NOTIZIE STORICO-CRITICHE
Foglio non datato
Già nelle collezioni dell' Österreichische Nationalbibliothek, oggi perduta
Nessun esemplare della veduta prospettica Padova incisa dal Vavassore è al momento nota.
Nel 1881 Lippmann menzionava la presenza della veduta nelle collezioni dell'Österreichische Nationalbibliothek, ma già del 1939 Leo Bagrow si trovava costretto a registrare la sua assenza. Mazzi ha sostenuto che un'analoga rappresentazione della città potrebbe essere contenuta nella Raccolta di le più illustri et famose citta di tutto il mondo edita a Venezia da Francesco Valegio sul finire del Cinquecento. È ormai noto che nelle botteghe confluissero una grande varietà di materiali, tra cui vecchie matrici, ereditate o acquistate, e talvolta reimpiegate anche a distanza di anni. Questa pratica era comune anche al Valegio che si serviva spesso di vecchi rami provenienti da altre officine calcografiche, con una certa predilezione per quelli del Camocio. Inoltre, la città è anacronisticamente racchiusa dalle mura medioevali, allora sostituite da quasi mezzo secolo da un sistema difensivo all'avanguardia, realizzato dalla Dominante in seguito alla guerra contro la Lega di Cambrai. Sulla base di questi elementi è stato quindi supposto, che il bulino possa essere stato tratto da un foglio, a sua volta derivato da un prototipo del primo Cinquecento, identificabile con la xilografia del Vavassore. L'impianto stesso della veduta risulta sotto certi aspetti superato. Il tessuto urbano è reso riconoscibile solo dalla presenza dei principali edifici della città (Salone, Palazzo della Ragione, Reggia carrarese, Duomo, chiesa dei Carmini), mentre i rimanenti sono privi di qualsisi connotazione architettonica e tipologica precisa. Al di fuori della cinta muraria gli unici elementi realisticamente definiti sono i complessi conventuali, mentre il territorio circostante è trattato in maniera generica e approssimativa.
La proiezione prospettica, apparentemente corretta, si articola in realtà su due piani di diversa angolazione, mettendo in discussione l'unitarietà della costruzione spaziale. Questo leggero sfasamento - notevolmente accentuato nelle vedute del Vavassore – è dovuto alla scelta di rappresentare la veduta da punti di vista differenti per mettere in evidenza i principali edifici cittadini, le cui dimensioni sono leggermente enfatizzate, e le principali strutture religiose extra moenia.
BIBLIOGRAFIA
Almagià R.,
Il mappamondo di G. A. Vavassore, Firenze, 1920, tav. 27
Schulz A. M., "Giovanni Andrea Vavassore and His Family in Four Unpublished Testaments", in
Artes Atque Humaniora. Studia Stanislao Mossakowski Sexagenario dicata., Varsavia, 1998, pp. 117-125