La xilografia raffigura, entro una conice seicentesca, il protomartire santo Stefano. Una stampa simile, ma ottenuta da una matrice diversa e caratterizzata da un intaglio di migliore qualità, fa parte del catalogo della vendita Soliani del 1864 (ALU.0409.1). Secondo Maria Goldoni (I legni incisi.., 1986, p. 144, n. 139) entrambe le xilografie deriverebbero da una stampa di Luc'Antonio degli Uberti prodotta probabilmente entro il primo quarto del Cinquecento a Venezia e riutilizzata più tardi nella Historia e Oratione di S. Stefano (Firenze, John Wolf, 1576; si veda Essling 1914, p. 108; Lonigro 2020/2021, p.22). L'intagliatore dimostra una certa perizia in questa xilografia, in particolare nelle decorazioni della veste dalmatica indossata dal santo. L'ambito è con ogni probabilità emiliano.
Il presente foglio fa parte di un nucleo di xilografie stampate da Alessandro Scolari tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta del Settecento e conservate presso la Biblioteca Capitolare di Verona. A seguito del ritrovamento nei locali del Capitolo di oltre duecento codici, avvenuto grazie al consiglio di Scipione Maffei, Scolari fu incaricato di provvedere alla loro legatura: è proprio grazie a tale circostanza che si è conservata una testimonianza materiale della produzione xilografica della stamperia, altrimenti quasi interamente perduta anche a causa della natura effimera di questi oggetti, destinati alla devozione e spesso a essere esposti. Alcuni fogli di questa serie, come quello qui schedato, sono stati utilizzati per decorare le copertine dei codici, altri sono stati impiegati come rinforzo della legatura. Negli anni Sessanta del Novecento le legature sono state smembrate e sono ora conservate in cartelle.
L'attività della stamperia Scolari nella città scaligera è registrata a partire dal 1692, ma è soprattutto sotto la direzione di Alessandro che la bottega si specializzerà nella produzione di stampe popolari, anche reimpiegando blocchi cinquecenteschi acquistati da altri tipografi. Per alcune xilografie - si veda ad esempio ALU.0325.3 - è possibile ricostruire la storia della matrice attraverso le varie edizioni note. In vari casi, lo stile sembra suggerire una datazione entro il 1550, anche se "il ritardo iconografico e stilistico connaturato a queste immagini, dal sapore naïf e volutamente arcaico" (Bao 2018, p. 103) non permette di stabilirne con certezza la cronologia.
Sulla stamperia Scolari si veda: Bao 2018, pp. 99-105 e Brunelli 1992-1994; sulle stampe Scolari della Capitolare: Brugnoli, Fagagnini 1985.
La Biblioteca Capitolare di Verona conserva un altro esemplare di questa stampa (cart. IV, p. 9).