NOTIZIE STORICO-CRITICHE
Questo ciclo venne menzionato per la prima volta da Kristeller nel 1909, e studiato da Leone Bracaloni O.F.M. nel 1923. Citato da Hind (1935), viene ripreso successivamente da Jean Michel Massing nel 1977 (con altre brevi menzioni nel 1987 e 1990), nell'ambito dello studio della produzione di Jacobus Argentoratensis.
Si tratta di un rarissimo caso di stampe applicate ad arredi sacri e dell'unico esemplare superstite che ci mostra come il ciclo dovette essere concepito in origine dall'autore.
Il ciclo è incollato – diviso in due parti – alle assi poste sulla sommità dei lati destro e sinistro degli schienali degli stalli del coretto di Santa Chiara nella Chiesa di San Damiano di Assisi. La parte destra, composta da due pezzi affiancati della lunghezza di circa 1 metro, misura complessivamente 390 mm di altezza x 2,01 m di lunghezza, e porta incollati i primi 7 episodi, partendo dall'estremità interna del lato del coro. Nella parte sinistra gli assi sono sovrapposti per la lunghezza, che misura 1,77 m, per un'altezza totale di 4,08 m (uno alto 112 cm, l'altro 290 cm); vi sono incollati altri 6 episodi. In totale sono dunque tredici episodi sui quattordici della Passione, mancando la scena con l'Incoronazione di spine (ma si veda l'esemplare ALU.0159.1).
Il ciclo di Assisi non è completo perché manca la scena con l'Incoronazione di spine (conservata invece in altri luoghi, cfr. ALU.0159.1). Sono quindi presenti tredici episodi su quattordici (stranamente Bracaloni non menziona mai l'ultimo, con la Resurrezione). Tra questi si trovano però, come esemplari unici, presenti solo qui, quelli con ‘Cristo che trasporta la croce' (ALU.0162) e con la ‘Crocifissione' (ALU.0163), anche se lo stato di conservazione è piuttosto precario e ne rende quindi difficile lo studio.
Ogni tondo della Passione (di circa 25 cm di diametro) è inserito al centro di una sorta di pannello dalla struttura complessa, ma ripetitiva (anche se con alcune varianti), su fogli che misurano circa 40x30 cm.
Per i soggetti dei singoli episodi dei medaglioni centrali si vedano le schede degli altri esemplari ALU.0152.1, ALU.0153.1, ALU.0154.1, ALU.0155.1, ALU.0156.1, ALU.0157.1, ALU.0158.1, ALU.0159.1, ALU.0160.1, ALU.0161.1, ALU.0162, ALU.0163 ALU.0164.1, ALU.165.1 e la matrice ALU.0901-M). Ciascun medaglione è attorniato da una cornice a bianchi girari. Nella parte superiore di ogni foglio, sopra il medaglione, compare un riquadro con un testo latino (uno diverso per ogni foglio) affiancato da due tondi di dimensioni più piccole (circa 8 cm di diametro): a sinistra episodi dell'Antico Testamento, a destra gli Evangelisti. Al di sotto del tondo centrale, un altro riquadro con testo in volgare.
Questi elementi sono inquadrati da una sorta di ‘sfondo', presente in due varianti disposte alternativamente. Una di esse ha, alla base della cornice a bianchi girari, un uomo sdraiato identificato dall'iscrizione «Jesse», tra i tralci che da lui hanno origine sono raffigurati i volti dei Patriarchi e alla sommità c'è la Madonna col Bambino. Negli angoli inferiori sono due scenette simboliche con angioletti che eseguono la vendemmia e la mostatura. Nell'altra cornice dei medaglioni dove non è presente l'iscrizione Jesse, è raffigurato Cristo sdraiato, tra i tralci ci sono gli Apostoli e alla sommità Dio Padre. Le scenette inferiori raffigurano mietitura e macinatura.
