Questo foglio volante presenta due xilografie, ciascuna stampata da un blocco separato, raffiguranti l'Uomo dei Dolori. Il Cristo, in piedi dentro il sepolcro, mostra le braccia aperte lungo i fianchi, esibendo le ferite, mentre gli strumenti della Passione (croce, corona di spine, scala, dadi, lancia, ecc.) lo circondano. Al di sotto di ciascuna immagine, è presente una preghiera in latino. L’identificazione dei caratteri ha consentito di attribuire la produzione alla bottega del tipografo Eucharius Silber, originario di Würzburg ma attivo a Roma dal 1480, e di datare il foglio intorno al 1486-1487 (Kraus 1968).
A parte alcune piccole differenze nella decorazione del sepolcro e della cornice ad arco, le due immagini sono identiche ma speculari: l'iscrizione 'I.N.R.I.', infatti, appare rovesciata nella xilografia di sinistra. Anche la parte testuale, sebbene sostanzialmente uguale nel contenuto, presenta alcune lievi differenze tipografiche - si notino, ad esempio, le diverse abbreviazioni per la parola 'angelorum' alla riga 13.
La specularità delle due xilografie ha portato a ipotizzare che l'intagliatore abbia trasferito le linee dal blocco destro - quello con la scritta ‘I.N.R.I.’ nella direzione corretta - al sinistro, tramite un’impressione diretta, oppure utilizzando un’impressione intermedia su carta. Questo procedimento consentiva di stampare contemporaneamente più immagini con il relativo testo in serie su unico foglio, che veniva poi ritagliato prima della vendita (Kraus 1968).
Questi oggetti, che trovano la loro origine nel Medioevo, avevano la funzione di amuleti: venivano indossati al collo oppure appesi in casa per proteggere il possessore dalle infermità, dalla morte e dagli spiriti maligni (Skemer 2018). È probabile che Silber ne produsse in grande quantità in relazione all’epidemia di peste che colpì l’Italia tra il 1477 e il 1485. Tuttavia, data la loro funzione d’uso, è possibile che gli esemplari impressi sul foglio qui schedato siano gli unici sopravvissuti.