La stampa fa parte di un gruppo di dieci xilografie che, insieme a quattordici bulini, portano come firma la marca IB seguita da un piccolo uccello, forse una colomba, così che, insieme ad altri pochi fogli senza marca, furono riferiti al cosiddetto Maestro IB con l’uccello, identificato presumibilmente con Giovanni Battista Palumba. Si veda il commento alla scheda ALU.0101.1 per le varie ipotesi attributive e il corpus dell'incisore, che si ritiene essersi servito per la realizzazione delle sue incisioni di diversi intagliatori.
La stampa qui schedata raffigura San Gerolamo in un paesaggio boscoso, presso una sorta di corso d'acqua, seduto e intento a togliere la spina al leone. Ai suoi piedi un libro e un teschio, e, a destra, il cappello cardinalizio appeso ad un albero. Sullo sfondo il profilo di una città in cui si intravvede un frontone (di porta? di edificio?). Questo foglio, così come quello conservato presso il Musée du Louvre (Collection E. de Rothschild, inv. 3969 LR), presenta al verso una Crocifissione accompagnata da tre distici (come già aveva rilevato Byam Shaw 1932, p. 297; cfr. fig. p. 175; si segnala che una copia di questa Crocifissione, senza i tre distici, colorata a mano, inquadrata in una cornice e con l’aggiunta di due iscrizioni “IL SS. CROCIFISSO DI GIERUSALEMME”, “IN BASSANO, Per Gio: Antonio Remondini”, è conservata a Berlino, Kupferstichkabinett, inv. 905-300, come foglio sciolto con cornice e colorata). Pare inoltre che la composizione sia stata usata come frontespizio dell’Ordo Missae stampato a Roma da Antonio Blado, senza data ma post 1547 – ante 1567, di cui Campana segnala un esemplare conservato a Roma, Biblioteca Vaticana (R.G. Liturgia S 70, proveniente dalla collezione Altemps). In un altro esemplare del San Gerolamo (quello del Museo Correr, Venezia, ALU.0101.3) si trova invece al verso l’impressione della Crocifissione dello stesso maestro IB (Lippmann n. 3; cfr. ALU.0108), e il San Gerolamo presenta un titolo: si tratterebbe di un’altra edizione dell’Ordo Missae di Blado probabilmente più tarda rispetto all’altra. L’indagine di questi casi porterà luce su questi riutilizzi delle matrici del Maestro IB in ambito romano.