Chiaroscuro a tre legni, nero e due tonalità di marrone chiaro. In basso, a sinistra, è presente la firma “NB”.
Il presente chiaroscuro del Monogrammista ND B (per le notizie sul monogrammista si veda ALU.1103.1) raffigura un portale dalla trabeazione riccamente decorata con motivi fitomorfi e mascheroni. Come per il resto della produzione del monogrammista, il modello di questo chiaroscuro rimane sconosciuto. Secondo Jean Guillaume la disposizione delle colonne corinzie ricorderebbe quella del portale d’ingresso del Castello di Assier (citato da Jenkins 2013, p. 237; Jenkins 2017), mentre Marinovic (Marinovic 2015, pp.39-40), rifiutando per motivi stilistici l’ipotesi di una possibile derivazione da quell'edificio, segnala analogie con architetture citate nell’Extraordinario libro di architettura (Lione, 1551) di Sebastiano Serlio e nella trattatistica francese che da esso discese. Sia Le premier tome de l’architecture (Parigi, 1568) di Philibert de l'Ormes, che il secondo volume del Livre d'architecture (Parigi, 1561) di Jacques Androuet du Cerceau, infatti, presentano sezioni dedicate ai disegni di portali; in particolar modo il chiaroscuro condivide con i disegni di Jacques Androuet du Cerceau la raffigurazione del battente della porta socchiuso e disadorno (Marinovic 2015, pp.69-70). Tuttavia, l’affinità stilistica con la Strage degli innocenti (ALU.1103.1) – ravvisabile, ad esempio, nella somiglianza tra i mascheroni dell’architrave del Portale e il mascherone di un frammento architettonico, collocato in basso a sinistra, della Strage – permette di datare l’opera intorno al 1544 (Marinovic 2015, p. 51 e p.70), forse in concomitanza con i lavori preliminari del Serlio a Fontainebleau per l’Extraordinario libro (Marinovic 2015, p.70). Sempre agli anni Quaranta del Cinquecento si datano le opere giovanili del du Cerceau, che con il chiaroscuro del Monogrammista ND B condividono lo stesso gusto per l’ornamento, caratterizzato dalla mescolanza di elementi tipici della Scuola di Fontainebleau con elementi tipici del primo Rinascimento (Marinovic 2019, pp. 129-30).
Alla corte francese rimanda, inoltre, la filigrana del presente esemplare – una mano che sporge da una manica arricciata (Briquet, 11408) –, registrata in numerose acqueforti incise a Fontainebleau (Jenkins 2013, p.135).