La stampa è un’impressione antica di un legno Barelli, conservato presso la Galleria Estense di Modena (ALU.0430-M), e raffigura un'allegoria della lotta tra Bene e Male.
L'allegoria illustrata è piuttosto complessa e vede al centro una figura maschile con una spada che predica a una folla di persone che occupa la porzione sinistra della composizione. In cielo alcuni angeli reggono gli strumenti della passione, al centro è raffigurato Dio rivolto verso la battaglia che si sta combattendo nella porzione destra. Questa battaglia vede impegnate le personificazioni di Avarizia, Mondo, Peccato, Carne e il Diavolo contro un guerriero divino che porta l'iscrizione "FEDE" sullo scudo e "PAROLA D'IDDIO" sulla spada e ha le personificazioni di Carità e Speranza alle sue spalle. Sopra di loro incombe la Morte, in basso una creatura mostruosa esce da uno squarcio nel terreno e rappresenta l’Inferno.
Si propone per la prima volta di attribuire l'invenzione di questa xilografia al pittore veneziano Battista Franco detto il Samolei. La composizione equilibrata della scena, l'anatomia marcata dei personaggi e le loro fisionomie prossime alla statuaria classica evidenziano la grande influenza che ebbero sulla sua opera Raffaello e Marcantonio Raimondi. Sono noti alcuni disegni di Battista Franco conservati al Louvre che possono essere messi in relazione con questa stampa. In particolare la folla a sinistra viene ripresa fedelmente da un disegno che raffigura la predica del Battista (n. inv. 4925, Recto, http://arts-graphiques.louvre.fr/detail/oeuvres/156/7244-La-predication-de-saint-Jean-Baptiste-max), da cui trae anche un piccolo dipinto con questo soggetto (Biferali - Firpo, fig. 70). Inoltre alcuni studi di teste mostruose sono affini alla personificazione dell’Inferno (in particolare n. inv. 719, Verso, http://arts-graphiques.louvre.fr/detail/oeuvres/138/1244-Trois-tetes-danimaux-fantastiques-max); e la figura del cavaliere che nella xilografia combatte contro i vizi ricorre simile in molti fogli dell’artista (per esempio n. inv. 4952, Recto, http://arts-graphiques.louvre.fr/detail/oeuvres/184/7273-Defaite-de-Spargabise-devant-les-armees-de-Cyrus-max). Il gruppo di fogli conservati al Louvre si data tra gli anni 40 e 50 del XVI secolo, datazione che si propone anche per questa stampa.
Battista Franco torna sulla lotta tra Bene e Male con una composizione più articolata, già nota agli studiosi come “Trionfo dell’eroe cristiano”, di cui si conserva un disegno alla Morgan Library (n. inv. 1982.39, http://corsair.morganlibrary.org/vwebv/holdingsInfo?searchId=60&recCount=50&recPointer=15&bibId=141752). Si conoscono due diverse xilografie tratte da questo disegno, la più antica è un foglio volante datato 1555 in cui sono stampati brani del Vangelo (conservato alla Bibliothèque nationale de France, ALU.0824.1), più tardi Andrea Andreani pubblica una seconda versione specificando nella didascalia di accompagnamento che l'immagine deriva da un disegno del Samolei di sua proprietà (British Museum, n. inv. 1860,0414.115, https://www.britishmuseum.org/research/collection_online/collection_object_details.aspx?objectId=1521243&partId=1&). Il Trionfo dell’eroe cristiano è noto per essere una delle fonti figurative del Trittico di Modena di El Greco (in proposito cfr. anche ALU.1136.1) ed è oggetto di un recente studio di Koshikawa.
Questa impressione è la migliore tra quelle note.
Questa stampa apparteneva alla collezione privata della famiglia Remondini, che comprende 8522 stampe, donate da Giovanni Battista Remondini al Museo Civico di Bassano nel 1849. Come ricostruito da Fernando Rigon la collezione risultava già completa in un inventario manoscritto del 1827, divisa in 79 cartelle per scuola ed epoca, nell'ordine mantenuto fino ad oggi. Rigon riferisce che "trae origine nell'ultimo trentennio del sec. XVIII dal concorso di due distinte raccolte: ad un primo nucleo comprendente incisioni italiane, fiamminghe, francesi, che poco prima del 1777 il conte Antonio Remondini aveva acquistato da un non meglio identificato "celebre uomo di gusto fino e sicuro" si venne ad aggiungere, verso il 1794, la collezione di esemplari italiani e stranieri messa insieme a Venezia dal pittore e incisore don Bernardo Ziliotti. Questi già cospicui gruppi furono poi incrementati e spesso completati per settori e scuole di quanto gli stessi Remondini, favoriti dalla loro attività calcografica, erano andati e andavano raccogliendo per scambi e acquisti" (Rigon F. in Nicolaes Berchem, incisore e inventore 1620 - 1683. Stampe dalla Collezione Remondini 1981, p. 7). Quasi tutte le stampe sono rifilate lungo i bordi e incollate a grandi fogli di cartoncino grigio-azzurro (76x54 cm ca.).
Per l'elenco degli esemplari noti si rimanda alla scheda ALU.0430.1.