Questa bella xilografia, che deriva da un’invenzione di Marcantonio Raimondi, raffigura l’episodio dell’Incredulità di san Tommaso, narrato nel Vangelo di Giovanni (20: 24-29). La rappresentazione si discosta dal racconto evangelico, nel quale Gesù si presenta a Tommaso mentre questi si trova in casa con gli altri discepoli: nella xilografia Gesù e Tommaso sono invece soli e immersi in un paesaggio di ascendenza düreriana. In basso a destra, entro un sasso, vi è il monogramma di Marcantonio ‘MAF’.
La stampa si trova al fol. 4 verso del libro Epistole et Evangelii, stampato a Venezia da Zuane Antonio da Sabio per i fratelli Niccolò e Domenico Del Gesù e attualmente conosciuto in cinque esemplari (Biblioteca della Fondazione Giorgio Cini, da cui è tratta la stampa qui schedata; Biblioteca Marucelliana; Bibliothèque nationale de France; Biblioteca Apostolica Vaticana, in cui si conserva un esemplare mutilo privo della xilografia). Quattro di essi riportano l’iscrizione “stampato in Venetia per Zuane Antonio & fradeli da Sabio ad instantia de Nicolo & Domenego dal Iesus fradeli nel anno del signore M. D. XII. Del mese de zugno.”, mentre l’esemplare vaticano è datato 1522 (“M. D. XXII. Del mese di zugno”). L’apparato illustrativo del libro, derivato da incisioni di Agostino Veneziano - due delle quali datate 1518 - e dalle illustrazioni del Legendario di Jacopo da Varagine (Venezia 1518), indica come datazione più attendibile il 1522: è probabile che la data MDXII sia imputabile a un errore dello stampatore, che avrebbe omesso una delle due cifre X (Kristeller 1908).
L’identificazione dell’inventore e dell’incisore è stata una questione a lungo dibattuta dalla critica. Inizialmente la letteratura raimondiana è stata concorde nel ritenere che Marcantonio avesse intagliato personalmente la xilografia sulla base di un disegno veneto o düreriano (cfr. posizioni riassunte in Oberhuber 1988). Di diverso avviso è il Lippmann – seguito poi da Servolini e da Landau-Parshall –, il quale assegna il disegno al Raimondi e l’esecuzione dell’intaglio a Ugo da Carpi (Lippmann 1880; Servolini 1977; Landau-Parshall 1994, p.264).
Oberhuber, pur ascrivendo con sicurezza il disegno al soggiorno veneziano di Marcantonio – come suggeriscono i riccioli a cavaturaccioli di Cristo, che rimandano al Francia, i riferimenti a Dürer e le analogie con il bulino raffigurante la Grammatica, inciso dal bolognese nel 1506–, non prende una posizione netta sull’attribuzione dell’intaglio. Secondo lo studioso, inoltre, la xilografia fu concepita per essere venduta come foglio sciolto e solo in un secondo momento fu reimpiegata dai Del Gesù per il libro Epistole et Evangelii (Oberhuber 1988). I due fratelli, specializzati nella produzione di libri devozionali, sono anche gli editori della Vita della Vergine di Marcantonio, incisa a bulino, copiata da Dürer.
La documentazione archivistica pervenuta dimostra che tra il 1508 e il 1545 Niccolò e Domenico si dedicarono anche alla produzione di santini per la Scuola di Santa Maria Maggiore e la Scuola di Sant’Orsola (cfr. Pon 2004, pp. 59-61). È dunque possibile che l’Incredulità di san Tommaso sia stata commissionata durante il soggiorno veneziano del Raimondi per essere venduta come stampa per la devozione privata e quindi riutilizzata come illustrazione nel libro del 1522. L’ipotesi che la xilografia circolasse anche come foglio sciolto, e non solo come illustrazione, motiva la sua catalogazione nell’Atlante delle xilografie, dove non vengono censite le illustrazioni librarie.
David Landau, recentemente tornato sulla questione, concorda con l’ipotesi di Oberhuber, ma ritiene che la stampa sia frutto della collaborazione tra Marcantonio e Ugo da Carpi, e la data intorno al 1508 (Landau 2016, p.129). Dal momento che non esistono prove dell'attività xilografica del Raimondi (che comunque non è da escludere), è verosimile che egli abbia fornito solo il disegno preparatorio. Ugo da Carpi è un possibile candiato dato che i suoi primi viaggi a Venezia si collocano in quegli anni (cfr. Santini 2009).
Nell’ambito delle ricerche per l’Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento abbiamo cautamente attribuito all’invenzione di Raimondi e agli editori Del Gesù una grande xilografia che vede protagonista un cavaliere ALU.0889: la stampa, di riconoscibile ascendenza raimondiana, presenta il monogramma cristologico che usano anche quegli stampatori.
Un'altra stampa sciolta pubblicata dai Del Gesù è conservata a Venezia, Fondazione Musei Civici, Cristo in Pietà ALU.1182. Lorenzo Gigante (in corso di pubblicazione) ci ha segnalato come produzione degli stessi stampatori anche una xilografia che abbiamo rintracciato alla Biblioteca Ambrosiana, Sant’Orsola in gloria ALU.1070.
La circolazione come foglio sciolto di una illustrazione libraria xilografica particolarmente significativa è un evento accertato anche in altri casi, ad esempio per una Crocifissione forse di Jacopo da Strasburgo (ALU.0394.3).