Chiaroscuro a due legni, due tonalità di marrone. In basso, all’interno della specchiatura delle basi dei piedritti, vi sono le iscrizioni “MARD. S. AVG / PINXIT”, sulla sinistra, e “IA. D. C. /FECIT”, sulla destra.
San Lorenzo, vestito con la dalmatica diaconale e identificabile grazie allo strumento del martirio, è posto in una nicchia dal catino a forma di valva, riccamente decorata nelle specchiature dei piedritti e con due catene pendenti dalla cornice. Completano l’ornamento del foglio, ai lati della nicchia, due medaglioni con due ritratti di personaggi antichi. Il volto di profilo nel medaglione sulla sinistra è accompagnato dalle iniziali IC, il volto sulla destra da una C.
Pochissime sono le notizie riguardanti questo chiaroscuro, di cui si conosce solo l’esemplare qui catalogato: sebbene l’iscrizione “MARD. S. AUG.” sia stata sciolta da Bartsch in «Marie di Santagostino» (Bartsch 1811), non si hanno notizie di pittrici con questo nome. Allo stato attuale della ricerca sia l’incisore IA. D. C. (firma sulla base della colonna a destra) che l’inventore di questa stampa (MARD. S. AVG sulla base della colonna sinistra) rimangono anonimi. Numerosi tuttavia sono gli indizi di una provenienza dall’area lombardo-veneta. La stessa figura del santo, con alcune piccole variazioni, è presente nel monumentale Corteo processionale con Trionfo di Cristo, inciso su disegno di Tiziano e conosciuto in varie edizioni, la più antica delle quali pubblicata nel 1517 da Gregorio de’ Gregoriis (ALU.0170.4). Gli elementi decorativi, invece, rimandano al classicismo tosco-padano ravvisabile ad esempio nei monumenti funebri veneziani della metà del XV secolo (Fortini Brown 1996, pp. 236-237); evidenti sono le analogie con il monumento di Federico Cornaro in Santa Maria Gloriosa dei Frari, sia per quanto riguarda la nicchia scultorea con la conchiglia che per quanto riguarda la decorazione pittorica del giovane Andrea Mantegna, con i due ritratti entro medaglioni e le ghirlande che scendono ai lati (Agosti 2005, pp. 285-286). Infine, il singolare accostamento di medaglioni all’antica in una stampa di soggetto religioso trova un antecedente nella Madonna col bambino in trono tra san Rocco e san Sebastiano di Benedetto Bordon e Jacopo da Strasburgo (ALU.0167.1) Tale stampa, inoltre, costituisce un antecedente importante anche per l’analoga presenza dei termini “PINXIT” e “FECIT” ad indicare rispettivamente l’autore del disegno sul blocco (“BENEDICTUS”) e l’incisore (“ICOBUS”) (Landau 2016, p.117; Landau-Parshall 1994, p. 147).
La conoscenza del chiaroscuro in area lombarda è testimoniata da un san Lorenzo dipinto su tavola della Bob Jones University (Pepper 1984, p. 311, fig. 145.2) appartenente a un polittico smembrato, la cui attribuzione oscilla tra un pittore leonardesco vicino a Bernardino Lanino e Girolamo Giovenone (Pepper 1984, pp. 138-139), un pittore novarese, forse Antonio Zanetti da Bugnate (Venturoli 1996), e un pittore casalese (Marco Tanzi in una comunicazione personale). Nonostante alcune differenze – l’ornamento della veste, l’orientamento della palma, la forma della graticola – il dipinto mostra chiaramente la dipendenza dalla stampa, ravvisabile soprattutto nella posa del santo. La datazione del polittico intorno al 1540 proposta da Venturoli (Venturoli 1996) rappresenta un ante quem per la datazione della stampa, che fu eseguita probabilmente tra il 1530 e 1535.
Si ringrazia il prof. Marco Tanzi per le preziose indicazioni sul polittico citato.