Nella parte superiore di ciascun pannello sono raffigurati, entro i piccoli medaglioni, a sinistra episodi dell'Antico Testamento che prefigurano quello della Passione raffigurato nel medaglione centrale; nel medaglione di destra, invece, due ‘scrittori sacri' (Bracaloni 1923, p. 159), un evangelista e un personaggio dell'Antico Testamento, che hanno interpretato il ‘mistero' rappresentato. Ad esempio, al tondo centrale dell'Andata al Calvario corrisponde, nel piccolo medaglione superiore di sinistra, Abramo che conduce il piccolo Isacco, caricato con la fascina della legna, al sacrificio. In quello di destra ci sono S. Matteo Evangelista e, forse, l'autore del libro della Genesi. Tra i due medaglioni, nel cartiglio, in latino, citazioni e sintesi del passo di Genesi XIV, tra i due medaglioni superiori, infatti, è presente un cartiglio rettangolare dove sono incise (secondo Bracaloni a ‘caratteri gotici mobili') citazioni in latino complete dei riferimenti ai passi da cui sono ricavate; tra le scenette inferiori con gli angioletti, in corrispondenza con il cartiglio superiore, è presente un altro riquadro con testi in volgare tratti da testi simili alle Meditationes vitae Christi.
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È difficile determinare quando queste stampe siano state incollate e poste nel coro, e fornire quindi delle coordinate cronologiche anche per la loro realizzazione. I tondi con gli episodi della Passione vengono generalmente datati al primo quarto del XVI secolo.
Secondo Leone Bracaloni le tavole sulle quali sono incollate le xilografie non appartenevano allo schienale degli stalli, ma vi sono state adattate. Non è possibile verificare questa ipotesi: il legno su cui sono incollate le xilografie è tuttavia assai simile a quello con cui sono costituiti gli stalli.
Per quanto riguarda l'ambiente in cui è collocato il coro ligneo, si tratta di una ‘cappella' cui si accede scendendo dei gradini passando dalla sacrestia al sepolcro delle monache; esso doveva originariamente comprendere il circolo esteriore dell'abside della chiesa, murato nel secolo XIV o successivamente, sicuramente prima dell'anno 1482, data che appare sull'affresco nello stesso ambiente con la Crocifissione, attribuito ad Antonio Mezastris da Foligno.
Il coro ligneo è detto ‘di Santa Chiara' perché essa vi si recava a pregare con le consorelle. È appoggiato alla parete esterna, opposta alla cortina muraria suddetta, e sulla quale si apre l'unica finestrella.
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Come è già stato detto, non esistono altri esemplari di questo tipo, ma un ciclo con tutti i 14 fogli incollato come un ‘rotolo' è descritto nell'inventario di Ferdinando Colombo (si veda McDonald 2004, n. 2721), attestato quindi anteriormente al 1539.
Si tratta di un'ideazione complessa sia dal punto di vista iconografico sia esecutivo, presupponendo la combinazione di più legni montati e stampati contemporaneamente su un medesimo foglio (la cornice, il tondo centrale, i due tondi in alto, i due con le iscrizioni).
BIBLIOGRAFIA
Bracaloni L., "Antiche stampe della passione in S. Damiano di Assisi", in
Studi Francescani, 1923, pp. 158-162, pp. 158-162
Hind A.M.,
An Introduction to a History of Woodcut, London, 1935, I, p. 76 e II, p. 433
Massing J.M., "Jacobus Argentoratensis, étude préliminaire", in
Arte Veneta, 1977, pp. 42-52, pp. 42-52, fig. 1 p. 43
Massing J.M., "Jacobus Argentoratensis", in
Print Quarterly, 1987, pp. 297-298, pp. 297-298, fig. 217 p. 297
Massing J.M., ""The Triumph of Caesar" by Benedetto Bordon and Jacobus Argentoratensis. Its Iconography and Influence
", in
Print Quarterly, 1990, pp. 2-21, p. 8
McDonald M. P.,
The Print Collection of Ferdinand Columbus (1488-1539). A Renaissance Collector in Seville, London, 2004, pp. 495-496, n. 2721, figg. 399-400
Armstrong L., "The Triumph of Caesar Woodcuts of 1504 And Triumphal Imagery in Venetian Renaissance Book",
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Landau D., "L'arte dell'incisione a Venezia ai tempi di Manuzio",
Aldo Manuzio e il rinascimento a Venezia, Venezia, 2016, pp. 107-135, pp. 107-135