Chiaroscuro in tre blocchi, nero e due tonalità di marrone rossiccio. II stato. In basso a sinistra, vicino alla mano di san Giuseppe, è presente la firma “ND B”.
Il presente chiaroscuro del Monogrammista ND B (per le notizie sull’intagliatore si veda ALU.1103.1) raffigura il Cristo Bambino seduto in grembo alla Vergine, colto nel tentativo di afferrare il frutto che una figura maschile seminuda, identificata come san Giuseppe, tiene nella mano sinistra; sulla destra del foglio, un’anziana donna dalle guance scavate tende il braccio sinistro verso il Bambino. Tale figura femminile è stata tradizionalmente identificata come santa Elisabetta (Bartsch 1811), ma la sua età e l’assenza del san Giovannino rendono più plausibile l’ipotesi che si tratti di sant’Anna (Carroll 1987, pp. 360-361).
La composizione del chiaroscuro è registrata, in controparte, anche in un bulino di un incisore anonimo (Robert-Dumensnil, VIII.20.7) e in un disegno riconosciuto come una copia da un originale di Rosso Fiorentino, conservato presso la collezione dei Musei Civici di Milano (Barocchi 1950, p. 224; Carroll 1976, D.53). L’ipotesi di Carroll, accettata anche da Marinovic, è che questi tre fogli, che, pur raffigurando lo stesso soggetto, presentano alcune variazioni, derivino dallo stesso disegno perduto del Rosso (Carroll 1987, p. 360; Marinovic 2015, pp.31-32). La datazione di tale disegno al 1538-1540 proposta da Carroll (Carroll 1976, vol. II, pp.434-435) sulla base delle affinità stilistiche della copia di Milano con opere coeve dell’artista – ad esempio la Pietà del Louvre –, ha permesso di individuare un termine post quem per il chiaroscuro (Marinovic 2015, pp. 49-50 e Marinovic 2019, p. 126).
Le figure un po’ sgraziate e piatte, che occupano quasi interamente lo spazio del foglio, sono analoghe a quelle di Madonna con il Bambino e santi (ALU.1106.1), ma la maggiore spigolosità e segmentazione delle linee di contorno rispetto a quest’ultima sembrano suggerire una scarsa padronanza della tecnica da parte dell’intagliatore, e quindi una datazione leggermente più alta (Marinovic 2015, p. 50). A far propendere verso la collocazione di queste due opere agli inizi dell’attività del monogrammista, concorre anche l’esistenza di analoghi secondi stati, più elaborati nei dettagli rispetto ai primi stati, a cui l’intagliatore ha apposto il monogramma “ND B”. Nel caso del secondo stato di Sacra Famiglia con sant’Anna l’intagliatore rimuove alcune linee di contorno e affida maggiormente ai blocchi tonali la modellazione delle figure, come si può evincere dai riccioli del Bambino, dal libro sorretto da Maria e dai panneggi (Jenkins 2017; Marinovic 2015, pp. 30-31). Il fatto che questi due chiaroscuri siano stati prodotti con un processo di stampa analogo è testimoniato, inoltre, dai rispettivi primi stati, che presentano sbavature prodotte da un inchiostro particolarmente liquido (Jenkins 2017).
Va segnalato che per entrambi gli stati di Sacra Famiglia con sant’Anna si conservano esemplari in cui le figure sono poste entro una cornice (ALU.1107.2), ed esemplari – come il foglio conservato a Boston qui catalogato – in cui la cornice è stata ritagliata (Jenkins 2017). Per il secondo stato, inoltre, si registrano due varianti: nella prima il monogramma è inciso sia sul blocco tonale più chiaro – vicino alla mano del san Giuseppe – che sul blocco tonale più scuro – a sinistra, vicino al margine inferiore del foglio – (ALU.1107.3), mentre nella seconda variante esso è presente nel solo blocco tonale più chiaro. Karpinski (Karpinski, 1976), che non conosceva lo stato senza monogramma e aveva identificato le varianti appena descritte come due differenti stati, ipotizzava che quello con il doppio monogramma precedesse l’altro; al contrario Marinovic (Marinovic 2015, p.31), basandosi sullo stato di usura delle matrici nelle diverse impressioni, sostiene che il monogramma sul legno tonale più scuro sia stato inserito solo in un secondo momento, quando il monogramma più chiaro non era più facilmente leggibile.
Benchè secondo Marinovic (Marinovic 2019, p.126) il ritmo di aree bianche che caratterizza questo chiaroscuro sia stilisticamente vicino ai modi di Antonio da Trento nel Narciso (ALU.0958.1), la filigrana raffigurante un piccolo cerchio (Briquet, 2926 e 2927), individuata da Jenkins nell’esemplare conservato a New York (Metropolitan Mueseum, inv. 58.636), colloca la produzione di questo chiaroscuro alla corte di Fontainebleau (Jenkins 2013, p. 134).
Incisione a bulino di medesimo soggetto
Londra, British Museum, W,3.122 https://www.britishmuseum.org/collection/object/P_W-3-122
I STATO
Londra, British Museum, W,4.27 https://www.britishmuseum.org/collection/object/P_W-4-27
Bakewell, Chatsworth House, vol IV, fol. 23
Parigi, Bibliothèque nationale de France, BD-5-FOL
Parigi, École nationale supérieure des beaux-arts, Est. Mas. 43
II STATO
Londra, British Museum, 1874,0808.186 https://www.britishmuseum.org/collection/object/P_1874-0808-186
New York, Metropolitan Museum of Art, 28.15.11 https://www.metmuseum.org/art/collection/search/410103; 58.636 https://www.metmuseum.org/art/collection/search/419440
Vienna, Albertina, DG2002/377 https://sammlungenonline.albertina.at/?query=search=/record/objectnumbersearch=[DG2002/377]&showtype=record; DG2002/378 https://sammlungenonline.albertina.at/?query=search=/record/objectnumbersearch=[DG2002/378]&showtype=record
Parigi, Bibliothèque nationale de France, BA-12 (1)-FOL Réserve EA-26 (A)-FOL ark:/12148/btv1b53250127n
Kirk Edward Long Collection
Francoforte ,Städel Museum, inv. 33950