Istituto Centrale per la Grafica, FC 69165 (tiratura tarda, danneggiata, con integrazioni a penna e senza firma di Raffaello)



Parigi, Bibliothèque nationale de France Réserve EA-26 Boîte FOL (Monogrammiste NDB), due esemplari


DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

tipologia: fotografia digitale
autore: Silvia Urbini
ente proprietario: Boston, Museum of Fine Arts ©

REPERTORI

Bartsch A., Le peintre graveur, Vienne, 1803-1821, v. XII, p.109, 5
Karpinski C., The Illustrated Bartsch 48. Italian chiaroscuro woodcuts, New York, 1983, p. 175

BIBLIOGRAFIA

Karpinski C., "Le maitre ND de Bologne", Nouvelles de l'estampe, Paris, 1976, 23-27, p.26, 7
Quednau R., "135. Quattro incisioni con giuochi di putti", Raffaello in Vaticano, Milano, 1984, pp. 357-363
Campbell T., Tapestry in the Renaissance: art and magnificence, New York, 2002, pp. 229-243
Jenkins C., "The chiaroscuro woodcuts of the master ND at Fontainebleau", Print Quarterly, 2013, 131-143, pp. 131-143
Gnann A., In Farbe! Clair-obscur-Holzschnitte der Renaissance - Meisterwerke aus der Sammlung Georg Baselitz und der Albertina in Wien, Monaco, 2013, pp. 278-279
Marinovic A., Die Clair-obscur-Holzschnitte des Monogrammisten NDB. Ein Bologneser Formschneider in Fontainebleau?, Vienna, 2015
Jenkins C., Prints at the court of Fontainebleau, c. 1542-47, Ouderkerk aan den IJssel, 2017, vol. I, pp. 38- 41 e vol. III, pp. 294-295
Marinovic A., "Le xilografie a chiaroscuro del Monogrammista NDB", Arte e Umanesimo a Bologna: materiali e prospettive, Bologna, 2019, pp. 122-140

MOSTRE/ESPOSIZIONI

AUTORE DELLA SCHEDA

Battagliotti L., 2022
Battagliotti L., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.1104.1, https://archivi.cini.it/storiaarte/detail/53704/stampa-53704.html, ISBN 978-88-96445-24-2

AGGIORNAMENTO

Battagliotti L., 2023
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