Carta geografica monumentale in nove blocchi di mm 420x560 ciascuno, per un totale di mm 1270x1700. Lungo il margine superiore vi è la l'iscrizione "CARTA MARINA ET DESCRIPTIO SEPTEMTRIONALIVM TERRARVM AC MIRABILIVM RERUM IN EIS CONTETARVM DILIGENTISSIME ELABORATA ANNO DNI 1539". I nove fogli che compongono la mappa sono contrassegnati dalle lettere maiuscole A-I; all’interno di ciascun foglio una serie di lettere dell’alfabeto più piccole accompagnano le illustrazioni. La legenda si trova al foglio G, insieme al privilegio papale.
Disegnata da Olaus Magnus e stampata a Venezia nel 1539, questa carta geografica raffigurante i paesi scandinavi è conosciuta in soli due esemplari: quello qui catalogato, conservato alla Bayerische Staatsbibliothek, e quello conservato alla Uppsala University Library (Carolina Rediviva, Dag Hammarskjölds väg 1 Box 510).
Nato nel 1490 a Linköping, nella Svezia meridionale, Olaus Magnus inizia a viaggiare in giovane età, dapprima recandosi a Oslo all’età di 15 anni e, in un secondo momento, traferendosi in Germania per proseguire gli studi universitari. Nel 1517 torna in Svezia per ricoprire la carica di canonico a Uppsala e nella nativa Linköping; l’anno successivo è al servizio del nunzio apostolico Giovannangelo Arcimbolboldi, dal quale viene incaricato della vendita delle indulgenze nel nord della Scandinavia (Norvegia, nord della Svezia, Golfo di Botnia). È probabile che durante questo viaggio, durato circa un anno, Olaus abbia raccolto materiale per la Carta marina e per il suo trattato Historia de gentibus septentrionalibus (Roma 1555). Nel 1524 la Svezia si libera dal dominio danese e Magnus si trova a compiere diversi viaggi diplomatici per conto del neoeletto re svedese Gustav I Vasa ma, con il mutare della situazione politica e l’avanzare della Riforma protestante, nel 1530 viene espropriato dei propri beni ed esiliato con il fratello Johannes, anch’egli ecclesiastico e autore di trattati riguardanti la penisola scandinava. I due fratelli si traferiscono Danzica, poi a Venezia e infine a Roma (per la biografia di Olaus e Johannes Magnus cfr. Balzamo 2005).
È dunque durante l’esilio che si colloca la produzione della Carta Marina. Il finanziatore dell’impresa è il patriarca di Venezia Girolamo Querini il quale, oltre a mettere a disposizione del Magnus il suo palazzo, contribuisce con 440 ducati. A corredo della mappa, il Magnus dà alle stampe due libretti, in italiano e in tedesco, contenenti una versione estesa della legenda (Karrow 1993). Il libretto italiano, intitolato Opera breve, la quale demonstra, e dechiara, overo da il modo facile de intendere la charta (Venezia 1539) indica come stampatore ‘Giovan Thomaso del Reame di Neapoli’. Sulla mappa, invece, non viene indicato lo stampatore, bensì la bottega autorizzata alla vendita, di proprietà di un tale Tommaso de Rubis (‘Venduntur in Apotheca Thome de Rubis in corona super ripam ferri prope Pontem rivi alti Venetiis’). Allo stato attuale della ricerca non è possibile stabilire con certezza quale fu il ruolo di Tommaso de Rubis (o de Rossi?) e dello stampatore del libretto Giovanni Tomaso nella produzione della Carta Marina: sebbene non sia possibile escludere un coinvolgimento del de Rubis nel processo di stampa, è tuttavia ragionevole ipotizzare che la mappa fu stampata da Giovanni Tomaso contestualmente al libretto.
Il 7 ottobre 1539 Olaus invia da Venezia un esemplare della Carta Marina, accompagnato da una lettera dedicatoria, al vescovo di Trento Cristoforo Madruzzo. Grazie a tale lettera sappiamo che il letterato svedese ha impiegato dodici anni per portare a compimento l’impresa (“XII annorum studio et gravibus expensis”; cfr. Siracusano 2018, p.152, doc. 14). È stato probabilmente questo uno dei motivi che lo hanno spinto a richiedere il privilegio di stampa sia allo Stato Pontificio che alla Repubblica di Venezia. Il testo del privilegio papale, concessogli il 2 marzo 1539, è riportato integralmente nel foglio G (vedi foto). Il papa stabilisce il divieto di riproduzione e di vendita della mappa e dei libretti senza l’autorizzazione di Olaus, pena il sequestro dei libri e il pagamento di duecento ducati d’oro destinati alla fabbrica della basilica di San Pietro a Roma.
Tra le riproduzioni successive della mappa si ricorda la versione a bulino e di dimensioni ridotte di Anotoine Lafrery del 1572 (https://lccn.loc.gov/2021668418).








