OGGETTO

definizione: stampa

SOGGETTO

identificazione: SCENE DELLA PASSIONE
titolo parallelo: SCENES FROM THE PASSION

LOCALIZZAZIONE

inv. AD/48

PROVENIENZA

, Castello di Sonnenburg

DATAZIONE

sec. XV, secondo quarto

AUTORE

  • Anonimo (incisore, inventore)
ambito culturale: ambito nord-italiano (incisore)
ambito nord-italiano (inventore)

DATI TECNICI

mm 315 x 357
materia del supporto: carta
filigrana: da rilevare

STATO DI CONSERVAZIONE

mediocre
indicazioni specifiche: Importanti lacune in tutto il foglio e specialmente nelle due vignette inferiori raffiguranti la Crocifissione e la Deposizione

MODALITÀ DI CONSERVAZIONE

RESTAURI

ISCRIZIONI











STEMMI, MARCHI

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Nella prima metà del Novecento Heitz pone per primo l'attenzione su un gruppo di antiche xilografie (ne menziona otto, ma in realtà sono cinque) incollate sul retro di un dipinto acquisito dal Ferdinandeum di Innsbruck nel 1893, la Crocifissione di Cristo con il ritratto della badessa Verena von Stuben fondatrice di San Vigilio (ca. 1459) dell'altoatesino Leonhard von Brixen, proveniente dal refettorio del monastero benedettino di Sonnenburg (Sud Tirolo). La tavola era esposta nel refettorio, ma non si sa se le stampe fossero visibili. Durante il restauro del 1977, le xilografie sono state staccate.

Incollare stampe sul retro di dipinti è una pratica della quale ci sfugge l'esatto significato. Si può ipotizzare che le incisioni fossero incollate a mano a mano in speciali ricorrenze e/o a protezione del quadro. Vicino a Salisburgo, quindi non tanto lontano da Innsbruck, secondo le fonti la chiesa di St. Leonhard ob Tamsweg conserverebbe un dittico sul cui retro è incollata una xilografia che Heitz e Franz Martin reputavano norditaliana (ca. 1460), una Madonna e santi (Schreiber 1148m). È un caso simile a quello in esame, ma ne resta testimonianza solo nella letteratura poiché la stampa sembra dispersa.

Questo gruppo di stampe– considerando il disegno delle pieghe degli abiti, il trattamento dei volti, lo stile del disegno– potrebbero risalire al secondo quarto del XV secolo. I fogli sarebbero quindi precedenti all'esecuzione del quadro. Il loro reimpiego in tempi posteriori è giustificato dal persistere dell'interesse nei confronti di particolari soggetti iconografici e dalla funzione devozionale delle stampe, fattori che relegavano in secondo piano l'importanza dell'aggiornamento stilistico.

Le xilografie sono: 1. San Giorgio, il drago e la principessa (ALU.0633); 2. Sant'Anna con in braccio la Madonna e Gesù Bambino (ALU.0631). Storie della Passione; 4. La Morte della Vergine (ALU.0632); 5. Dieci frammenti, da uno dei quali (a sinistra) ipotizziamo che la stampa rappresentasse una Flagellazione (ALU.0634). Su retro del dipinto sono visibili gli spazi più chiari dove erano incollate le stampe prima del distacco nel 1977: grazie ad alcune foto pubblicate da Cohn nel 1938 possiamo stabilire la posizione di tre stampe, e dalle venature della tavola deduciamo altre indicazioni. Erano quindi così disposte (da sinistra a destra e dall'alto in basso): Flagellazione; San Giorgio; Morte della Vergine; Sant'Anna e Storie della Passione.

Secondo Heitz la xilografia con le Storie della Passione, è un'opera italiana: la data al 1470 circa e la considera stilisticamente affine a un foglio con San Benedetto conservato all'Albertina (ALU.0381). Cohn suggerisce che le altre xilografie risalgano al 1430 circa e le ritiene originarie della Germania sud-occidentale. La compresenza in uno stesso manufatto di stampe italiane e nordiche, come in questo caso, è attestata già fra fine '300 e inizi del '400: un esempio di questa convivenza è costituito dall'insieme di stampe che decorano il trittico per l'altare del convento domenicano di Santa Caterina a Norimberga, della metà del Quattrocento (ALU.0501.1).

Gli episodi nelle Storie della Passione includono: l'Ultima Cena, la Preghiera nell'orto del Getsemani; il Bacio di Giuda; l'Arresto di Gesù; la Flagellazione; e le lacunose Crocefissione e la Deposizione dalla Croce; la Resurrezione (di cui resta il bordo sinistro). Le scene sono separate da una cornice a losanghe con fiori stilizzati all'interno. Alcune zone sulle stampe presentano tracce di colorazione in rosso e nero. Cohn propone che le xilografie siano di origine veneziana, mettendo in evidenza gli occhi dalle palpebre allungate e la delicata bordatura del fogliame (cfr. Trinità e santi, xilografia di ambito veneto, Biblioteca Classense, ALU.0058). Per Bellini S. Barbara e S. Caterina di Alessandria - si tratta di una xilografia veneta che risale alla fine del '300 e inizio del '400 (ALU.0063) -, somigliano a personaggi delle Storie della Passione di Innsbruck.

Le altre quattro xilografie sono di origine tedesca, e vengono eccezionalmente catalogate (il presente censimento riguarda infatti solo opere italiane) per rendere l'unità del manufatto: si tratta di ALU.0633, ALU.0631, ALU.0632, ALU.0634.

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

tipologia: fotografia digitale
ente proprietario: Innsbruck, Tiroler Landesmuseum ©

REPERTORI

Heitz P., "Italienische Einblättdrucke in den Sammlungen Berlin, Braunschweig, Cambridge (Mass.), Cortona, Innsbruck, London, Maihingen, New-York, Tamsweg, Wien, ...", Einblättdrucke des XV. Jahrhunderts, Strassburg, 1935, n.90

BIBLIOGRAFIA

Lonigro E., "Holzschnitte aus dem 15. Jahrhundert in der Grafischen Sammlung der Tiroler Landesmuseen: Eine Fallstudie", Wissenschaftliches Jahrbuch der Tiroler Landesmuseen, 2021, pp. 17-23

MOSTRE/ESPOSIZIONI

AUTORE DELLA SCHEDA

Lonigro E., 2022
Lonigro E., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0380, https://archivi.cini.it/storiaarte/detail/20088/stampa-20088.html, ISBN 978-88-96445-24-2
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