NOTIZIE STORICO-CRITICHE
Sembra che il gioco dei tarocchi – che durante il Rinascimento sono chiamati ‘trionfi' o 'triumphi' -, sia stato esportato da Ferrara a Bologna intorno al 1435. Le carte da gioco normali, i ‘naibes' erano utilizzati naturalmente già prima e sono nominati da Bernardino da Siena nel sermone che tenne davanti a san Petronio nella Quaresima del 1423. Una tradizione, che non trova concordi gli studiosi della storia dei tarocchi, vuole che Francesco Anteminelli Castracani Fibbia, toscano al servizio dei Bentivoglio, sia stato l'inventore del tarocchino bolognese (praticato con il mazzo ridotto di sessantadue carte) o addirittura del gioco dei tarocchi nella seconda decade del XV secolo.
Comunque, come dimostrano le fonti documentarie, in particolare la commissione a tal Pietro Bonozzi, già nel 1477 a Bologna venivano prodotte una gran quantità di carte.
I più antichi fogli bolognesi pervenutici sono due fogli non tagliati e non colorati contenenti ciascuno sei carte complete, uno nella collezione Rothschild al Louvre (oggetto di questa scheda ALU.0642) e uno conservato sempre a Parigi all'École des Beaux Arts (ALU.0641). Sono databili alla fine del XV secolo e fanno parte di uno stesso mazzo. Le carte sono trionfi, senza numeri.