Il presente foglio volante, conosciuto in un unico esemplare conservato alla Newberry Library di Chicago, è un almanacco per la città di Bologna relativo all’anno 1511.
Il foglio titola “Coniu(n)ctiones, oppositiones & quadraturae Luminum. Item Introitus Solis in. xii. Signa & ipsoru(m) ascenden | tia supputatæ ad meridianum doctae Ciuitatis Bononiae per dominum Franciscu(m) de Diodatis Lucensem. | Anno salutiferae Incarnationis. 1511. Labente.”. Nonostante la dea Venere sia indicata come dispositore dell’anno (“Venus d(omi)na anni.”), il foglio è decorato con un riquadro raffigurante Giove, riconoscibile grazie ai suoi attributi – l’aquila, le frecce, il globo. Completano la decorazione una serie di tre fregi e un piccolo elemento ornamentale nella parte inferiore del foglio. Sia la matrice della vignetta con Giove che quella del fregio con i due busti di profilo sono state reimpiegate per la decorazione di due opere pubblicate a Bologna: rispettivamente nel frontespizio del Capitolo in el quale si dimostra la Vanitade… (Girolamo Benedetti, 1520) e nel frontespizio dell’Opera nova di Notturno Napoletano (Giacomo Campi, 1517) (Martini 2019, p.140, n.6, note 27 e 28).
Poche sono le notizie relative all’autore, Francesco Diodati (per aggiornati dati biografici e le opere del Diodati si rimanda a Martini 2019, pp. 131-147). Originario di Lucca e autore di diversi pronostici stampati tra il 1510 e il 1522, Diodati si trasferisce a Bologna per intraprendere gli studi di medicina; proprio nella città felsinea si avvicina al mondo dell’astrologia attraverso Luca Gaurico, di cui si definisce “discipulo”. Dal 1513 è attestata la sua presenza a Roma, città nella quale probabilmente muore nel 1564.
L’almanacco è stato acquistato nel 1956 dalla biblioteca presso la libreria antiquaria olandese Van Gendt. Il foglio reca al centro delle tracce di colla e pergamena manoscritta che indicano che in passato fu impiegato come rinforzo di una legatura di un volume (non identificato): metà del foglio doveva essere incollata al contropiatto anteriore, l'altra metà usata come risguardo posteriore. Nell’angolo superiore destro compare una nota di possesso di difficile lettura, al verso del foglio una lunga nota manoscritta con una profezia (Martini 2019, p. 140, n.6, nota 29).
Per un altro almanacco di area emiliana si veda ALU.1189.