OGGETTO

definizione: stampa

SOGGETTO

titolo parallelo: ASCENT OF CHRIST TO MOUNT CALVARY
titolo: Andata al Calvario

LOCALIZZAZIONE

inv. FN 12906

PROVENIENZA

DATAZIONE

XVI (?), secondo quarto
1534 post

AUTORE

ambito culturale: ambito sud-italiano (incisore)

DATI TECNICI

xilografia; mm 175 x 140
materia del supporto: carta
filigrana: non rilevabile (incollata)

STATO DI CONSERVAZIONE

cattivo
indicazioni specifiche: lacune e tarlature; foglio strappato in più punti

MODALITÀ DI CONSERVAZIONE

RESTAURI

ISCRIZIONI

tipologia: descrittiva
lingua: volgare
tecnica di scrittura: a penna
tipo di caratteri: corsivo
posizione: in basso a destra
trascrizione: intagliato di mano dell'istesso Polidoro da dove depinse il quadro delli Catalani sotto il titolo di S. Maria dello Spasimo, che fu comprato dal Re Ferdinando Quarto per la somma di 1250 per










STEMMI, MARCHI

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

La xilografia, conosciuta solo nell’esemplare qui catalogato, riproduce nello stesso verso l’Andata al Calvario di Polidoro da Caravaggio, oggi conservata al Museo di Capodimonte a Napoli. Essa è incollata su un foglio recante la seguente nota manoscritta: «intagliato di mano dell’istesso Polidoro da dove depinse il quadro delli Catalani sotto il titolo di S. Maria dello Spasimo, che fu comprato dal Re Ferdinando Quarto per la somma di 1250 per».



Acquistata nel 1788 da Ferdinando di Borbone e condotta Napoli, la tela fu commissionata dal console Pietro Ansalone, forse non molto dopo il 1530, per l’oratorio della confraternita dei catalani nella chiesa dell’Annunziata «del Castell’a mare» – correntemente detta «dei Catalani» – a Messina. Il Caldara terminò l’opera entro 1534, anno in cui venne dato alle stampe un libretto a essa dedicato: lo Spasmo di Maria Vergine di Colagiacomo d’Alibrando (cfr. Leone de Castris 2001, pp. 342-355).



Il libretto reca nel frontespizio una traduzione xilografica nello stesso verso della tela dei Catalani. Secondo Leone de Castris la produzione di stampe da dipinti contemporanei è un fatto molto raro per il contesto meridionale di primo Cinquecento: il frontespizio dello Spasmo indicherebbe verosimilmente la familiarità di Polidoro con la colonia di stampatori nordici operante a Messina (Leone de Castris 2001, p.352, n. 2; cfr. Leone de Castris 1983, p.41).



Entrambe le raffigurazioni a stampa differiscono dalla tela. Per quanto riguarda il frontespizio, lo sfondo risulta semplificato e i rapporti spaziali tra le figure alterati – si noti ad esempio il carnefice di sinistra, che nel frontespizio si sovrappone al san Giovanni –; al contrario, la xilografia su foglio sciolto, pur nella grossolana esecuzione, è più fedele: è probabile tuttavia che essa non traduca il dipinto, bensì un disegno (forse preparatorio) ora perduto.



Lo stato precario della stampa non permette di avanzare una datazione precisa: non è possibile escludere con certezza che si tratti di una stampa settecentesca. È comunque un'opera da segnalare vista la sua unicità.


DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

tipologia: fotografia digitale
autore: Silvia Urbini
ente proprietario: Roma, ICG ©

tipologia: fotografia digitale
autore: Silvia Urbini
ente proprietario: Roma, ICG ©

tipologia: fotografia digitale
ente proprietario: Biblioteca Reginale Universitaria di Messina ©

REPERTORI

BIBLIOGRAFIA

Leone de Castris P., Polidoro da Caravaggio. L'opera completa, Napoli, 2001
Leone de Castris P., "Polidoro alla Pietra del pesce", Ricerche di Storia dell'arte, 21, 1983, pp. 21-52

MOSTRE/ESPOSIZIONI

AUTORE DELLA SCHEDA

Battagliotti L., 2023
Battagliotti L., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.1151, https://archivi.cini.it/storiaarte/detail/57011/stampa-57011.html, ISBN 978-88-96445-24-2
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