Chiaroscuro a due legni, nero e marrone. In basso, a sinistra, è presente l’iscrizione “RAPHA. UR. IN.”
Il chiaroscuro raffigura un giovinetto seminudo identificabile, grazie agli attributi che lo accompagnano – l’agnello, la croce di canna con il cartiglio, la veste di pelli –, come san Giovanni Battista seduto in un paesaggio. Si tratta di un chiaroscuro non firmato la cui paternità è questione dibattuta e per questo per ora preferiamo attribuire la stampa a incisore anonimo. L’attribuzione a Ugo da Carpi proposta da Bartsch (Bartsch 1811) è stata seguita dalla maggior parte degli autori successivi; solo Zanetti (Zanetti 1837), notando analogie con il chiaroscuro di Niccolò Boldrini raffigurante Venere e Cupido (ALU.0187.1), lo attribuì a quest’ultimo. In tempi recenti, l’ipotesi di Bartsch è stata sostenuta da Raimondo Sassi (Sassi 2009), che, sulla base di affinità tecniche e stilistiche con l’Ercole che scaccia l’Avarizia dal tempio delle Muse (ALU.0949.1), ha ascritto la stampa al primo periodo romano di Ugo da Carpi, probabilmente intorno al 1517. Secondo lo studioso, inoltre, i tratti del volto, in particolar modo le evidenti occhiaie, sarebbero tipici dello stile dell’intagliatore. Al contrario, Achim Gnann, seguito da Naoko Takahatake (Gnann 2013; Takahatake 2018, p.209), ha rifiutato questa ipotesi, sostenendo l’attribuzione a Boldrini proposta da Zanetti. Gnann, inoltre, nota affinità stilistiche con i chiaroscuri da disegno di Giulio Romano (si vedano ALU.1058.1, ALU.1060 e ALU.1061.1).
Allo stato attuale della ricerca il disegno raffaellesco che servì da modello rimane sconosciuto. Il chiaroscuro è stato messo in relazione con una tela conservata agli Uffizi (inv. 1890 n.1446), che tuttavia non può essere considerata la fonte utilizzata dall'anonimo intagliatore: non solo il paesaggio si discosta completamente da quello della stampa, ma si registrano variazioni anche nelle vesti del santo e nella disposizione degli attributi. In relazione al dipinto, si conserva nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe dello stesso museo un disegno a matita rossa e biacca (inv. 545 E), la cui attribuzione alla mano di Raffaello è incerta (Ferino Pagden 1984; Sassi 2009). Il santo ritorna ancora nel disegno dell’Albertina (inv. 254) – anch’esso a matita rossa e biacca –, ritenuto una copia di quello degli Uffizi (Gnann 2013), e in un disegno a penna e inchiostro marrone della National Gallery of Scotland (inv. D5363), attribuito a Giovan Francesco Penni e identificato da Weston-Lewis (Weston-Lewis 1994) come il modello del chiaroscuro; tuttavia, tale ipotesi è rifiutata da Gnann (Gnann 2013), che al contrario sottolinea come il san Giovannino della stampa presenti differenze nella posizione dei piedi e nell’espressione. Si segnala infine che la stessa idea raffaellesca, sebbene interpretata con alcune variazioni rispetto al dipinto e alla stampa qui catalogata, è alla base di un altro chiaroscuro di intagliatore anonimo (ALU.1114.1).
Per le impressioni dal solo legno chiave si veda ALU.1113.2.
Disegni messi in relazione con il chiaroscuro
Edimburgo, National Gallery of Scotland inv. D5363 https://www.nationalgalleries.org/art-and-artists/30948
Firenze, Uffizi Inv. 545 E Vienna, Albertina Inv.254 https://sammlungenonline.albertina.at/?query=search=/record/objectnumbersearch=[254]&showtype=record
Altri esemplari
Firenze, Uffizi Inv. 59 st. sc.
Francoforte, Städel Museum inv. 33928
New York, Public Library inv 53990
Boston, Museum of Fine Arts 1986.860 https://collections.mfa.org/objects/270543/st-john-the-baptist-preaching-in-the-wilderness
Londra, British Museum 1868, 0612.13 https://www.britishmuseum.org/collection/object/P_1868-0612-13 1860, 0414.102 https://www.britishmuseum.org/collection/object/P_1860-0414-102
New York, Metropolitan Museum 28.15.13 https://www.metmuseum.org/art/collection/search/633652?when=A.D.+1400-1600&what=Prints&ft=saint+john+preaching+in+the+desert+chiaroscuro&offset=0&rpp=40&pos=13
Vienna, Albertina DG2002/294 https://sammlungenonline.albertina.at/?query=search=/record/objectnumbersearch=[DG2002/294]&showtype=record
Budapest, Museum of Fine Arts https://www.mfab.hu/artworks/169548/