Il chiaroscuro a due legni nei toni dell'ocra e bianco oggetto di questa scheda appartiene alle collezioni della Bibliothèque nationale de France-Richelieu: è noto per ora in questo unico esemplare e sembra essere sconosciuto ai repertori.
È firmato dal Monogrammista yhs con la croce che lavora a Roma dove riproduce, ricontestualizzandoli, brani degli affreschi nelle Stanze Vaticane. Il san Girolamo (ALU.1055.1) riprende il Diogene in primo piano e al centro, nella scuola di Atene; L’Eremita (ALU.1057.1) la figura di spalle con le braccia alzate nell'Incendio di Borgo di Raffaello, da cui deriva anche la donna che fugge con due bambini, oggetto di questa scheda, che il nostro incisore colloca in un contesto naturale, nella campagna, con un albero che fa da quinta sulla destra. Lo stile di questo brano dell'affresco potrebbe forse essere da ascrivere a Giulio Romano.
Sempre del Monogrammista yhs con la croce anche il San Giovanni evangelista che scrive l’Apocalisse, che potrebbe evocare il giovane con il libro seduto sulle scale nella Disputa del Sacramento (ALU.1056.1).
Potrebbe forse essere lui, per affinità tecnica e stilistica, oltre che per continuità con l’ambiente raffaellesco, l’incisore attivo a Mantova nell’entourage di Giulio Romano responsabile di alcuni preziosi e rari chiaroscuri tratti da disegni per suoi affreschi. La Nascita di Maria Vergine (ALU.1058.1), la Presentazione Vergine al tempio (ALU.1060) e Tre angeli in volo (ALU.1059) fanno parte del ciclo delle Storie della Vergine nella volta dell’abside del Duomo di Verona, commissionato a Giulio Romano dal vescovo Matteo Giberti nel 1534. Giulio realizzò i disegni e i cartoni ma, essendo assorbito dalle commissioni gonzaghesche, demandò l’esecuzione degli affreschi al pittore veronese Francesco Torbido. Inoltre Persefone e Dioniso (ALU.1061.1) che riproduce un riquadro nel soffitto della Sala degli Stucchi di Palazzo Te a Mantova. L'esecuzione degli stucchi è stata attribuita a Primaticco e a Giovanni Battista Mantovano. Il disegno preparatorio di Giulio Romano è conservato al Louvre (Cérès assise et trois moissonneurs, INV3504-recto https://www.photo.rmn.fr/archive/97-004072-2C6NU0STLXDY.html). Questo chiaroscuro è stato attribuito dalla Karpinski al monogrammista yhs con la croce, l’incisore da cui siamo partiti, al quale quindi potremmo attribuire anche gli altri chiaroscuri mantovani tratti dagli affreschi di Giulio: la critica infatti è concorde che siano tutti della stessa mano.
Pensiamo sia da aggiungere a questo gruppo anche una xilografia che raffigura due divinità nude abbracciate in compagnia di un satiro e di Amore alato (ALU.1237.1). Pensiamo che si tratti della tiratura del solo legno guida del chiaroscuro. L’incisione infatti presenta molti spazi vuoti all’interno delle figure, si tratta dello spazio lasciato per le lumeggiature bianche che si ottenevano con l’impressione del secondo legno. Anche questa invenzione sembra essere legata a Giulio Romano, sebbene non possiamo collegarla a un suo disegno o affresco specifico. Ricorda però, ad esempio, il riquadro nella parete nord della stanza di Amore e Psiche a di Palazzo Te con Bacco, Arianna un satiro e un amorino.