La stampa viene ricordata nel repertorio di Nagler e da Passavant, che la classificano sotto il nome di Lucantonio Giunta. Kristeller per primo l'attribuisce a Lucantonio degli Uberti. Essling definisce la stampa una delle migliori prove dell’incisore, riconoscendo nel disegno la mano “d’un artiste de valeur” (Nagler 1858-1879, IV, n. 896; Passavant 1860-1864, V, n. 6; Kristeller 1906, col. 6; Essling 1907-1914, III, p. 105).
La Madonna con il Bambino deriva, in controparte, da un dipinto di Raffaello, la 'Madonna del Pesce', conservato a Madrid (Prado), attraverso il tramite della traduzione a bulino (nello stesso verso del dipinto) di Marco Dente da Ravenna (Bartsch XIV, pp. 61-63 n. 54), come si può rilevare dall'osservazione del volto della Vergine e dal trattamento del panneggio dietro le gambe di Cristo. Si veda l'immagine di confronto: http://aperto.pinacotecabologna.beniculturali.it/wp-content/uploads/2016/05/102-PN%2021432_1.jpg
La figura di San Gregorio è desunta invece dal personaggio di Sant'Erasmo nella xilografia di Dürer con i Santi Nicola, Ulrico ed Erasmo (Bartsch VII, n. 118; Hollstein 233). Il gesto del Battista ricorda quello nella xilografia di Dürer, San Giovanni Battista e Onofrio (Bartsch 112; Hollstein 230), mentre lo sfondo architettonico dal Santo Stefano, Sisto e Lorenzo (Bartsch 108; Hollstein 235). Altre derivazioni da Dürer in Fara 2007.
L'angelo al centro è derivato da Gesù Bambino nell'incisione d'après la Madonna di Foligno (Bartsch XIV, pp. 58-60, n. 52). Si veda Bury 1989, p. 197 nota 62.
La stampa è stata pubblicata dal celebre editore veneziano Gregorio de Gregori, attivo a Venezia tra 1496 e 1527. David Landau sottolinea come de’ Gregoriis si sia appropriato per primo della locuzione “excudit”, inaugurando così una consuetudine per l’editoria veneziana del Cinquecento (Landau-Parshall 1994, p.300).
Un altro esemplare di questa stampa è conservato alla Biblioteca Palatina di Parma (ALU.0122.2). Al Metropolitan Museum di New York, ALU.1124 (Titian and the Venetian Woodcut 1976, scheda n. 11), è conservata una versione ricavata da una matrice di dimensioni ridotte.